Sal Da Vinci e il platino per “Rossetto e caffè”: perché le radio non l’hanno trasmesso?

Sal Da Vinci

Lo strano caso di “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci: 100 mila copie vendute e nessun passaggio sui network

È sicuramente il caso musicale dell’anno, il disco di platino più inaspettato e anche il più grande successo della scorsa estate in rapporto alla promozione avuta: parliamo, ovviamente, di “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci che, grazie unicamente alla viralità social, ha da poco superato le 100 mila copie vendute trovandosi al centro di una strana circostanza. Il brano, infatti, ha conquistato tutti, tranne i media: non è mai entrato in rotazione su nessun network radiofonico e non è stato inserito nel cast di nessun festival estivo.

Longevità e numeri clamorosi per un artista lontano dal mainstream

Pubblicato a metà giugno, “Rossetto e caffè” (qui le reaction alla sua uscita) è diventato, in breve tempo, uno dei tormentoni dell’estate pur senza avere l’ambizione di esserlo, mantenendo un ritmo sempre costante e dimostrandosi più longevo di tutte le hit estive designate che stanno crollando in tutte le classifiche.

Sal Da Vinci, invece, non molla: mentre scriviamo, è ancora al nono posto della classifica di Spotify e al primo in quella dei video più visualizzati su YouTube, e la settimana scorsa è salito addirittura sul gradino più basso del podio della classifica FIMI, superando tutte le tracce, di fresca uscita, del nuovo album di Lazza.

Un successo totalmente indipendente e autoprodotto con numeri clamorosi sulle piattaforme per una canzone perfettamente in linea con la tradizione melodica italiana e per un artista mai stato vicino al mainstream – 21 milioni di ascolti su Spotify e 37 milioni di visualizzazioni su YouTube – e, quindi, diventa inevitabile chiedersi perché, davanti a risultati simili, i network radiofonici abbiano totalmente ignorato la canzone.

I motivi del boicottaggio da parte delle radio

Difficile pensare che sia per una mancata radiofonicità perché la forza del brano, a prescindere dai gusti, è proprio nel ritornello in grado di incollarsi in testa sin dal primo ascolto, e difficile pensare che sia per motivi di linea editoriale perché le radio hanno più volte dimostrato di modificare le loro scelte in relazione all’esposizione degli artisti: l’ultimo caso è quello di Anna Pepe, all’inizio ignorata dai network con ogni sua proposta e quest’anno balzata al primo posto della classifica Earone.

Il motivo è, quindi, da cercare nelle dinamiche di mercato, come peraltro confermato dallo stesso Sal Da Vinci in un’intervista rilasciata quest’estate al Messaggero: “Lo sappiamo tutti, ci sono dei sistemi. La mia canzone si sta rivelando una hit su Spotify, ma nessuno mi invita. I miei agenti provano a propormi ai programmi tv, ma ricevono tutti no. E poche radio mi passano, peraltro non quelle dei grandi network“. Quasi impossibile trovare spazio per un artista senza legami con le major nell’attuale sistema radiofonico che ha le quote più basse di sempre riservate alla musica indipendente (nel 2023 la media tra tutti i network era sotto al 10%).

Questa settimana in Top 50 su Earone ci sono appena due artisti italiani indipendenti, e peraltro nemmeno in posizioni di vertice: Ultimo al trentesimo posto e Diodato al trentottesimo. Anche Irene Grandi – fresca di pubblicazione di un singolo, “Universo“, che la vede tornare a collaborare con Francesco Bianconi e che avrebbe tutte le carte in regola per ripercorrere lo stesso successo dei brani che le ha scritto in passato il leader dei Baustelle, “Bruci la città” e “La cometa di Halley” – è stata quasi del tutto ignorata dai network (solo Radio Italia, per ora, la trasmette).

L’orgoglio di un successo scelto unicamente dal pubblico

Il discorso su “Rossetto e caffè” è, però, profondamente diverso, perché non si trattava di un successo da lanciare ma di una hit già pronta da trasmettere, e quindi in linea con le attuali strategie dei network, che si limitano a cavalcare quello che già funziona sulle piattaforme o su cui ci sono i maggiori investimenti. Il trattamento riservato a Sal Da Vinci risulta, così, inspiegabile e ci delinea un mondo radiofonico ormai quasi del tutto votato alle major, in una linea più opportunistica che realmente votata alla musica.

Un successo indipendente fatica ad essere trasmesso in radio anche davanti a numeri simili semplicemente perchè non ha gli agganci e gli investimenti giusti, ed è però questa la più grande soddisfazione per il cantautore napoletano. A Sal Da Vinci rimarrà sempre l’orgoglio di aver dato vita ad uno dei più grandi successi dell’anno pur senza avere alcun appoggio alle spalle e venendo, unicamente, scelto dal pubblico. E oggi può dirsi quasi un unicum.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.
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