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Sanremo 2024, le pagelle alle esibizioni della quinta serata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della serata finale del Festival di Sanremo 2024

Siamo arrivati alla serata finale del Festival di Sanremo 2024! Stasera si ascoltano le trenta canzoni in gara, al termine della serata si stila la classifica, le prime cinque posizioni si contendono l’ambito podio. Si azzera la votazione, il cerchio delle canzoni che aspirano alla vittoria si stringe fra le prime cinque classificate, si riascoltano i brani con un breve highlghts e si riapre la votazione. Il voto è così composto: televoto (34%), sala stampa (33%) e giuria delle radio (33%).  Stasera Amadeus (dopo essere stato affiancato da Marco Mengoni nella serata d’apertura; da Giorgia nella seconda serata; da Teresa Mannino nella terza e da Lorella Cuccarini nella serata delle cover) chiude la quinta serata di questa edizione accanto all’amico Fiorello. Ci siamo anche noi e le nostre pagelle in diretta, seguiteci e commentate con noi!

(pagelle in aggiornamento)

La gara comincia con l’inedita coppia Renga e Nek, già in tour da un anno, celebrano la loro formazione con un duetto che mette in luce le caratteristiche delle due voci, due voci importanti che però, assieme, non aggiungono nulla al pezzo, brano che avrebbero potuto cantare in solitaria. Brano classico, da repertorio sanremese, fatto di parti basse, aperture armoniose e special. Voto: 5

  • BigMama – “La rabbia non ti basta

Acclamata dal pubblico, l’artista canta l’orgoglio di essere sé stessi, l’Ariston applaude a ritmo di musica. Tiene bene il palco, grande padronanza della scena e gestione della voce in un pezzo veloce e non facile da eseguire, canzone che dedica a tutte le persone insicure che invita a coltivare i propri sogni.  Voto: 7

  • Gazzelle – “Tutto qui

Prima evidente stonatura, è incredibile che alcuni artisti riescano a stonare nonostante l’abuso di autotune, l’imprecisione distrae, l’orchestra aiuta a far riportare l’attenzione sul brano. Porta il brano alla fine, il pubblico pensa sia finito lo strazio e anticipa l’applauso, è finita! Voto: 3

  • Dargen D’Amico – “Onda alta

Il brano di D’Amico è firmato da autori prestigiosi che si stanno facendo spazio nella scena della musica leggera italiana. L’onda alta non ha la forza comunicativa di “Dove si balla”, qui non si balla e non si vede l’ora che arrivi l’onda alta che spazzi via tutto e metta fine a questa esecuzione. Brano carino, ma niente di che!  Voto: 4

  • Il Volo – “Capolavoro

Il Volo, al loro terzo Festival, tornano a calcare il palco dell’Ariston con “Capolavoro”, brano che vuole dare una virata verso un altro genere di musica, più moderna, ma con la loro potenza vocale che rende le canzoni come fossero tutte uguali. Voto: 5

  • Loredana Bertè – “Pazza

Acclamata dal pubblico con grande entusiasmo la Bertè entra sul palco al top ed esegue il pezzo alla grande, brano orecchiabile che resta in testa. Lei è pazza di sé e noi siamo pazzi di lei. Voto: 10

  • Negramaro – “Ricominciamo tutto

Prima presentazione per Fiorello che prende tempo per dar modo agli assistenti di palco, capitanati da Pippo Balistreri, di portare in scena gli strumenti del primo gruppo in gara per stasera: i Negramaro. Con “Ricominciamo tutto” Giuliano porta in scena la sua musica, la sua estensione vocale, come sempre, dà carattere al pezzo. I Negramaro fanno i Negramaro, non aggiungono nulla di nuovo, ma lo fanno bene.  Voto: 6

  • Mahmood – “Tuta gold

Mahmood entra in scena vestito con una tuta gold per l’ultima sera, la canzone già suona in tutte le radio anche se non ha la forza dei suoi precedenti successi. Pezzo autoreferenziale con ritmo a tratti coinvolgente, entrano in scena i ballerini che contribuiscono a dare maggiore movimento al brano. Voto: 5½

  • Santi Francesi – “L’amore in bocca

La gente attende in scena i Santi Francesi. Alessandro de Santis, voce del duo, è stato  giudicato l’uomo più sexy della kermesse. Brano sanremese che look (senza camicia, come di rito per questo festival) e interpretazione del frontman rendono moderna. Anche loro consegnano i fiori al loro direttore d’orchestra. Voto: 6½

  • Diodato – “Ti muovi

Tocca ad Antonio Diodato portare in scena un’altra ballata sanremese, arrangiamento che fa suonare alla grande l’orchestra della manifestazione, coro e ballerini aiutano a far brillare il brano portato al termine da un grande interprete, a lui il premio romanticismo!  Voto: 7

  • Fiorella Mannoia – “Mariposa

Entra in scena una signora della musica italiana, canta “Mariposa” un brano dal ritmo coinvolgente, il ritmo anche in questo caso l’accompagna a tempo. Una storia che sembra scritta da Fabrizio de Andrè e, più che cantata, recitata da un’interprete straordinaria. No, non ha bestemmiato, ma stasera, può capitare anche a lei, ha stonato. Voto: 5½

  • Alessandra Amoroso – “Fino a qui

Fino a qui “c’è un grande prato verde dove nascono speranze”, sì, perché nelle prime note dell’incipit ricorda “Un mondo d’amore”, provate a cantarla come hanno fatto i miei amici che l’hanno cantata qui mentre scrivo. Il brano, tolto questo dettaglio, parte alla grande e la Amoroso, che è un piacere ascoltare fino alla fine, si consacra signora della musica italiana. Voto: 8

  • Alfa – “Vai!

Alfa sale sul palco dell’Ariston a ventitre anni, ieri sera è stato benedetto dal professore della musica italiana: Roberto Vecchioni. Una canzone che entra in testa grazie all’arrangiamento liberamente ispirato a Run dei OneRepublic, stesso ritmo, stesso fischio! Voto: 4

  • Irama – “Tu no

Altro brano, altro clone, stavolta si tratta di “Someone you loved” di Lewis Capaldi. Lui lo interpreta con determinazione, anche eccessiva. Si fa fatica ad ascoltarlo fino alla fine. Voto: 4

  • Ghali – “Casa mia

Ghali, vestito da alieno (possiamo ribattezzarlo Ghalieno!), entra in scena con una giacca in stile Star Trek. Il testo è la vera forza della canzone che Ghali arricchisce con un arrangiamento elettronico e ben armonizzato. Il testo è sensato, la musica è orecchiabile e soprattutto il messaggio che lancia è molto bello. Gli si può perdonare qualche imprecisione nell’interpretazione, anche lui stona e mette in difficoltà l’autotune. Voto: 7½

  • Annalisa – “Sinceramente

Altra occasione sprecata per Annalisa che torna per l’ennesima volta al Festival con un brano che non dà modo alla sua vocalità di potersi esprimere. Precisa, impeccabile, ma gelida, non trasmette sensazioni, né positive, né negative. Voto: 5½

  • Angelina Mango – “La noia

Angelina Mango non è una figlia d’arte, è un’opera d’arte in sé. Esegue il brano alla perfezione, è padrona assoluta del palco e della scena. Stefano Vicario si diverte a seguirla con le sue telecamere. Si muove, canta, no, non si annoia, è chiaro che si diverte, presa dall’euforia inciampa e si siede con simpatica grazia sulle scale. Voto: 8½

  • Geolier – “I p’ me, tu p’ te

Entra in scena il possibile e annunciato vincitore di questa edizione. La canzone ha diciotto parole in italiano che la rendono vagamente comprensibile per i diversamente campani. Scende in platea, si prende una carezza dalla Venier, Josè la canta a memoria, esce dal palco con un fragoroso applauso. Voto: 6

  • Emma – “Apnea

Emma con la sua grazia (?), eleganza (?) e leggerezza (?) mi fa andare in apnea, il suo pezzo è forzatamente moderno, veloce. Lei sembra lo porti a compimento a fatica. Voto: 3½

  • Il Tre – “Fragili

Dietro a tutti gli artisti c’è certamente tanto impegno, uno staff che lavora molto. Il Tre porta un brano che sembra ricalchi la strada di Cenere, l’artista non ha la stessa forza di Lazza e si perde alla prima curva. Bravo, intonato, ma di lavoro ancora ce ne vuole. Voto: 3

  • Ricchi e Poveri – “Ma non tutta la vita

Entrano in scena i Ricchi e Poveri, loro sono la quota vip story di questa edizione. Sono iconici e già acclamati dai più piccoli, quattro ballerini entrano in scena e contribuiscono a dare ritmo latino al brano. Con il loro tango sono strepitosi ed intoccabili, Amadeus sottolinea che “hanno fatto ballare l’Ariston tutte le sere”. Voto (col cuore, cit.): 8½

  • The Kolors – “Un ragazzo una ragazza

Un ragazzo imbraccia una chitarra e fa finta di suonarla, cantatela a ritmo di musica. I Bee Hive di “Kiss me Maria” portano un brano estivo, il ritmo c’è, ma risulta vuota. Si alza il braccio destro, poi il sinistro, io le alzo entrambe, mi arrendo. Voto: 5

  • Maninni – “Spettacolo

Capita che quasi per sbaglio entri in scena qualcuno che sappia cantare, senza necessariamente strizzare l’occhio ad un pezzo estivo. Maninni porta una canzone che di per sé non sarà uno spettacolo, ma che tiene alta la bandiera della canzone sanremese, canta bene, ha una bella presenza scenica. Voto: 7

  • La Sad – “Autodistruttivo

Autodistruttivo il titolo del brano. Autodistruttivi loro. Voto: 2

  • Mr.Rain – “Due altalene

Scende Mr. Rain, scendono le altalene e il latte alle ginocchia. Il brano del cantautore lombardo manca di quell’appeal che portava l’anno scorso il coro dei bambini. Le metafore non riescono a rendere esplicito il messaggio del testo che sembra scritto giocando a nomi, cose e città. Voto: 3

  • Fred De Palma – “Il cielo non ci vuole

Il cielo non ci vuole e neanche io ti avrei voluto sul palco dell’Ariston. Fred De Palma, re dei tormentoni, in questo Festival porta un brano debole che non è all’altezza delle sue possibilità. Lo dimostra facendo due barre al volo e senza preavviso con Fiorello. Voto: 4

  • Sangiovanni – “Finiscimi

Da finiscimi a finiscila il passo è breve. La voce da bimbo capriccioso che vuole che la mamma gli compri il gelato non aiuta a concentrarsi nell’ascoltare il brano, ma forse questa è la vera fortuna. Brano spento e senza carattere, tre minuti sprecati che avrei preferito impiegare ascoltando “Il ballo del qua qua”. Voto: 4

  • Clara – “Diamanti grezzi

Forte del successo della serie “Mare fuori”, Clara arriva sul palco dell’Ariston e porta la sua freschezza con un brano non facile ma che lei sa gestire alla perfezione per vocalità e presenza scenica. Voto: 6½

  • BNKR44 – “Governo punk

Arrivano i BNKR44 (Bunker 44), brano scanzonato ma coinvolgente, la scenografia si accende con tutti i colori dell’arcobaleno. Fanno un po’ di confusione ma alla fine il pezzo risulta gradevole e coinvolgente. Voto: 6

  • Rose Villain – “Click boom!

Brano ricco di diverse sonorità, orecchiabile al primo ascolto, ma confuso e incompleto nell’insieme. Click boom, canzone carina ma niente di più,  rimane in testa solo il simpatico ritornello. Un allegro jingle annacquato, per durare almeno tre minuti, in una canzone.  Voto: 4½

  • Sentite tutte le canzoni si svela la classifica dalla posizione n. 30 alla n. 6:

#30 Fred De Palma; #29 Sangiovanni; #28 BNKR44; #27 La Sad; #26 Maninni; #25 Renga e Nek; #24 Clara; #23 Rose Villain; #22 Bigmama; #21 Ricchi e Poveri; #20 Dargen D’Amico; #19 Negramaro; #18 Santi francesi; #17 Mr. Rain; #16 The Kolors; #15 Fiorella Mannoia; #14 Emma; #13 Diodato; #12 Il Tre; #11 Gazzelle; #10 Alfa; #9 Alessandra Amoroso; #8 Il Volo; #7 Loredana Bertè; #6 Mahmood.

  • Vanno nella fase finale: Irama, Ghali, Angelina Mango, Geolier e Annalisa. 

Si riaprono le votazioni, le giurie pesano: il 34% col voto espresso dal televoto, il 33% dalla sala stampa e per il restante 33% dalla giuria delle radio. Si chiude la votazione e si consegnano i premi:

  • Il premio della critica Mia Martini va a Loredana Bertè;
  • il premio della sala stampa Lucio Dalla va ad Angelina Mango;
  • il premio Sergio Bardotti come miglior testo va alla canzone “Mariposa”;
  • il premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione musicale assegnato dall’orchestra va a “La noia”.

 

  • ECCO LA CLASSIFICA FINALE:
  1. ANGELINA MANGO – La noia
  2. GEOLIER – I p’ me t p’ te
  3. ANNALISA – Sinceramente
  4. GHALI – Casa mia
  5. IRAMA – Tu no

 

Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.