‘Klezmer in Re Minore‘ è il primo singolo estratto dal nuovo album dei Venus Ship
‘Underground Foxes‘ è il nuovo album dei Venus Ship, disponibile sia sulle piattaforme streaming che in formato fisico. L’album porta lo stesso nome del singolo lanciato in anteprima a novembre 2024 e celebra chi ha lottato attivamente per i diritti umani e civili, denunciando ingiustizie e abusi di potere. Il disco punta il dito contro una società che, dietro la maschera della democrazia, persegue ciecamente il profitto, calpestando diritti, persone, ambiente e salute.
La band trae ispirazione da molteplici fonti, mescola e plasma diversi linguaggi tra loro: dal funk degli anni ’60 e ’70 si fonde con le tecniche compositive e gli arrangiamenti di ispirazione mingusiana ed ellingtoniana, la loro musica crea un intreccio sonoro che arriva fino ai giorni nostri. L’ispirazione anni ’70 è resa esplicita anche nella scelta cromatica e compositiva della copertina in stile optical. ‘Klezmer in Re Minore’ è il primo singolo estratto. Sento Ugo Moroni per farmi raccontare qual è il loro modo di lavorare, come nascono le loro canzoni.
Ciao Ugo, come stai, ti chiedo subito: che ruolo ha per te oggi la musica?
«Credo che il ruolo della musica sia quello che aveva in passato: narrare, sensibilizzare, sollevare delle questioni scomode e meno scomode. A noi piacciono le sonorità degli anni ’70, ci piace quel tipo di tipo di scrittura, abbiamo, se così si può dire quei riferimenti narrativi».
Com’è nata l’idea del collettivo? Mi piace questa definizione “collettivo”, dà ancora più corpo alla musica che suonate.
«Siamo un bel gruppo, siamo una family, ci unisce l’amicizia, ci siamo ritrovati a Bologna e veniamo da tutta Italia, pensa, tra noi c’è anche un bolognese! Ci sono io che sono alla chitarra, alle composizione e all’arrangiamento; Andrea Salvato al flauto; Marco Vecchio all’alto sax; Federico Privitera al trumpet; Giuseppe Lastella al trombone; Michele Murgioni alla tuba, lui è anche il narratore nei nostri spettacoli; Daniele Morrone el bass e Mattia Bassetti al drum. Con noi a questo progetto hanno collaborato Avex e Federica Orlandini.
Tutti noi ci siamo conosciuti attraverso la musica, ci si organizza facilmente coi musicisti al top, abbiamo un linguaggio sociale che ci accomuna. Dal punto di vista della scrittura musicale abbiamo, diciamo così, una doppia alimentazione a fiato (le vele… i fiati) e la sezione ritmica, loro sono più energici. Musicalmente ci muoviamo in diverse parti del mondo, geograficamente siamo partiti dall’America, per spostarci piano piano verso il Mediterraneo, che poi se ci pensiamo tutta la musica che suoniamo ha origini africane, abbiamo in due tracce il rapper Avex, un artista esplosivo, con le sue barre abbiamo legato sonorità che uniscono diversi linguaggi».
‘Klezmer in Re Minore‘ è il primo brano che pubblicate dopo l’uscita del disco
«Sì, ti racconto una curiosità, è, come diciamo nel titolo, in “re minore”, ma inizialmente era in “fa minore” ed era solo strumentale. Poi abbiamo deciso che la musica così gioiosa e vibrante dovesse incontrarsi con un testo in griko salentino interpretato da Federica Orlandini, la sua presenza ci ha fatto cambiare tonalità, così la canzone ha preso la forma di una nenia funebre, parla di una mamma che ha perso il figlio. Evoca il contrasto tra la gioiosa e vibrante tradizione musicale e l’orrore senza fine di una guerra devastante, priva di giustizia e umanità.
Il brano descrive come, invece di placarsi, il conflitto cresce in una contaminazione esponenziale, accentuando la sensazione di una sofferenza che non ha mai fine, ma che si perpetua attraverso il tempo e la memoria. Fa riferimento alla tradizione di musica ebraica, in paesi come Ungheria, Romania, mantiene una sua identità ben precisa, la cosiddetta terra santa, quanto succedeva a Gaza non ci lasciava indifferenti. Vogliamo dedicare un pensiero alle famiglie devastate dalle guerre che oggi, più che mai, infiammano il pianeta.
Il brano ‘Klezmer in Re Minore’ evoca una terra che da quasi ottanta anni vive orrori e ingiustizie senza fine, con una escalation intollerabile nell’ultimo anno. Di fronte a questa devastazione, la crescente corsa agli armamenti e alle spese militari rappresenta, secondo noi è un insulto al genere umano».
Mi dicevi del contributo di Avex, dove troviamo le sue barre?
«Intanto in ‘Underground Foxes’ che è il brano che dà il titolo all’album. Le lotte hanno bisogno anche di astuzia, di percorsi sotto traccia, queste volpi sotterranee incarnano questo intento. La narrazione di Avex omaggia tanti personaggi per noi di riferimento e li cala in un presente che ha bisogno della nostra partecipazione. Poi c’è un altro brano a cui teniamo molto che è ‘Ain’t talking sugo’. Racconta la nascita di un’amicizia e la conseguente collaborazione tra il collettivo “Venus Ship” ed il rapper Avex in un incontro di esperienze dove la scrittura orchestrale, i grooves funk si intrecciano con un flow “old school” più attuale che mai».
Come avete fatto a scegliere l’ordine di inserimento nell’album?
«Abbiamo voluto mettere Gunslinging Bird, proprio perché è la prima traccia dell’album ed è spesso il brano d’apertura dei live. La dirompenza mingusiana si manifesta fin dall’attacco e ricorda la fucilata sul soffitto che il compositore sparò la sera prima di uno sfratto. Ci è sembrato un ottimo biglietto da visita!».
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