Cassandra Raffaele: «Questo brano è arrivato senza preavviso come il più imprevedibile incontro d’amore» – INTERVISTA

Cassandra Raffaele

La più bella canzone d’amore‘ il nuovo singolo di Cassandra Raffaele feat Brunori Sas

La più bella canzone d’amore‘ è l’ultimo singolo di Cassandra Raffaele che anticipa un lavoro discografico più ampio di prossima uscita. Cassandra grazie a questo brano torna a cantare con Brunori Sas, apprezzato cantautore italiano che già aveva duettato con Cassandra nel brano ‘La sirena e il marinaio‘, brano contenuto nell’album (spettacolare) ‘Chagall‘.

I due cantautori coltivano un’amicizia artistica che dura da oltre dieci anni, Cassandra racconta di aver conosciuto Dario (alias Brunori Sas) in occasione di un’edizione di 10 anni fa dell’Indigeno fest. Cassandra Raffaele ha all’attivo tre album pubblicati: ‘La valigia con le scarpe‘; ‘Chagall‘ e ‘Camera Oslo‘, lavori discografici che per svariate ragioni l’hanno portata a conquistare diversi riconoscimenti in ambito musicale sia in Italia che all’estero. Sento al telefono Cassandra per farmi raccontare com’è nata questa sua ultima canzone e per farmi dire quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per il prossimo album.

Ciao Cassandra, intanto come stai? Prendo atto atto che hai scritto ‘La più bella canzone d’amore‘… possiamo dire che il marinaio ha ritrovato la sua sirena?

«Sì, diciamo che con Dario non ci siamo mai persi di vista, ci siamo conosciuti dieci anni fa in Sicilia all’Indigeno Fest, con lui è nata una bellissima amicizia artistica, per me, quando scrivo, quando penso ad una canzone, è un punto di riferimento. Questo brano non era previsto, è arrivato alle mie orecchie così senza preavviso come il più imprevedibile e durevole incontro d’amore. Scrivendolo e suonandolo al piano, ho sentito da subito che non avrei potuto esprimerlo al meglio se non con la presenza di Dario (Brunosi Sas, nda) , una delle voci maschili italiane più intense ed appassionate che abbia mai ascoltato, sui dischi e dal vivo. Gli ho mandato la demo e mi ha subito detto: “ok, facciamolo”. Questa canzone è un dialogo di due persone che si sussurrano cose, un dialogo tranquillo.»

Ho ascoltato con molta attenzione il testo, ci sono dentro delle parole a contrasto che rendono nitido il messaggio che vuoi mandare: “Perché non c’è più niente per cui valga la pena ancora scrivere, piangere, ridere perdere, vincere, credere, resistere

«Non ho mai parlato d’amore nelle mie canzoni in maniera diretta. Quando ho scritto questa canzone ho percepito che era il momento per parlarne in maniera esplicita, tanto esplicita che sembrava quasi banale, devo essere la prima, in prima persona, a parlare di un discorso d’amore in un momento difficile, è l’amore che ti fa cambiare prospettiva. Un amore da intendere in tutte le dimensioni. Una canzone da dedicare alle persone che magari ancora non l’hanno ricevuto, una canzone dedicata alle persone che hanno bisogno di essere desiderate. Questa canzone vuole avere questa piccola finalità: unire persone lontane, persone dimenticate. Il messaggio, come dici tu, serve anche a dire che non sempre le storie d’amore sono facili, anzi, è fatto di caratteri difficili che si incontrano.»

E a proposito di incontri, oltre al tuo incontro artistico con Brunori Sas, mi piace anche parlare del tuo incontro con Roberto Villa che ti ha portato nel magico mondo de ‘L’amore mio non muore’. Posso chiederti qual è stato il suo contributo e cos’è cambiato nel tuo modo di fare musica?

«Mi fa piacere tu mi faccia questa domanda. Mi ero trasferita da poco a Cesena, avevo bisogno di costruire delle realtà familiari fisiche attorno a me, che ne so, il bar dove andare a prendere il cappuccino preferito, un luogo dover poter fare musica. Per questo è stato fondamentale l’incontro in un meraviglioso negozio di dischi. Gabriele, il proprietario, mi ha subito indirizzata verso lo studio di registrazione di Roberto Villa, dove tutto ancora viene realizzato in maniera analogica. Per me quello con Roberto è stato l’incontro che mi ha fatto fare una svolta musicale, ha ammorbidito determinate spigolosità creative, mi ha dato la possibilità di studiarmi musicalmente.»

Possiamo dire, come si dice in storia dell’arte di un pittore, che ha tolto, ha semplificato?

«Più che semplificare Roberto mi aiuta a scegliere il testo giusto, un arrangiamento piuttosto che un altro, mi ha suggerito questa competenza, prima procedevo in maniera più anarchica, mi ha dato la consapevolezza di scelta maggiore.»

Bella la frase che chiude la canzone “la più bella canzone è l’amore”…

«Mi sono resa conto che in questo contesto urge parlare d’amore come se fosse una terapia d’urto, il mio intento è rendere l’amore virale come una pandemia che ci obbliga, questa volta, a volerci bene. Sì, l’amore dovrebbe diventare così, ovvio e diffuso, come respirare, mangiare, camminare ed influenzare i nostri atteggiamenti con gli altri.»

Mi sembra doveroso citare tutti i componenti che hanno contribuito alla realizzazione di questo brano che tu hai scritto e composto.

«Sì, sono stati tutti straordinari, come ti dicevo il mio produttore e arrangiatore Roberto Villa; Il Mixing e Mastering sono a cura di Ivano Giovedì. Al piano c’è Alberto Bazzoli, Roberto Villa suona il basso, Diego Sapignoli al drum, Vanni Crociani ha scritto l’arrangiamento degli archi; al primo violino c’è Cesare Carretta, Silvia Maffeis al secondo violino, Michela Zanotti alla viola, Enrico Guerzoni al violoncello. Poi io e Brunori Sas alle voci».

Mi devi fare aspettare ancora due anni per un tuo nuovo album? Che progetti bollono in pentola?

«Ci sto lavorando, ci sono nuovi brani in lavorazione, a me piace sempre cambiare e sperimentare, aspettati cose nuove prima di quanto immagini».

Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.
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