Promossi, rimandati e bocciati dei testi dei brani in gara al prossimo Festival di Sanremo 2025
Mancano pochissimi giorni all’inizio del Festival di Sanremo e, come da tradizione, Tv Sorrisi e Canzoni è in edicola con il numero speciale contenente i testi di tutte le canzoni in gara. La principale forza delle parole è quella di non perdere mai senso e valore ma, in questo caso, scinderle dalla musica può risultare un esercizio sterile perché una canzone è anche melodia, arrangiamento e interpretazione. Sul nostro sito non troverete quindi voti definitivi ai testi, ma solo un viaggio che si muove attorno alle parole del prossimo Festival indicando promossi, rimandati e bocciati, consapevoli che l’ascolto potrebbe poi cambiare tutto.
Esattamente come l’anno scorso, si avverte una certa omogeneità generale perché le canzoni sono spesso scritte dagli stessi autori (ve lo abbiamo spiegato in questo articolo) e, quindi, molte parlano delle stesse cose e nello stesso modo, portando a un appiattimento generale nei contenuti e a una scarsezza di pluralità. Le proposte migliori, ma anche più profonde, personali, identitarie e distinguibili, spettano, così, ai cantautori in gara che hanno scritto da soli oppure al fianco di fidati collaboratori (in rigoroso ordine alfabetico Brunori Sas, Lucio Corsi, Modà, Simone Cristicchi), agli interpreti che hanno trovato il testo giusto per il momento sia della loro vita che della loro carriera (Giorgia e Massimo Ranieri) e a qualche sorpresa (Joan Thiele e Rocco Hunt su tutti).
Indice dei contenuti
- 1 Achille Lauro – “Incoscienti giovani“
- 2 Bresh – “La tana del granchio”
- 3 Brunori Sas – “L’albero delle noci”
- 4 Clara – “Febbre”
- 5 Coma Cose – “Cuoricini”
- 6 Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
- 7 Fedez – “Battito”
- 8 Francesca Michielin – “Fango in paradiso”
- 9 Francesco Gabbani – “Viva la vita”
- 10 Gaia – “Chiamo io chiami tu”
- 11 Giorgia – “La cura per me”
- 12 Irama – “Lentamente”
- 13 Joan Thiele – “Eco”
- 14 Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
- 15 Marcella Bella – “Pelle diamante”
- 16 Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
- 17 Modà – “Non ti dimentico”
- 18 Noemi – “Se t’innamori muori”
- 19 Olly – “Balorda nostalgia”
- 20 Rkomi – “Il ritmo delle cose”
- 21 Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
- 22 Rose Villain – “Fuorilegge”
- 23 Sarah Toscano – “Amarcord”
- 24 Serena Brancale – “Anema e core”
- 25 Shablo feat. Guè, Joshua, Tormento – “La mia parola”
- 26 Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
- 27 The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
- 28 Tony Effe – “Damme ‘na mano”
- 29 Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Achille Lauro – “Incoscienti giovani“
di D. Simonetta – P. Antonacci – L. De Marinis – S. Manzari – D. Nelli – M. Ciceroni – G. Calculli
Amore mio veramente
Se non mi ami muoio giovane
Ti chiamerò da un autogrill
Tra cento vite o giù di lì
Di amore muori veramente
Se non ti amo fallo tu per me
Quella raccontata da Achille Lauro è una storia tormentata, ambientata nella periferia romana, con protagonisti due ragazzi che riescono a fuggire dalle difficoltà e a salvarsi proprio grazie all’amore che stanno vivendo. Non è difficile trovare una certa continuità con il recente successo di “Amore disperato“, per un artista che, finalmente, ha scelto di sposare anche al Festival una dimensione più cantautorale, abbandonando gli eccessi spesso fini a se stessi dei suoi primi passaggi in riviera. PROMOSSO
Bresh – “La tana del granchio”
di A. E. Brasi – L. Ghiazzi – L. Di Blasi – G. De Lauri
Sono una madre che si sgola
Una testa che gira ancora
Una chitarra che non suona
Una borsa piena di buchi
Esordio al Festival per il rapper-cantautore con un testo in cui parla della propria intimità e dei propri sentimenti servendosi di molte metafore e anche di qualche immagine curiosa, come quella del “mare salato” perchè “un marinaio ci ha pianto sopra“. La sensazione finale è che il discorso sia, però, troppo criptico ed enigmatico: non si capisce dove voglia andare a parare. RIMANDATO
Brunori Sas – “L’albero delle noci”
di D.Brunori
Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore E posso navigare sotto una nuova stella polare
Era tanto attesa la penna del cantautore calabrese al suo debutto festivaliero e le aspettative non vengono deluse. “L’albero delle noci” racconta la rivoluzione e le inquietudini che una nascita porta in una famiglia, non concentrandosi quindi solo sulla felicità di diventare genitori ma anche sulla paura di sentirsi inadeguati al ruolo. Sono diverse le immagini che emozionano per un Brunori autentico, viscerale e poetico: esattamente come ce lo aspettavamo. PROMOSSO
Clara – “Febbre”
di J. Ettorre – C. Soccini – Calearo – F. Abbate – D. Faini
Alle feste chic
Sola su un terrazzo
Tutti fanno bling bling
Io nemmeno mi piaccio
Non dire “je t’aime”
È una delle tante canzoni in gara firmate da Federica Abbate e il messaggio che vuole trasmettere sarebbe pure importante (trovare la versione migliore di sè stessi anche quando si attraversano alti e bassi). Il problema è che lo fa col solito mood incastrato nell’attualità, con un modo di raccontare le cose molto simile a quello di una moltitudine di canzoni uscite negli ultimi anni. È un testo che potrebbe cantare chiunque, e quindi risulta poco personale. BOCCIATA
Coma Cose – “Cuoricini”
di F. Zanardelli – F. Mesiano – A. Filippelli – G. Manilardi
Ma tu volevi solo
Cuoricini, Cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Parlano degli alti e bassi di una coppia che, come tante, deve fare i conti con le distrazioni dei social ma la sensazione è che lo facciano con la voglia di inseguire una tiktokabilità facile. Da loro ci si aspettava una profondità diversa, soprattutto dopo il successo di “Malavita” che, pur in un mood da tormentone, a livello autorale riusciva a strizzare l’occhio ai cantastorie del passato. BOCCIATI
Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
di D. Petrella – D. Simonetta – E. Di Patrizi
Dimenticarsi alle 7
Così di un giorno qualunque
Mentre si parla di niente
Lì seduti in un bar
I quattro versi citati riassumono alla perfezione la sensazione a cui ci si trova davanti leggendo questo testo: parlare di niente. Una canzone che non racconta nulla e che, forse, non è neanche nata con l’ambizione di trasmettere qualcosa, se non la voglia di conquistare tre mesi di rotazione radiofonica. BOCCIATA
Fedez – “Battito”
di A. La Cava – F. Abbate – F. L. Lucia – N. Lazzarin
Vedo il bicchiere
Mezzo pieno
Con due gocce di veleno
Tu mi fotti
Respiri corti
E aumenta pure il battito, battito
L’ha fatto notare per primo il critico musicale Michele Monina: l’idea alla base di questa canzone è la stessa di “Lasciami” dei Modà. E, infatti, Fedez la racconta esattamente come Kekko Silvestre raccontava la propria proposta: una canzone d’amore dedicata a una donna che, in realtà, non esiste e rappresenta la depressione. Anche la metafora del veleno utilizzata per riferirsi agli antidepressivi è la stessa e, dal racconto di un dolore così intimo, ci si doveva aspettare maggior originalità. Non la ripresa di un’idea già vista sul palco di Sanremo, peraltro solo due anni fa. BOCCIATO
Francesca Michielin – “Fango in paradiso”
di F. Michielin – A. Raina – D.Simonetta
Mi dispiace però
A volte capita
Di volersi sempre
O mai più
Non c’è più il soffitto
Chissà con chi farai un figlio
Se poi cambierai indirizzo
Se c’è fango in paradiso
È il racconto della fine di una storia d’amore che, tra immagini inusuali e fotografie di vita quotidiana, sembra figlio della rivoluzione indie di fine anni ’10. Francesca dice di non aver mai aperto così tanto il cuore come in questa occasione e, infatti, si avverte una grande fragilità e sofferenza in un testo che, davanti a un’ottima interpretazione sul palco, potrebbe crescere ancora di più. PROMOSSA
Francesco Gabbani – “Viva la vita”
di F. Gabbani – Pacifico – C. Gabelloni – D. Simonetta – G. Zito
Viva la vita così com’è
Viva la vita questa vita che
È solo un attimo
Un lungo attimo
Viva la vita finchè ce n’è
Un inno alla vita, volto a trasmettere un senso di gratitudine verso l’esistenza, che potrebbe far parte della produzione dell’ultimo, e solarissimo, Jovanotti. Ed è anche questo il problema: Gabbani decide di affiancarsi a nuovi co-autori (tra cui l’onnipresente Davide Simonetta), abbandonando il fidato Fabio Ilacqua, e la sua proposta perde le metafore originali e gli accostamenti particolari che ne sono caratteristica principale sin dagli esordi. Si fa fatica a riconoscere che sia un suo testo. RIMANDATO
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
di D. Petrella – G. Gozzi – S. Tognini
Chiamo io, chiami tu
Chiamo io, chiami tu
Chiamo io, chiami tu
Chiamo io, chiami tu
Chiama
La dimostrazione che il Festival ha più che mai bisogno di un ricircolo e che non può dipendere quasi totalmente dal solito giro di autori che occupa già per tutto l’anno ogni posizione delle classifiche. La coppia Petrella-Tognini, in questo caso, confeziona per Gaia un testo che non è nient’altro che una fotografia di un intrattenimento musicale inutile e vuoto, tra i soliti cliché urban già visti e rivisti delle strofe e un ritornello che ripete ossessivamente il titolo (nel finale addirittura tredici volte), con l’obiettivo di arrivare al pubblico solo per sfinimento. BOCCIATA
Giorgia – “La cura per me”
di R. Fabbriconi – M. Zocca – G. Todrani
Spengo la paura
Di rimanere sola
Per quegli occhi
Per quegli occhi che fanno da luna
Non so più quante notti ho aspettato
Per finire a ingoiare la paura
Di rimanere sola
Blanco mette la firma su una canzone molto più matura degli anni che ha l’artista di “Blu celeste“, peraltro poco riconoscibile in un testo lontano dall’urban e figlio della grande tradizione melodica italiana, risultando quindi sorprendente. Al centro della proposta, un sentimento che ti lega alle persone e che evolve con lo scorrere di un testo arrivato nel momento giusto sia della carriera sia della vita di Giorgia, che saprà ancor più valorizzarlo sul palco. PROMOSSA
Irama – “Lentamente”
di R. Fabbriconi – M. Zocca – F. M. Fanti – G. Colonnelli
Non ti ricordi che
Sei stata tu crudele, crudele, crudele
Fredda come la neve, la neve, la neve
Perchè era solo una scusa l’idea
Che tra noi era soltanto sesso
Anche qui la firma è di Blanco e, in questo caso, si sente tutta, lasciando la sensazione che il prezzemolino di questa epoca festivaliera dovrà fare i salti mortali per non rimanere schiacciato dalla personalità strabordante dell’autore. RIMANDATO
Joan Thiele – “Eco”
di J. Thiele – F. Abbate – E. Triglia – S. Benussi
Forse sarà l’insicurezza
Sarà che per noi la famiglia non è mai la stessa
Sarà che siamo figli dell’indifferenza
Cresciuti da una donna più pura della bellezza
Il suo era forse il nome meno atteso tra quelli in gara, eppure potrebbe diventare una delle rivelazioni di questa edizione se saprà trasmettere al pubblico la stessa delicatezza che emerge da questo testo dedicato al fratello. Parole ben scritte, dolci, sentite. PROMOSSA
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
di L. Corsi – T. Ottomano
Perchè in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Altro esordio e altro artista che potrebbe sorprendere. Il tema della voglia di essere altro per poi arrivare ad accettare la propria normalità è particolarmente significativo, soprattutto oggi, e viene esposto con originalità e intelligenza, in un testo che denota grande urgenza comunicativa. PROMOSSO
Marcella Bella – “Pelle diamante”
di M. Bella – S. Cirenga – M. Rettani – A. Simoncini
Forte
Tosta
Indipendente
Pelle come diamante
Non mi fa male niente
Stronza, forse
Ma sorprendente
L’intento sembra lo stesso proposto l’anno scorso da Loredana Bertè con “Pazza“: costruire un proprio ritratto e dare vita a un inno all’autodeterminazione. Il risultato finale rimane, però, decisamente lontano: testo piatto e troppo ripetitivo. BOCCIATA
Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
di G. Anania – Nek – M. Venturini – T. Ferro
Se hai tra le mani un cuore
Tu tienilo in alto
E amalo in ginocchio su un altare
Che ogni tua ferita lo farà sanguinare
La vita intera con il cuore in mare
Ranieri si affida alle penne di Tiziano Ferro e Nek per questo ritorno al Festival a due anni da “Lettera di là dal mare” e a emergere è più l’impronta cantautorale del primo rispetto a quella maggiormente spostata verso il pop del secondo. Un testo evocativo, maturo e immaginifico, perfetto per la classe dell’artista che dovrà interpretarlo. PROMOSSO
Modà – “Non ti dimentico”
di F. Silvestre
E camminare in strada con lo sguardo verso il basso
Cercando le risposte tra i tuoi passi sull’asfalto
E chiedersi se credi davvero in qualche cosa
Se non lasciarti andare fa più male o più paura
L’ho letto sull’oroscopo che quelli del mio segno
Di complicarsi i piani quasi ne hanno un po’ bisogno
È tra le sole due canzoni in gara ad essere firmata da un solo autore e, infatti, la forte identità della penna di Kekko Silvestre spicca in mezzo a tanti testi guidati da una certa omogeneità. Il mondo è quello delle canzoni d’amore con cui i Modà hanno conquistato il pubblico, proposto però con un atteggiamento maggiormente riflessivo e introspettivo. Un testo che è fotografia di una band che non cerca strade forzatamente giovanilistiche e contemporanee, scegliendo di continuare ad accompagnare la vita di chi è cresciuto con loro. Ed è un intento nobilissimo. PROMOSSI
Noemi – “Se t’innamori muori”
di R. Fabbriconi – M. Zocca – A. Mahmoud
Un discorso facile da prendere
Perché in fondo sai, che se, sto qua
Ti stringerei fino ad odiarti ma lo so
Che non è facile, lasciarsi perdere, serenamente
A scrivere è la coppia vincitrice di Sanremo nel 2022 con “Brividi“: Mahmood e Blanco, che firmano per Noemi un testo che racconta la fase dell’innamoramento, tra il desiderio di abbandonarsi serenamente a quella sensazione e la paura di non sapere come andrà a finire. Lo scorrere del testo sembra suggerire un flow serrato, molto più adatto agli autori che a un’interprete bisognosa di estendere il suo graffio vocale per risultare incisiva. RIMANDATA
Olly – “Balorda nostalgia”
di F. Olivieri – J. Boverod – P. Pasini
Vorrei
Tornare a quando
Ci bastava
Ridere, piangere, fare l’amore
E poi stare in silenzio per ore
È tra i favoriti alla vittoria finale perché in grande rampa di lancio, e anche il testo conferma questa sensazione. Olly cerca di ricostruire la parte bella di una storia d’amore finita con un discorso lineare, semplice, immediato e leggero, senza però risultare inconsistente. Furbo al punto giusto. PROMOSSO
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
di J. Ettorre – M. E. Martorana – M. Pierotti –
F. Catitti – L. V. Faraone – P.M. Lombroni Capalbo
Non mi è più chiaro se sia
Musica o burocrazia
Questo caos che forma
Il ritmo delle cose
Dopo la timida partecipazione a Sanremo nel 2022, nonostante ci fossero ben altre aspettative, Rkomi prova a riproporsi in riviera con un testo meno pop e più vicino al rap. Un flusso di parole che mette però troppa carne al fuoco e, quando si prova a parlare di tante cose tutte insieme, si rischia di non riuscire a focalizzarsi su nulla. BOCCIATO
Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
di R. Pagliarulo – Kende – M. Salvaderi – L. Santarelli – D. Simonetta – P. Antonacci – S. Tognini
Mi ricordo una strada
Un quartiere qualunque
Un bambino che sogna
Pure se non ha niente
Rocco Hunt ricorda gli anni della giovinezza e il legame con la propria terra, invitando le nuove generazioni a stare lontane da armi e cose brutte, in questo testo che, dopo troppi anni spesi dietro a tormentoni effimeri, lo vede finalmente tornare all’autenticità degli esordi. PROMOSSO
Rose Villain – “Fuorilegge”
di R. Luini – N. Lazzarin – A. Ferrara – F. Abbate
Mentre tutti si amano
Io rido del nostro destino avverso
Ascolto “Almeno tu nell’universo”
Mi inginocchio e chiedo agli angeli di darmi ciò che ho perso
Un piccolo passo avanti rispetto all’anno scorso. Gli schemi rimangono quelli urban, spesso molto statici e con poco spazio all’immaginazione, ma qui, a differenza di altre proposte che puntano sullo stesso mood, c’è almeno il tentativo di raccontare qualcosa e di cercare qualche immagine un po’ più suggestiva. RIMANDATA
Sarah Toscano – “Amarcord”
di J. Ettorre – F. Abbate – S. Toscano – F. Mercuri – G. Cremona – L. Grillotti – E. D. Maimone
C’ero io, c’eri tu
Una lacrima mi scende
Anche se ti scorderò
In un club il sabato
È tutto così amarcord
Vale lo stesso discorso fatto per Clara: un testo che potrebbe cantare qualsiasi altra interprete in questi anni di musica impacchettata a tavolino, mostrando quindi pochissima personalità. Ed è quello di cui avrebbe bisogno una giovane artista che non è ancora riuscita a convincere il pubblico, nonostante la vittoria ad Amici. BOCCIATA
Serena Brancale – “Anema e core”
di F. Abbate – J. Ettorre – S. Brancale – M. Finotti – N. Lazzarin
Perché metti questa cassa dritta
Io con te vorrei ballare salsa
Tipo soli soli sulla Rambla
Maria Callas canta!
Parliamo di un artista preparata e strutturata che, però, per svoltare, ha dovuto cedere alle regole di TikTok con il tormentone “Baccalà” e sembra aver fatto la stessa cosa con questa proposta, come dimostrano anche i co-autori chiamati in soccorso. C’è il sentore del classico prodotto da catena di montaggio. BOCCIATA
Shablo feat. Guè, Joshua, Tormento – “La mia parola”
di C. Fini – M. Cellamaro – J. Bale – E. Medici – P. M. Lombroni Capalbo – V. L. Faraone – R. Lamanna – E. Conocchia
Siamo in sbatti sbatti per arrivare al top
Tu fai chatty chatty, io faccio parlare il mio flow
Non ti danno abbracci, qua sei da solo nel block
Io le mando baci, lei che per me è la più hot
Mi dicevi taci, ora però sono il goat
Se è inedita la presenza di un producer in gara a Sanremo, non lo è affatto la scelta di un testo che riprende tutti gli ormai insopportabili cliché del rap. Tutto già ampiamente sentito e proposto in questi anni. Tutto molto noioso. BOCCIATI
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
di S. Cristicchi – N. Brunialti – Amara
Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei
Ti starò vicino come non ho fatto mai
Rallenteremo il passo se camminerò veloce
Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce
Giocheremo a ricordare quanti figli hai
Che sei nata il 20 marzo del ’46
Commuove Cristicchi con questo testo che racconta la malattia della madre, facendo riflettere su come i nostri genitori, invecchiando, tornino un po’ bambini. Un racconto per immagini toccanti, delicate e coinvolgenti che sono conferma della grande sensibilità che ha l’autore. Una sensibilità di cui, ancor più oggi, la nostra musica ha un gran bisogno e che farà commuovere l’Ariston. PROMOSSO
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
di D. Petrella – E. D’Erme – A. Fiordispino –
S. Tognini
Mi piaci un minimo
Mi aspetti a Mykonos
In ogni rendez-vous
Bugie si dicono
Chi non è libero
Chi non c’ha il fisico
Stasera non importa più
Il discorso, con loro, è lo stesso dell’anno scorso: la band capitanata da Stash dà il proprio meglio a livello di sound e diventa difficile giudicarli unicamente per il testo che, però, non va oltre alla stessa ricetta già vista in “Italodisco“, “Un ragazzo una ragazza” e “Karma“. E l’ennesimo tentativo di tormentone, nel giro di poco più di un anno, annoia già. BOCCIATI
Tony Effe – “Damme ‘na mano”
di D. Petrella – D. V. Vettraino – N. Rapisarda – L. V. Faraone
Damme ‘na mano
Sinno me moro
Damme ‘na mano
Che c’ho ner core
Soltanto te
Irriconoscibile Tony Effe che, come tanti rapper e trapper sbarcati negli ultimi anni a Sanremo, rinuncia quasi totalmente alla propria cifra stilistica per cercare di accontentare il pubblico medio, proponendo uno stornello romano in linea con l’operazione di pulizia che stanno provando a cucirgli addosso in questi giorni dopo le tante polemiche sui suoi testi violenti. Alla lettura non sarebbe neanche malaccio, il problema è che non credi a nessuna parola di quello che stai leggendo. BOCCIATO
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
di G. Bruno – A. Vella – D. Bestonzo – L. Romeo
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare
Nelle piazze, grazie ma no grazie
E questa gente non fa un cazzo, li mantengo tutti io
Con le mie tasse, grazie ma no grazie
È l’unica canzone in gara con qualche accenno all’attualità, alternando momenti di spensieratezza a questioni che richiedono una maggior riflessione. E le perplessità sono, appunto, in questi ultimi: diventa difficile definirlo un testo politico perché i riferimenti alla società vengono solo accennati, risultando telefonati e rimanendo ben lontani dalla profondità che, forse, richiedevano. RIMANDATO
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