NeVe feat Davide De Marinis: ‘Avatar‘
‘Avatar’ è il nuovo singolo di NeVe e Davide De Marinis, un brano che parla in maniera esplicita della bellezza della vita, da godere appieno e in ogni istante. È un invito a essere ottimisti, il testo suggerisce un approccio attivo e consapevole alla vita, a cogliere ogni opportunità anche se si presentano delle difficoltà, è un invito ad andare avanti. Sento Davide per farmi raccontare com’è nato questo suo ultimo brano, questa è anche l’occasione per parlare dell’inizio della sua carriera, dei tanti anni di musica, venticinque, e degli incontri straordinari.
Ciao Davide, mi fa piacere ci si senta per questo nuovo brano. Com’è nata Avatar?
Cosa dite nello specifico nel testo?
«Il testo esplora la relazione tra l’individuo e il mondo, celebra la bellezza dell’esistenza e l’importanza di abbracciare ogni esperienza con coraggio e positività. La canzone suggerisce un approccio consapevole e attivo alla vita, a non temere gli ostacoli e a cogliere ogni opportunità per crescere. È un testo che incoraggia ad amare sé stessi e gli altri, siamo convinti che questa energia positiva possa trasformare ogni momento in un’occasione di gioia. Le immagini evocate dalla foresta ai cieli stellati sottolineano il legame con la natura e l’universo, mentre i riferimenti alla resilienza e alla forza interiore richiamano la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. A tal proposito ad un certo punto diciamo: “c’è sempre la paura di cadere, di sbagliare, di fare quello che accidentalmente può far male, il cuore oltre l’ostacolo è un proverbio da imparare”».
Mentre mi dici queste parole concordo con te, mi risuona un discorso che facevo con un amico mio l’altro giorno. Lo inviterò, per le cose che ci siamo detti, ad ascoltare la tua canzone. Interessante anche il connubio tra la tua voce e quella di NeVe.
«Raffaele Viscuso, che è autore e produttore del brano, ha fatto un ottimo lavoro. Le nostre voci, la mia e quella di NeVe, si fondono armoniosamente, credo creino un equilibrio perfetto tra le diverse timbriche. NeVe ha una voce molto espressiva, si intreccia con la mia, penso abbia arricchito il brano di sfumature emotive che enfatizzano il messaggio di connessione e amore universale, rendendolo il brano un inno alla vita ancora più coinvolgente».
Mi piace rivolgere una domanda agli artisti che intervisto per la prima volta: qual è il ricordo che hai della musica da piccolo? Com’è stato il tuo approccio?
«Ho due momenti importanti, uno è legato a mia nonna Anna, i miei mi portavano giù in vacanza, i miei nonni abitavano a Pozzuoli in una casa davanti al mare, mia nonna aveva una gran bella voce, suonava la chitarra, e io da piccolo invece di andare a fare la pennichella, ascoltavo lei che mi mi cantava le canzoni della tradizione napoletana. Probabilmente questa passione per la musica me l’ha trasmesso lei, poi un’estate, avevo sei anni, sono arrivato da Milano con la mia chitarra a Pozzuoli ed è stato bellissimo portare quella mia prima chitarra nella casa di mia nonna, è stato come dimostrarle quanto la sua presenza per me fosse importante. E questo è il mio ricordo napoletano, ce n’è un altro milanese molto importante ed è legato al grande Fausto Leali.
Lui era sposato con Milena, cugina di secondo grado di mio padre, andavamo molto spesso nella loro villa a Lesmo, poco dopo Arcore, qui in Brianza. Ero piccolo, giocavo col le sue figlie, aveva una marea di chitarre, appena ha scoperto che avevo una passione per la musica, mi ha portato nel suo studio e mi ha fatto suonare una chitarra elettrica. Poi nel corso del tempo i rapporti si sono allontanati, ho rivisto Fausto anni dopo, quando ho partecipato a ‘Ora o mai più’ nel 2019 condotta da Amadeus».
Ricordo molto bene quella trasmissione, ne faranno una seconda edizione a gennaio con Marco Liorni. Sempre a Ora o mai più c’era Toto Cutugno, per lui hai scritto nel 2008 ‘Un falco chiuso in gabbia. Com’è stato collaborare col grande Toto Cutugno?
«Sì, per lui ho scritto il brano ‘Un falco chiuso in gabbia’, una canzone con la quale abbiamo partecipato al Festival di Sanremo nel 2008. Per me quello è stato un incontro molto importante. Immagina Toto Cutugno, un artista acclamato in tutto il mondo, per farti capire la sua semplicità, la sua modalità da signore. Un giorno mi chiama, lui direttamente al telefono, altri si sarebbero fatti annunciare da una segretaria. Mi chiama, così in maniera umile e mi dice che aveva stima per il modo in cui scrivevo, che stava scrivendo una canzone e che non riusciva ad andare avanti con il testo. Ovviamente io ho detto subito di sì, ci siamo messi a lavoro nel suo studio di registrazione qui a Milano ed è subito nato il brano che pochi mesi dopo ha partecipato al Festival».
Sei venuto fuori con la tua musica a cavallo tra il 1999 e il 2000. Cos’è successo in quel momento? cos’è cambiato nel mondo della discografia?
«Sono cambiate tante cose, direi che è cambiato tutto. L’avvento della tecnologia, non solo nello streaming, oggi con l’intelligenza artificiale puoi realizzare canzoni in meno di un minuto, puoi mettere il tipo di canzone, mettere l’idea del testo e il computer in meno di un minuto elabora tutto, siamo all’alba di questa roba qui. Certamente ha anche contribuito l’avvento del social, tutto è diventato liquido, ha fatto impoverire un certo modo di fare musica, per altri versi l’ha migliorata, l’ha resa più fruibile».
Qual è il tuo modo di scrivere? Come nasce una tua canzone.
«Ti dico subito che non mi piacciono le canzoni fatte a tavolino, se una canzone è forte nasce da un’idea veloce, se riesci a catturarla nasce, come dice il grande Vasco, da sola: “ma le canzoni, son come i fiori, nascon da sole, sono come i sogni e a noi non resta che scriverle in fretta perché poi svaniscono…”.
Io mi lascio guidare da ciò che vivo, da ciò che mi sta attorno, se mi viene in mente qualcosa, registro tutto quello che mi sembra importante, credo nella scrittura veloce, la canzone deve nascere in venti minuti. Ci sono artisti che amano la notte, io prendo spesso la chitarra al mattino, mi guardo attorno, penso alla mia vita, posso partire da un suono come da una parole. Le parole hanno un suono, mi lascio guidare. Per adesso sono legato ad Avatar, ti anticipo che stiamo preparando anche un brano per la prossima estate, magari ci sarà una sorpresa».
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