“Comuni mortali” è l’album della maturità di Achille Lauro – RECENSIONE

Achille Lauro

Recensione di “Comuni mortali“, il nuovo album di inediti di Achille Lauro

È bello assistere all’evoluzione degli artisti che danno modo di ricredersi anche ai più scettici. Achille Lauro ha suscitato spesso confusione in chi scrive: un buon repertorio ma tante, troppe, trasformazioni, la mancanza di una strada ben definita e la sensazione che il focus fosse più sull’estetica e sulla ricerca di una provocazione in più occasioni forzata che sulla proposta musicale. Il suo percorso, fino a pochi mesi fa, faceva pensare a una sorta di gavetta infinita prima di trovare l’abito più adatto per lui e per la sua musica e trovato, finalmente e forse definitivamente, oggi con “Comuni mortali“, il suo settimo album di inediti pubblicato lo scorso venerdì 18 aprile.

I brani s’inseriscono quasi tutti nello stesso filone dei singoli che hanno anticipato il progetto

Comuni mortali” è una più che mai esaustiva fotografia di un artista che ha raggiunto la piena maturità strizzando l’occhio al passato, ai cantautori che hanno accompagnato la sua crescita personale e artistica e a quel gusto autorale già toccato occasionalmente con canzoni come “16 marzo“, “C’est la vie” e “Marilù“, e ci mostra il miglior Lauro di sempre. Con qualche eccezione in continuità con gli ultimi lavori, i brani s’inseriscono quasi tutti nello stesso filone dei singoli che hanno anticipato il progetto e di cui si è già abbondantemente parlato, “Amore disperato” e “Incoscienti giovani“, tra ritornelli ariosi, dolci melodie, immagini cinematografiche e suggestioni vendittiane.

Quello che propone Lauro è un album contraddistinto da dediche, storie di amore incondizionato e di tormento, racconti di vita personale ma anche dal valore universale e, in questo senso, la focus-track del progetto non può che essere “Amor“, ballatona dal ritornello enfatico e corale che omaggia Roma accompagnando due innamorati nella crescita del loro rapporto, con l’immagine notturna della Capitale a fare da sfondo (“Non rinuncerò a portarti a Trastevere all’alba a fa ‘na serenata“).

Le dediche alla madre e a un amico

È un Lauro che esprime la parte più intima di sè, aprendosi come mai aveva fatto prima, e questa autenticità risulta particolarmente evidente in “Cristina“, sentita e commovente dedica alla madre (“Non è facile in fondo crescere un uomo, ma ce l’hai fatta mamma“) che diventa anche occasione per raccontare la propria sofferta infanzia, tra il difficile rapporto che vivevano i genitori (“Mia madre c’era sempre, è sempre stata vicina, sognando una famiglia ma subendo per prima, mentre mio padre addosso le urlava e la sminuiva“), il distacco dal padre (“Ed un padre non c’era e noi crescevamo tra figli di nessuno“), i pensieri suicidi (“Quando la chiamai prima di farla finita“) e i problemi del fratello con la droga (“Mio fratello iniziava a farsi, si era ammalato“).

Questa urgenza di riportare alla luce il proprio passato risulta nitida anche nel ritorno al rap degli esordi, portato però nella dimensione più cantautorale del progetto, come dimostra la scelta di un arrangiamento piano e voce, di “Barabba III“, una dedica a un amico di infanzia che, a differenza di Lauro, non ce l’ha fatta, perdendosi tra droga e malavita (“Avevi un impero, frate, kili, coca e spacciatori, eri il capo della piazza dove poi ci muori“). Inevitabile l’esortazione, rivolta alla politica, a correggere il degrado in cui si trovano le periferie (“Dovrebbero aiutarci prima che muoiano gli altri, prima che poi facciano ‘sta fine altri ragazzi“).

Il focus del progetto è nella vulnerabilità che contraddistingue i “comuni mortali

È il senso di vulnerabilità ad essere al centro di un progetto che vuole raccontare ciò che più accumuna i “comuni mortali“, rendendoli tutti uguali. “Perdutamente” apre il disco affrontando il tema della precarietà della condizione umana, con diverse figure a condividere la sensazione che ci si può aspettare “una vita” ma poi basta “una notte per farci sparire“, e anche le canzoni d’amore sono spesso velate da una profonda sofferenza.

Il protagonista delle tinte dance di “Dirty love” canta alla propria amata che “tu mi prendi l’anima e poi non mi dai niente“, mentre la coppia di “Happy birthday Mr. Kennedy” (il brano che, più di tutti, richiama alla fase punk di “Rolls Royce“) vive un rapporto condizionato da dipendenze (“St’amore è solo Fentanyl, conta più non esserci, e ‘sti ragazzi stupidi, 500 Supradin, st’amore è solo LSD“) che tornano anche nella freschezza pop anni ’90 di “Fiori di papavero” (“Ci nascondiamo dietro certe dipendenze“).

Walk of fame” è, invece, un ispirato excursus sull’amore vero e su come, per uscirne fortificato, debba superare mille peripezie (“L’amore è farsi un giro tra le rapide“) e accettare anche la distanza (“Il vero amore è fare a meno di te“), in quello che diventa una sorta di elogio alla vulnerabilità quando dice che “l’amore non è amore senza lacrime“. Il sentimento viene, quindi, affrontato in maniera leggera e spensierata solo in “Dannata San Francisco“, che vede al centro un amore talmente totalizzante da cantare che “per stare con te cinque minuti questa notte sì, mi compro casa“.

Crescita autorale, emotiva e a livello di tematiche

Comuni mortali” evidenzia, così, una superba crescita nel repertorio di Achille Lauro, sia dal punto di vista autorale ed emotivo che a livello di tematiche, e “Nati da una costola” è il brano che, forse più di tutti, riesce a rappresentarla al meglio per come unisce il ritornello solenne e figlio della miglior tradizione melodica italiana a un testo che è un originale affresco in bilico tra letteratura, mitologia, religione e sociologia, con riferimenti a Dante e al mito biblico di Eva per invitare a riflettere sulle nostre origini e sul posto che occupiamo in un mondo in cui perdiamo spesso tempo a “farci la guerra“, ignorando che la storia “ci accumuna“.

È lo specchio di un album fortemente introspettivo, in cui Lauro sorprende proprio perchè non cerca più la sorpresa a tutti i costi ma si nutre, finalmente, solo di musica. Dopo averle provate tutte, oggi ci troviamo di fronte a un cantautore intelligente nel capire che, per stupire, serviva giocare in sottrazione, abbandonando tutti gli orpelli e mostrandosi con assoluta autenticità. “Comuni mortali“, infatti, non è un disco furbo, non ci sono featuring acchiappa-streaming (una rarità al giorno d’oggi) e si sentirà tanto in radio solo in virtù dello status che ha raggiunto oggi l’artista, non perché schiavo dell’attualità del mercato musicale. E tutto questo lo rende l’album della maturità di Achille Lauro.

Miglior traccia: Cristina

Voto complessivo: 8,5/10

Tracklist e stelline
  1. Perdutamente ★★★★★★★★★☆
    [Achille Lauro, Federica Abbate, Simon Pietro Manzari, Daniele Nelli – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni]
  2. Amor ★★★★★★★★★½
    [Achille Lauro, Jhoanna Bellina, Matteo Ciceroni, Daniele Nelli – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni]
  3. Dannata San Francisco ★★★★★★★★☆☆
    [Achille Lauro, Simon Pietro Manzari, Matteo Ciceroni, Daniele Nelli – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni]
  4. Cristina ★★★★★★★★★★
    [Achille Lauro, Simon Pietro Manzari – Daniele Nelli, Gregorio Calculli, Edoardo Manozzi]
  5. Fiori di papavero ★★★★★★★☆☆☆
    [Achille Lauro, Davide Simonetta, Paolo Antonacci, Michelangelo – Michelangelo]
  6. Amore disperato ★★★★★★★★★½
    [Achille Lauro, Federica Abbate, Olly – Merk, Kremont, Eugenio Maimone, Leonardo Grillotti, Daniele Nelli, Matteo Ciceroni, Gregorio Calculli]
  7. Incoscienti giovani ★★★★★★★★★½
    [Achille Lauro, Davide Simonetta, Simon Pietro Manzari, Paolo Antonacci – Davide Simonetta, Paolo Antonacci, Daniele Nelli, Matteo Ciceroni, Gregorio Calculli]
  8. Walk of fame ★★★★★★★★☆☆
    [Achille Lauro, Coez, Daniele Nelli, Matteo Ciceroni – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni]
  9. Dirty love ★★★★★★☆☆☆☆
    [Achille Lauro, Davide Petrella, Simon Pietro Manzari, Mattia Cutolo, Francesco Viscovo – Gregorio Calculli, Matteo Ciceroni, Federico De Marinis, Mattia Cutolo]
  10. Nati da una costola ★★★★★★★★★½
    [Achille Lauro, Daniele Nelli, Matteo Ciceroni, Federica Abbate – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni, Gregorio Calculli]
  11. Happy birthday Mr. Kennedy ★★★★★★★☆☆☆
    [Achille Lauro, Daniele Nelli – Daniele Nelli, Matteo Ciceroni]
  12. Barabba III ★★★★★★★★★☆
    [Achille Lauro, Simon Pietro Manzari, Matteo Ciceroni – Gregorio Calculli, Matteo Ciceroni, Daniele Nelli]
Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.
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