Ultimo, il miglior cantautore italiano dei nostri giorni

Ultimo

La storia straordinaria di un giovane cantautore che ha conquistato l’Italia a suon di canzoni vere

Ventinove anni, appena otto anni di carriera ma la statura di un gigante sotto il profilo discografico e, soprattutto, artistico: Ultimo è, di fatto, la bandiera issata più in alto del cantautorato italiano dei nostri giorni. Lo è diventato a suon di canzoni e di concerti che l’hanno reso uno degli artisti più amati trasversalmente. Un profilo, il suo, anomalo per l’industria odierna e, ancor di più, per la musica d’oggi che non presenta più profili di cantautori intesi come tradizionalmente potremmo pensarli. Lui, però, si, lui è Ultimo.

Il profilo di un artista che si fa musica

Fin da quando, nel 2017, la sua carriera iniziò a delinearsi, l’immagine musicale di Ultimo si rifletteva perfettamente su quello che veniva ad essere presentato come il suo intento, il suo nome e la sua storia. Ultimo non perchè un nome d’arte era necessario. Ultimo perchè la sua voleva essere la narrazione della gente, di chi ogni giorno si sente ai margini e, soprattutto, quei margini (reali ma, poi, anche e soprattutto emotivi) li vive.

Ecco che la vera forza propulsiva di Ultimo, quella da cui ha tratto slancio il suo intero percorso artistico, sta proprio nella coerenza del suo raccontarsi e del suo mostrarsi. Ultimo perchè ultimo. Al pubblico è piaciuto ricevere un messaggio che potesse sentire affine al proprio sentire ma, ancora di più, è piaciuto sentirlo arrivare da un artista che, con verità, rappresentava quella medesima condizione. Il tutto ha assunto una forza straripante quando oltre a messaggio ed immagine anche la musica è risultata sintonizzata. Le canzoni che Ultimo ha proposto hanno continuamente raccontato il confino ai margini, il disagio dei sentimenti come anche l’autenticità di una vita reale che sa vivere il bene ed il male delle cose.

Un cantautore vero alternativo al mercato

Anche nei circuiti musicali Ultimo è risultato essere coerente e vero. Lo ha fatto dichiarandosi cantautore dal principio mantenendo ininterrottamente questo status. In sei album pubblicati con più di 80 brani si contano sulle dita di una mano quelli che presentano coautori in aggiunta alla sua penna. Cantautore perché le canzoni le scrive. Da solo. Così come i duetti e le collaborazioni. Poche, pochissime. Contrariamente a quanto il mercato suggerisce e, talvolta, impone di fare per funzionare agli occhi degli algoritmi e delle logiche discografiche odierne.

Una penna, la sua, che, ancora una volta, non smette mai di essere coerente con sé stessa, con il proprio scrivere e con il proprio interpretare la musica. Ultimo scrive da Ultimo. Lo fa, con le dovute evoluzioni naturali, oggi come 8 anni fa. Non ci sono mode da seguire, ricette del successo facile da adottare o strategie di marketing a condizionarne la scrittura. Ultimo scrive e compone sfruttando il pianoforte come si faceva un tempo. I suoi arrangiamenti non ne mascherano l’utilizzo ma, anzi, ne esaltano la forza riconducendo la scrittura del giovane ragazzo romano a quella dei grandi cantautori del nostro passato. Una verità, anche qui, che lo rappresenta in prima persona e che lo fa arrivare agli occhi del pubblico per così com’è trovando, fortunatamente, una simmetria larga, larghissima, nei numeri di chi lo ascolta e si rispecchia nelle parole e nelle storie che canta.

La creazione di una comunità, i live, l’attaccamento

E proprio da quel riflettersi, da quel riconoscersi largo, ha origine la forza del fenomeno-Ultimo. Fin dalla prima folata di successo, quella del Sanremo Giovani 2018 con ‘Il ballo delle incertezze’, Ultimo ha saputo costruire una comunità che lo seguisse, lo ascoltasse e, soprattutto, lo continuasse a voler vedere dal vivo. Un’esperienza, quella dei concerti di Ultimo, che spiega gran parte della sua forza. Non si tratta semplicemente, come spesso accade oggi, di un grande karaoke a cielo aperto. Gli stadi che ormai Nicolò riempie ogni estate dal 2022 sono la concretizzazione di quella comunità del comune sentire in cui si annullano le distanze e le canzoni diventano inni da urlare a squarciagola come se, finalmente, gli ultimi potessero buttare fuori tutto quello che sono continuamente costretti a tendere dentro.

La stampa lo ignora ed i social radical chic talvolta lo snobbano ma la gente lo ama. Certo, le generalizzazioni non sono mai un bene. Quando agli albori della sua carriera intervistai Ultimo (qui) fui il primo a riconoscerne un grandissimo potenziale. Da allora lo osservai e lo apprezzai da spettatore e da giornalista guardando esclusivamente alla sua musica, alla sua arte che non può che essere apprezzata da chi dalle sette note chiede ancora anima e non artificio.

Ultimo è coerenza e verità. Ultimo è canzoni e musica. Ma Ultimo è, soprattutto comunità, attaccamento e società: un legame, questo, che appartiene solo ai più grandi. Ecco perchè lui, Ultimo, oggi è, di fatto, il miglior cantautore italiano dei nostri giorni.

Direttore editoriale e fondatore di "Libera la Musica" dal 2024 dopo essere stato per 12 anni alla guida di uno dei principali siti d'informazione e critica musicale. Amante del pop, delle belle voci, della nostalgia e del mondo andato fatto di classe, divismo, qualità e canto. Non rinnego il futuro, lo incoraggio ad essere migliore non cancellando il passato.
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