Ermal Meta ferma l’attesa di un nuovo inizio con “Buona fortuna” – RECENSIONE

Ermal Meta 2024

Recensione del nuovo album d’inediti di Ermal Meta

Un disco pensato come una raccolta di dodici fotografie che hanno lo scopo di fermare l’attesa di un nuovo inizio. Ermal Meta torna con il suo quinto album di inediti – “Buona fortuna” – quando manca circa un mese alla nascita della figlia Fortuna, e il progetto viene quindi inevitabilmente influenzato dalla voglia di raccontare chi si è oggi prima che la vita cambi radicalmente.

È un viaggio dentro sè stesso quello che fa il cantautore di origini albanesi, utile non solo nell’immediato ma anche in un futuro prossimo, quando farà ascoltare questo disco alla figlia e lei potrà così sapere come il padre vedeva il mondo e cosa sentiva il suo cuore aspettandola. Un modo per farsi conoscere ancora di più e insegnarle già da adesso tutto quello che sa sulla realtà e sulla ricerca di un proprio posto nel mondo.

Sguardo impietoso sulla realtà, ma fortemente speranzoso

Entra quindi alla perfezione in questo discorso la traccia d’apertura, “La strada la decido io“, un crescendo motivazionale in cui Ermal invita gli ascoltatori ad essere artefici del proprio destino non facendosi condizionare da influenze esterne: “E non ricordiamo che siamo migliori di quello che dicono le previsioni, fanculo ad ogni pronostico, oggi non leggo l’oroscopo, la strada la decido io“. Se ci crediamo, siamo infatti “padroni” di un “futuro bellissimo” anche quando “mi sento in pericolo” o “ho un attacco di panico“.

Una visione spesso cupa della realtà, raccontata con uno sguardo impietoso ma che non perde mai la speranza, e la conferma arriva anche nelle atmosfere anni ’80 di “Dance with you“: il pensiero qui va ai propri vent’anni e alle ansie e insicurezze tipiche del periodo, con però la maturità dell’oggi che permette la normalizzazione dell’errore e del fallimento (“Non è la paura di fallire o di deludere i tuoi genitori, è che nessuno ti perdona gli errori ma è così che si fa bene la vita, così si scopre l’America“). È la vita, paragonata a un “circo” che “ci prende in giro e poi ride di noi povera gente“, che spesso si diverte a farci inciampare ma non bisogna comunque mai perdere la voglia di gioire e di dirsi “I wanna dance with you“.

Disco che analizza in più occasioni la vita

L’analisi sulla vita torna in diverse tracce del disco, a partire da “Ironica“, tra le tracce più ispirate e interessanti dell’intero progetto sia a livello testuale che per il crescendo sonoro à la Coldplay: il cantautore, in questo caso, fa i conti con l’immagine che vede allo specchio e su come, in alcune occasioni, può fare paura “l’idea che mi ero fatto di me“. È una condizione tipica dello scorrere della vita, che non va capita ma semplicemente vissuta pensando che “fra passi sbagliati, carboni e diamanti, c’è solo il mio viaggio che comunque va avanti“.

Ogni giorno può rappresentare un nuovo inizio anche in un futuro visto come “una casa a luci spente“, ma vissuto con la consapevolezza che c’è sempre la possibilità di risalire dopo una discesa perchè “la vita è fatta per ricominciare, domani è un nuovo giorno e tutto cambia colore“: è quello che ci canta Ermal nella title-track, un modo per accogliere la figlia in arrivo augurandole “Buona fortuna“.

Uno sguardo meno positivo ce l’abbiamo, invece, in “Oro e sale“, ballad in piena tradizione Ermal tra poesia, intensità e profondità: il dolore possiamo sconfiggerlo solo da soli perchè “non verranno a salvarci gli eroi, puoi soltanto accettarlo se puoi“. L’unica cosa che può aiutarci è l’amore, paragonato a un “raggio di sole” che, da un momento all’altro, può trafiggerci e farci dire che “qualcosa è da salvare, siamo io e te“.

Amore tra tormenti e complicazioni

Amore che non è però solo salvezza ma anche tormento e questo emerge in particolare in “Certe cose“, brano in cui l’incedere allegro e trascinante tradisce un testo carico di zone d’ombra e immagini come “Tu mi hai salvato con una spada nel cuore“. È il racconto di un rapporto che causa sofferenza e un cambiamento non gradito: “Tu mi hai cambiato la forma e l’odore, sono come un cane che non riconosce il padrone“.

L’amour” sposta, invece, l’attenzione sull’analisi all’interno di una coppia e lo fa con un mood inedito di Ermal, che strizza l’occhio a Prince sia a livello sonoro che nel modo di usare la voce. Lo sguardo si rivolge qui alla natura anche complicata di ogni rapporto amoroso, in cui gli scontri e le piccole incomprensioni sono essenziali per mantenere intatta la naturalezza del sentimento (“Conosci i miei segreti di stato, per questo ci incazziamo male, all’amore a volte serve un po’ l’odio“).

Amori che finiscono e amori che possono darsi un’altra possibilità

Gli amori però, spesso, possono anche finire lasciando l’incessante dubbio di chiedersi se fosse stato possibile fare qualcosa di più per salvare il rapporto: è l’argomento al centro dell’emozionante “Finchè vita non ci separi“, traccia finale del progetto che mostra il classico crescendo contraddistinto da una grande carica emozionale in stile Ermal. L’intesa della coppia si inceppa all’improvviso ed è come ritrovarsi al fianco di un estraneo che conosce tutti i segreti dell’altro e se ne va via con loro, e non c’è alcuna possibilità di tornare indietro: “In un attimo si è acceso il buio fra di noi, era chiarissimo non riconoscersi più“.

Se il rapporto tra i due protagonisti di “Finchè vita non ci separi” è ormai irrecuperabile, c’è invece ancora possibilità nel racconto di “Io e te“, raffinatissimo duetto che esalta le tante sfumature vocali di Levante, con cui Ermal trova un ottimo connubio. Qui l’amore ha vissuto le difficoltà, la lontananza, il distacco, ma nei due c’è la consapevolezza che, ricordandosi dei bei momenti passati insieme, potrebbe ricominciare facilmente tutto: “Ne abbiamo viste io e te ma non lo ricordiamo, ed è così che poi alla fine ci dimentichiamo, stupidi che siamo, lo sai che ti amo“.

I singoli scelti per anticipare l’album

Quello che ci troviamo davanti è quindi un album profondamente versatile perché ricco di argomenti e sonorità, cosa già evidente dalla scelta dei tre singoli scelti per anticiparlo. Il viaggio è iniziato con l’inno alla libertà di “Male più non fare“, inciso in duetto con Jake La Furia in una riuscita commistione tra rap ed elettronica, ed è poi proseguito con il ritorno alla dimensione più poetica de “L’unico pericolo” (di cui qui la nostra recensione).

Ora invece, per accompagnare l’uscita del progetto, è arrivata in radio “Mediterraneo“, canzone che profuma di world music grazie al connubio tra mondi molto differenti tra di loro: la melodia dolce, avvolgente, malinconica, si incontra infatti con ritmi più tribali tra cui un canto arabo e un sample di un brano senegalese. Perfetta rappresentazione di ciò che si vuole raccontare nel brano: il Mediterraneo come uno spazio attraversato da vite che spesso non si conoscono, ma che hanno comunque in comune la condivisione di quello spazio.

È il brano che, insieme alle già citate “L’unico pericolo” e “Ironica“, Ermal ha fatto ascoltare ad Amadeus per provare a partecipare all’ultimo Festival di Sanremo e si fa fatica a capirne l’esclusione. L’intento del direttore artistico è stato infatti subito chiaro: dare in gran parte spazio a canzoni fresche, ballabili, ritmate e sono caratteristiche di cui è dotata anche “Mediterraneo“, con però in più una melodia cantautorale che l’avrebbe fatta spiccare perché diversa dall’elettronica preponderante dei troppi tormentoni in gara.

In conclusione

Buona fortuna” è quindi un album in cui Ermal Meta si presenta, come sempre, senza sovrastrutture. Un progetto sentito, sincero, autentico, che non ammicca all’attualità musicale pur risultando fresco, energico e orecchiabile in diversi punti, e non cade nella furbizia delle collaborazioni a portata di streaming e logiche discografiche. È nato semplicemente dalla voglia di raccontarsi e raccontare ciò che è lui oggi e l’intento è sicuramente riuscito: ciò che abbiamo ascoltato non è, infatti, soltanto l’album più importante della sua carriera perché arriva in un momento particolare della sua vita, ma è anche il più bello e ispirato.

Miglior traccia: Finchè vita non ci separi

Voto complessivo: 8,5/10

Tracklist e stelline
  1. La strada la decido io ★★★★★★★★★☆
    [Ermal Meta, Simone Pavia]
  2. Dance with you ★★★★★★★★½☆
    [Ermal Meta – Ermal Meta, Gianni Pollex]
  3. L’unico pericolo ★★★★★★★★☆☆
    [Ermal Meta – Ermal Meta, Simone Pavia, Gianni Pollex]
  4. Mediterraneo ★★★★★★★★☆☆
    [Ermal Meta – Ermal Meta, Gianni Pollex]
  5. Ironica ★★★★★★★★★☆
    [Ermal Meta, Simone Pavia]
  6. L’amour ★★★★★★★½☆☆
    [Ermal Meta, Domenico Calabrò]
  7. Io e te feat. Levante ★★★★★★★★★½
    [Ermal Meta, Emiliano Bassi, Andrea Vigentini]
  8. Buona fortuna ★★★★★★★★☆☆
    [Ermal Meta, Antonio Maggio – Ermal Meta, Andrea Gentile]
  9. Male più non fare feat. Jake la Furia ★★★★★★★☆☆☆
    [Ermal Meta, Jake la Furia – Ermal Meta, Roberto Cardelli]
  10. Certe cose ★★★★★★★½☆☆
    [Ermal Meta – Ermal Meta, Simone Pavia]
  11. Oro e sale ★★★★★★★★★☆
    [Ermal Meta, Gianni Pollex – Ermal Meta, Roberto Cardelli]
  12. Finchè vita non ci separi ★★★★★★★★★★
    [Ermal Meta, Stefano Verderi, Angelica Schiatti]
Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.
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