La raffinatezza del senza tempo che si fa presente nel “Malumore francese” di Michele Bravi e Carla Bruni – RECENSIONE

Michele Bravi Carla Bruni

Recensione del singolo che unisce la voce del cantautore a quella dell’icona italo-francese

Collaborazione internazionale e non facilmente prevedibile per Michele Bravi che, per accompagnare la pubblicazione del suo nuovo album d’inediti, è riuscito a catturare la voce di un’intensa Carla Bruni in “Malumore francese“. Il brano, che arriva dopo i singoli “Odio” “Per me sei importante”, segue l’evoluzione del filone autorale ed artistico del cantautore di Città di Castello ma lo arricchisce di un elemento.

L’eternità di un addio

“Je veux un amour éternel qui dure aussi longtemps qu’un au revoir, adieu”. Attorno a questo verso sussurrato con nostalgia e sensualità dall’ospite transalpina, Michele Bravi costruisce tutto il senso narrativo di questo “Malumore francese”. L’idea è quella di desiderare l’eternità di un amore che sia per sempre ma che, contemporaneamente, si consuma nell’immediatezza di un addio che si concretizza in un istante.

La collocazione spaziale precisa di un’atmosfera francese, con tutte le sue implicazioni romantiche e sognanti, si scontra con l’imprecisione temporale. In questa collocazione spazio-temporale due corpi si cercano e si vogliono affrontando anche con desiderio sfiorandosi la pelle, scambiandosi un bacio che nasconde nuove voglie e che, con quel pizzico d’ironia che la fisicità prevede, lancia sullo sfondo anche l’idea di un ménage à trois.

Alla presente idea di fisicità si oppone quella della volontà di un addio frutto della mente. Così l’amore dei sensi si scontra dalla decisione di allontanarsi. A restare è, da una parte il ricordo, dall’altra il sentore certo di una colpa. Anche in questo un perfetto contrasto tra due condizioni alternative che mostrano la totale estraneità dei due protagonisti del piano narrativo.

Il duplice piano musicale

Per un climax narrativo di questo tipo sarebbe stato facile immaginare una forma-canzone sospesa che sfruttasse sia l’iconicità di Carla Bruni che l’intensità narrativa di Michele Bravi. In realtà, “Malumore francese” sceglie, anche in questo caso, la strada opposta di un’uptempo che lascia traspirare comunque con forza il sentore di una decadenza tipicamente propria di quella malinconia francese più volte evocata nel testo.

La sensualità del desiderio dell’ospite francese si confronta con la ruvidezza di un rimpianto che la sovrapposizione di linee vocali ben rende. L’eterno di un sentimento che ciclicamente ritorna si trova così in un perfetto contraltare rispetto alla prontezza dell’immediato presente che mette la parola fine di fronte alla prossima certezza del riiniziare. Il “malumore francese” diventa quindi una pennellata di nostalgica raffinatezza che guarda al passato prima che una nuova ondata di presente cambi il percorso delle voci di Michele Bravi e Carl Bruni senza che queste si modifichino mai per davvero.

Direttore editoriale e fondatore di "Libera la Musica" dal 2024 dopo essere stato per 12 anni alla guida di uno dei principali siti d'informazione e critica musicale. Amante del pop, delle belle voci, della nostalgia e del mondo andato fatto di classe, divismo, qualità e canto. Non rinnego il futuro, lo incoraggio ad essere migliore non cancellando il passato.
Exit mobile version