“Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi” di Michele Bravi è una dedica d’amore senza tempo – RECENSIONE

Michele Bravi 2024

Nel suo quarto album in studio, Bravi ci narra tre capitoli di un amore che va oltre i confini

È uscito venerdì 12 aprile, a distanza di più di tre anni dall’ultimo lavoro, il nuovo album di Michele Bravi, dal titolo “Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi”. La nuova fatica discografica del vincitore della settima edizione di X Factor è arrivata in seguito al lancio di ben tre singoli radiofonici: “Odio” uscito lo scorso ottobre, Per me sei importante lanciato a gennaio e infine a marzo è stato pubblicato l’unico featuring dell’album in collaborazione con Carla Bruni, “Malumore francese” (qui la nostra recensione del brano). Le collaborazioni illustri però non sono mancate nella scrittura dei brani, in quanto nel disco sono presenti un brano scritto dal leader dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi e un altro brano co-scritto col cantautore romano Galeffi. L’album verrà suonato a maggio dal vivo in “Anteprima a teatro”, due date teatrali che toccheranno Milano e Roma.

Lo sguardo: il racconto di un amore puro 

L’artista stesso, nell’introdurre tramite i social il suo nuovo album, ha raccontato di averlo suddiviso in tre capitoli. Il primo si intitola Lo sguardo e comprende i primi quattro brani del disco. Secondo Bravi infatti, lo sguardo rappresenta cosa vorremmo vedere con gli altri. Ciò che arriva in modo diretto all’ascoltatore è la narrazione di un amore che vuole sfidare i confini e travalicare le leggi della natura e le dimensioni della vita terrena. Nel primo brano dal titolo “Viaggio nel tempo”  la sfida è portare la relazione in una dimensione di eternità (“E invecchiare insieme in epoche passate, nascere un’altra volta, camminare sopra la memoria”), mentre in “Per me sei importante” il tempo è il nemico da combattere per fermare gli istanti condivisi con la persona amata (“Prenderei a pugni il tempo fra me e te per fermare un bacio sulla tua pelle).

In “Leggi dell’universo” invece, si sente forte, a livello testuale, il rimando a “La cura” di Franco Battiato, per la necessità di voler oltrepassare qualsiasi vincolo pur di stare con l’altro, ma soprattutto al fine di comprendere a fondo chi si ama, alla ricerca di un forte senso di appartenenza reciproca (“Potrei capire tutto quanto il tuo alfabeto, tenerlo in bocca come fosse il mio segreto”). È in “Mi sono innamorato di te” che però si compie la dedica più profonda e sentita, nel dichiarare che l’amore nasce proprio nel momento in cui si accoglie e si fa propria la debolezza e la fallibilità dell’altro (“Mi sono innamorato di te quando eri triste, quando la grana dei difetti era evidente”). 

L’immagine: il salto dall’amore eterno a un sentimento fatto di attimi

Nella seconda parte dell’album, cioè L’immagine, che Bravi definisce come ciò che vediamo degli altri, i ritmi si fanno più incalzanti e si passa a un racconto saturo di sensualità, ma anche di amarezza. L’amore si fa dipendenza in “Odio”, poiché si prende uno spazio sempre più ingombrante nella vita di chi ama, senza però il suo razionale consenso (“E lo so che fa male, ma non riesco a scappare da te”).

In “Mal d’amore” si evince la necessità di vivere questo amore fino in fondo, senza sconti (“Poi fammi ballare nella tua confusione, voglio il tuo rumore”), ma questo stesso sentimento è ciò che poi lascia ben poco al termine di questi incontri, come viene cantato in “Malumore francese” (“Che poi alla fine non rimane niente”).

Addirittura in “Umorismo italiano” il cantautore comincia a guardarsi da fuori, come accadrà poi meglio nella terza parte dell’album, e a capire che c’è qualcosa di malato e ossessivo nella continua ricerca dell’altro nella propria vita (“Io che ti parlo disperatamente delle nostre cose, in scena sembrerei solo un buffone”). 

L’iride: la relazione che si incarna nei corpi e negli sguardi

È nel terzo capitolo dell’album, cioè L’iride, che però le due anime precedentemente descritte si fondono. Per l’artista l’iride è ciò che cerchiamo di non far vedere agli altri e quindi qui la dipendenza dall’altro diventa necessità di conoscere ogni peculiarità di chi si ama, senza perdersi niente, come canta in “Ti avessi conosciuto prima” (“Ho troppa voglia di ascoltare e di sapere”), ma anche in “Infanzia negli occhi” (“Parlami ancora di te, come se rovesciassi la tua storia sul pavimento”).

Ogni vissuto condiviso con la persona amata si incarna nel corpo di chi vive il sentimento in modo così totalizzante. In “Sporchissima poesia”  infatti, Bravi afferma di non saper lasciare andare alcun ricordo della sua storia (“Non smetto di sentire e di portarmi addosso tutte le case che siamo stati”), mentre in “Atlante degli amanti” è il corpo dell’altro a rappresentare la strada per smarrirsi e ritrovarsi in un solo tempo (“E poi perdere l’orientamento nei tuoi occhi e naufragare sopra le tue labbra”). In definitiva però, anche gli altri, in “Se ci guardassero da fuori”, non possono far altro che constatare che un amore tale rende due innamorati “Così perfetti, così naturali”.  

In conclusione

In questo quarto album Michele Bravi è più adulto, compiuto e consapevole e riesce ad abbandonare il linguaggio talvolta ermetico o eccessivamente metaforico dei suoi precedenti lavori. Quello che viene consegnato al pubblico è un lavoro dalla scrittura diretta, immediata e trasparente, che sviscera senza filtri e senza sconti tutte le sfaccettature del sentimento più raccontato nella musica, ma senza banalità o ridondanza.

Bravi non cerca di accontentare le mode del momento e infatti la durata dei brani non è propriamente streaming-friendly, così come la scelta di inserire un’intro lunga più di un minuto nella nona traccia del disco. Al contempo però, sa spaziare in termini di generi, perché parte musicalmente con atmosfere rarefatte, andando poi a misurarsi con uptempo martellanti nei brani centrali del disco, fino a sfruttare con potenza un arrangiamento orchestrale, nella conclusione dell’album. Sia nei testi che nella musica, sembra proprio che l’intento dell’artista sia quello di restare nel tempo, toccando gli animi di chi ascolta con un linguaggio universale e non ingabbiato nelle esigenze commerciali di un dato periodo. 

Miglior traccia: Mi sono innamorato di te

Voto complessivo:/10

Tracklist e stelline 
  1. Viaggio nel tempo★★★★★★★★★
    [Michele Bravi, Antonio Caputo, Marco Salvaderi, Kende, Lorenzo Santarelli, Giuseppe Taccini]
  2. Mi sono innamorato di te ★★★★★★★★★★
    [Michele Bravi, Alessio Buongiorno, Domenico Cambareri]
  3. Le leggi dell’universo ★★★★★★★★★☆
    [Michele Bravi, Marco Paganelli, Lorenzo Vizzini]
  4. Per me sei importante ★★★★★★★★☆☆
    [Michele Bravi, Matteo Orsi – Kende, Marco Salvaderi, Lorenzo Santarelli]
  5. Odio ★★★★★★★★½☆☆
    [Michele Bravi, Gabriel Rossi – Michele Bravi, Alessio Buongiorno, Domenico Cambareri, Marco Salvaderi, Lorenzo Santarelli]
  6. Mal d’amore ★★★★★★★½☆☆☆
    [Michele Bravi, Antonio Caputo, Alessio Marullo]
  7. Umorismo italiano ★★★★★★★☆☆☆
    [Michele Bravi, Antonio Caputo, Marco Salvaderi, Kende, Lorenzo Santarelli]
  8. Malumore francese (feat. Carla Bruni) ★★★★★★★☆☆☆
    [Michele Bravi – Antonio Caputo, Emanuele Mattozzi]
  9. Infanzia negli occhi ★★★★★★★★★★
    [Michele Bravi, Alessio Buongiorno, Domenico Cambareri]
  10. Se ci guardassero da fuori ★★★★★★★½☆☆☆
    [Michele Bravi, Antonio Caputo, Marco Salvaderi, Kende, Lorenzo Santarelli]
  11. Ti avessi conosciuto prima ★★★★★★★★★½☆
    [Giuliano Sangiorgi]
  12. Sporchissima poesia ★★★★★★★★☆☆
    [Michele Bravi, Marco Cantagalli, Iacopo Sinigallia]
  13. Atlante degli amanti ★★★★★★★★½☆☆
    [Michele Bravi]
Insegnante e milanese d'adozione dai tempi dell'università. Nel tempo libero mi dedico alle mie due più grandi passioni: concerti e viaggi. Mi definisco memoria storica dei talent e music show italiani: Amici, X Factor e Sanremo non hanno segreti per me
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