Cecilia Larosa: «’Cambia il mondo’ è una canzone che parla a me, a te, a tutti» – INTERVISTA

Cecilia Larosa

Cecilia Larosa pubblica ‘Il volo di Chagall‘ e ‘Cambia il mondo

Cecilia Larosa è un’artista talentuosa, è interprete, ma anche autrice dei suoi brani. Trascorre ore in sala d’incisione. Dai suoi racconti emerge la passione per la musica, quella fatta alla vecchia maniera in cui si lavora a stretto contatto con gli autori del testo e il compositore, attenta a ogni sfumatura è nella fase di realizzazione di un repertorio scritto dalle grandi firme della discografia italiana, uno su tutti: Piero Cassano, fondatore dei Matia Bazar, ha contribuito al lancio di Eros Ramazzotti ed è autore di brani che sono entrati nella storia della discografia italiana di molte, e più, generazioni.

Oggi Cecilia è a lavoro con Piero Cassano per la realizzazione di brani che hanno il sapore di canzoni scritte con professionalità e dedizione. È di recente pubblicazione ‘Il volo di Chagall‘, una ballad dal sapore delicato e introspettivo e un brano delicato che dopo le produzioni più energiche di questa estate si addentrano in un territorio più delicato e intimo: una ballad che fa immergere l’ascoltatore in atmosfere più morbide e, da qui ‘Il volo di Chagall‘, sognanti.

Oggi esce un altro brano ‘Cambia il mondo‘, un’altra intensa ballad che parla in maniera intensa, sempre con la delicatezza che contraddistingue la cifra stilistica di Cecilia, dei problemi del mondo, delle sfide che affrontiamo come società e della responsabilità personale che ciascuno di noi ha nel costruire un futuro migliore. Un lavoro che continua anche grazie alla penna elegante e raffinata di Elena Moriggia e alla composizione dell’arrangiamento del grande Piero Cassano. Cecilia è reduce da un’estate intensa che l’ha portata ad aprire concerti in giro per l’Italia di artisti del calibro di Loredana Bertè, dei Matia Bazar, di Vasco Brondi e di Lorenzo Fragola. La sento al telefono per farmi raccontare com’è andata questa estate, per parlare delle nuove produzioni e dei progetti futuri.

Ciao Cecilia, questa estate sei entrata nella mia testa con ‘Fermati un istante‘, quale strada hai intrapreso per ‘Il volo di Chagall‘ e ‘Cambia il mondo‘?

«Ciao Antonino, mi piace pensare di trasmettere un aspetto un po’ più romantico, più sofisticato, con questi brani vogliamo trasmettere una parte più sognante del sentimento, per quanto riguarda ‘Il volo di Chagall’. ‘Cambia il mondo’ è una riflessione universale, allo stesso tempo è una riflessione che faccio con me stessa, amo molto il finale di questo brano, il testo è integralmente di Elena Moriggia, che si concentra su una frase “scegliere l’amore fino in fondo, scegliere di amare cambia il mondo”.

Questa frase ci suggerisce che le cose non cambiano se non cominciamo da noi stessi, i valori che si hanno nella propria vita. Nel momento in cui scegli di amare, puoi amare te stesso e allo stesso tempo il mondo. Se io vivo male il rapporto con me stessa, lo ripercuoto con gli altri, se siamo soli e alienati, quella divisione di riversa fuori. Mi piace che questo brano sia pubblicato a ridosso del Natale, ci ricorda che non viviamo tutti nello splendore delle luci natalizie, ricordiamoci che dobbiamo essere consapevoli che non tutti stanno nelle nostre condizioni.»

Mi piace questo viaggio doppio nei tuoi brani. Cosa ci vuoi raccontare con ‘Il Volo di Chagall‘? Com’è nato in fase di scrittura e produzione? Continua la tua collaborazione col grande Piero Cassano, com’è lavorare con lui in uno studio di registrazione?

«È una presa di consapevolezza del sentimento che si prova per l’altra persona, quanto il sentimento è più profondo, più ci si sente leggeri. Il senso è quello della donna che prende consapevolezza di sé stessa. Abbiamo lavorato tanto sulle immagini, alla fine della stesura è venuta l’idea dei quadri di Chagall che in qualche modo mi fanno pensare, per il modo sognante in cui dipinge alla leggerezza, intesa come leggiadria, come sogno, non certamente come qualcosa di superficiale.

Ci sono un sacco di brani che sono in lavorazione, si può partire da una mia ispirazione, che sia una strofa o un ritornello, lavoriamo insieme. Ad esempio per il ‘Volo di Chagall’ ci siamo messi in studio e, come quando si gioca tra bambini, si stabiliscono le regole del gioco, decidiamo in che direzione vogliamo andare, un giro di accordi, per la stesura del brano partiamo da un testo in finto inglese. Io posso stare al piano, magari Piero si avvicina e mi suggerisce un altro spunto, questo quando parti da zero.»

Con questo brano, come dicevi, avete lasciato spazio alla musica, in modo che le parole la potessero avvolgere. C’è un riferimento a cui pensi quando scrivi?

«Esatto, ci pensi prima a quanto spazio vuoi lasciare al testo e a quanto spazio vuoi lasciare alla musica, non so se è un vero e proprio riferimento, ma certamente se dovessi dire oggi chi mi piace è Adele, mi piace il suo stile emotivo. La ricerca che abbiamo fatto era proprio in quella direzione. Ogni artista deve esprimere sé stesso, io mi sento così, come se avessi mille sfaccettature di me. Lavorare a un brano richiede molto tempo, la prima stesura è nata un anno fa a novembre, forse è anche per questo che mi trasmette il periodo autunnale.»

Oggi pubblichi ‘Cambia il mondo’, un altro tassello che compone il tuo repertorio…

«Sono molto legata a ‘Cambia il mondo’ per il senso complesso che esprime. È una canzone che parla a me, a te, a tutti. È nata con l’intenzione di mandare un messaggio positivo che possa essere uno spunto di riflessione, parla delle divisioni, è una fotografia sul fatto che ci si dimentica di essere delle persone. Ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Io mi sono chiesta: “come posso cambiare il mondo?” Ho pensato che posso provare attraverso la musica, decidere che parte di me voglio trasmettere agli altri. Ho scritto la musica assieme a Piero Cassano, l’arrangiamento in questo caso è curato da Fabio Moretti, è un brano ricco ed emozionante.»

C’è uno strumento protagonista?

«Credo che lo strumento protagonista sia proprio la voce, abbiamo lavorato con dei vocalizzi senza testo che esprimono in qualche modo il grido dell’anima, li trovo molto espressivi, valorizzano la voce e danno potenza a tutto il messaggio. Viene fuori una ballad intensa e comunicativa.»

Hai avuto un’estate intensa: Matia Bazar, Loredana Bertè, Lorenzo Fragola… com’è stato portare la tua musica in giro per l’Italia?

«È una condivisione artistica straordinaria, non ho mai amato i talent, ci sono artisti coi quali riesci a vivere la tua dimensione, adoro quando sono coi Matia Bazar. Anche l’incontro con Lorenzo Fragola è stato interessante, mi è piaciuto molto come persona».

Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.
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