Monica Sarnelli: “‘T’amo e t’amerò’ è il mio omaggio a Peppino Gagliardi” – INTERVISTA

Monica Sarnelli

Monica Sarnelli omaggia il talento di Peppino Gagliardi

“T’amo e t’amerò” è il nuovo singolo in rotazione radiofonica di Monica Sarnelli, artista napoletana che dedica questo brano alle persone che ama, è anche un triplice omaggio, mi racconta: all’autore Peppino Gagliardi, scomparso l’estate scorsa; alla Zeus, storica casa discografica campana e a Little Tony che lo ha inciso, assieme allo stesso autore, nel lontano 1963. Sento Monica per un’intervista, per farmi raccontare il suo ultimo lavoro discografico, lei è nella memoria di tutti l’interprete femminile di “Un posto al sole”, canzone che fa da sigla all’omonima fiction, o come si usa dire oggi serie tv, che va in onda tutte le sere su Rai3 da quasi trent’anni con oltre 6.400 episodi. ‘Un posto al sole’ è un omaggio a Napoli e lo per certi è versi anche la discografia della Sarnelli.

Ciao Monica, come stai? Oggi parliamo di questa tua interpretazione di un brano che fa parte della storia ma che tu hai reso nuovo e fatto tuo: “T’amo e t’amerò” è un brano che è un piacere ascoltare perché non è usurato e allo stesso tempo ha una forza nella scrittura e, come l’hai resa tu, nell’interpretazione che lo rende un grande classico della musica italiana.

«Ciao Antonino, è un piacere sentirti, sono contenta che il brano ti sia piaciuto. Per me è stato bellissimo interpretarlo, ho amato da subito l’arrangiamento anni ’70 che ha fatto Gianni Fiorellino. L’ho inciso la primavera scorsa, ho il rammarico di non avere avuto il tempo di farlo ascoltare a Peppino Gaglardi. Un autore che ho sempre amato, posso dire di essere stata una sua fan, una decina di anni fa sono stata ad un suo concerto, sono andata a salutarlo in camerino, mi ha fatto piacere in quella occasione prendere atto che anche lui mi stimava e mi seguiva».

Tu hai reso questo brano profondamente tuo, è una dichiarazione d’amore, a chi lo dedichi?

«Non è stato un anno facile, a settembre ho perso mia madre, a gennaio prematuramente mio fratello, lo dedico a tutte le persone che amo. Questa canzone è un triplice omaggio, in prima battuta a Peppino Gagliardi, a Little Tony che lo ha portato al successo, pensa, nel 1963 e alla Zeus, storica casa discografica napoletana per la quale l’ho incisa, una casa di produzione presente sul mercato da oltre 60 anni, pensa dalla Zeus sono passati artisti del calibro di Mario Merola, Gigi Finizio, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio e tanti altri, un orgoglio per la nostra città».

È sempre bello vedere il rapporto che c’è fra Napoli e i suoi artisti, un legame viscerale, indissolubile, non c’è intervista o intervento di un artista campano che non faccia riferimento alla sua splendida città, da Gigi D’Alessio a Clementino per arrivare a Geolier da subito sostenuto e celebrato dalla sua città, come abbiamo potuto vedere all’ultimo Festival di Sanremo. Deve essere una grande responsabilità e onore per un artista napoletano avere questo zoccolo duro che è dato dalla propria città. Città che tu in qualche modo porti in scena tutte le sere con la tua voce nella sigla di Un posto al sole.

«Sì, è vero, Napoli è una città magica, poi devo dire che la vittoria dell’ultimo scudetto l’ha portata alla ribalta, è piena di turisti che finalmente apprezzano le nostre bellezze, il nostro clima, la nostra cucina. Troppo spesso Napoli è finita al centro per le brutte notizie, spero sia cambiata l’aria e che si possano valorizzare le nostre infinite risorse».

Ricordo dei discorsi di una mia collega, Maria, che parlava della bellezza della sua città e del fatto che la galleria di Milano fosse stata progettata prendendo a modello la galleria di Napoli. Tornando a “T’amo e t’amerò”, mi dicevi che hai provato a contattare il maestro Gagliardi durante l’incisione della sua canzone…

«Sì, tramite un amico comune, il maestro Gianni Aterrano, pianista, per una vita, di Sergio Bruni ma anche scopritore di grandi talenti come Massimo Ranieri, nei mesi scorsi, avevo provato a coinvolgere Peppino Gagliardi nella realizzazione di questa nuova versione del brano. La risposta fu che qualche acciacco non gli permetteva di partecipare a questa registrazione. Per un attimo pensai ad una risposta diplomatica ma, purtroppo, dopo qualche mese ebbi conferma dei reali problemi di salute e, dopo poco, il grande Peppino è volato via. Poi ho un legame particolare a questo brano, io ho cominciato a fare questo mestiere aprendo anche i concerti di Little Tony che incise il brano nel 1963. Ho dei bellissimi ricordi di quel periodo, il mio esordio professionale avvenne proprio collaborando con il “mitico” Antonio Ciacci (vero nome di Little Tony, nda) nei primi anni ‘80: aprivo i suoi concerti in piazza con, alle chitarre, un altro giovanissimo molto talentuoso: Paolo Carta, oggi noto anche marito e direttore musicale di Laura Pausini».

Questo brano è tratto dal tuo ultimo album “È n’ata manera”, un album che pubblichi dopo otto anni da “A Testa in Su”, undici da “Notte Lenta” e quasi venti da “Lazzare Felici”, prodotto e distribuito dalla Zeus, storica casa discografica, fondata dalla Famiglia Barrucci nei primi Anni ‘60.

«Sì, sono dieci tracce scritte da grandi autori: Vincenzo D’Agostino, Bruno Lanza, Gianni Fiorellino, Enzo Caradonna, Sally Monetti. Sono state dirette, arrangiate e realizzate dal cantautore e polistrumentista Gianni Fiorellino che nell’album suona anche piano, tastiere e chitarre. Un album suonato alla vecchia maniera, senza fare uso di elettronica. È un progetto che apre nuovi scenari nel mio percorso artistico e che grazie alle scelte di Gianni Fiorellino mi ha permesso di sperimentare una vocalità diversa rispetto a quanto fatto in precedenza».

Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.
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