Il nuovo singolo di Giusy Ferreri segna il suo esordio con i Bloom
La nuova vita artica di Giusy Ferreri passa per i Bloom attraverso “E’ la verità“, singolo di lancio di un nuovo progetto discografico che, in realtà, è la ripresa di quello che la cantautrice ha sempre voluto fare musicalmente nella sua carriera. Sempre voluto ma mai (o raramente) potuto mettere in atto per via di convenienze discografiche. Ora che la voce ipnotica di ‘Non ti scordar mai di me’ ha scelto di fare di testa propria aprendo un percorso parallelo al proprio procedere solista, ecco che lo spazio per sperimentare suoni ed atmosfere gotic-rock è non solo possibile ma anche realtà.
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Richiami di atmosfere rock alternative
Quella che emerge è una scrittura cupa, anche se narrativamente filante, in cui Giusy Ferreri si cala anche come autrice dando totale senso alla sua alternativa visione musicale. Questa nuova scenografia, in realtà, è dettata soprattutto dal mondo sonoro di riferimento che viene scelto per la costruzione di melodia e arrangiamento del brano.
Musicisti navigati come Massimiliano Zanotti, Roberta Raschellà e Alessandro Ducoli accompagnano la cantautrice lombarda attraverso la costruzione di un brano che guarda senza mezze misure all’universo rock. Chitarre e ritmica spingono sull’acceleratore non risparmiandosi e, anzi, sostenendo la vocalità più graffiata e sabbiosa di una Giusy che, in questo ambiente sonoro, trova maggiore verità e coerenza anche rispetto alla sua scarsa pulizia timbrica.
La scelta di un percorso alternativo
Dopo anni di tormentoni pop e di hit estive poco rappresentative (di cui è comunque stata capostipite della rinascita che ancora oggi viviamo), Giusy Ferreri da una nuova sterzata alla propria carriera. “E’ la verità” è un brano che la racconta, all’interno di una dimensione nuova e diversa come quella dei Bloom, profondamente da un punto di vista musicale e di ambizioni stilistiche. La sua voce è finalmente libera di lasciarsi andare, l’immaginario narrativo la riporta a raccontare una realtà dai colori scuri e di sentimenti contrastanti e non sempre definite. Nel panorama non vanno nascoste le “dannate anime” e persino il noi amoroso viene raccontato come quello di “povere vittime”.
L’amore, che spesso la Ferreri ha cantato nel suo percorso pop, è qui messo in scena come un sentimento su cui dubitare, su cui mettere in prova la fiducia reciproca e su cui appare evidente anche un ombra di buio che rende il tutto ancor più reale e tangibile.
Dieci anni dopo “La bevanda ha il retrogusto amaro”, gemma dark-rock dell’album più coraggioso e personale della carriera solista di Giusy Ferreri, la cantautrice torna a guardare a quelle che sono le sue reali passioni musicali con un brano sincero e autentico nella propria destinazione. Il suono è potente, la sua voce non si risparmia e la resa finale ne trae beneficio. Potrà far storcere il naso a chi ha glorificato la Ferreri come la voce di ‘Roma-Bangkok’ ma oggi è tempo di cambiare pagina e di dare all’artisticità il proprio senso.
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