Indice dei contenuti
LIVELLO BLU:
-
MASCHIO – Annalisa
La reginetta del pop degli ultimi anni non vuole rischiare di perdere la corona e, dunque, eccola nuovamente tra noi dopo solo pochi mesi di pausa dalla chiusura del progetto “E poi siamo finiti nel vortice“. Il team di scrittura e produttore è sempre lo stesso (Simonetta e Antonacci) e, di fatto, le novità non sono poi così evidenti. C’è tanto dell’aurea concettuale di Raffaella Carrà ma, soprattutto, degli anni ’70 e ’80 da riattualizzare e rivisitare. Annalisa azzecca una partenza dalle tinte vocali basse per poi sfoderare un ritornello che entra in testa fin dalla prima riproduzione. Funzionerà e piacerà a quel pubblico che ha amato i suoi ultimi tormentoni, la visione di donna che ha proposto e lo schema musicale che rappresenta. E’ una hit e come tale va giudicata. VOTO: 7.5
-
PIANGERE A 90 – Blanco
Torna con una ballata straziante (ma presto arriverà il tormentone estivo) dopo due anni di totale (o quasi) silenzio Blanco. Che la sua penna si coniugasse perfettamente a questa ambientazione musicale ne avevamo già avuta riprova in passato ma gli episodi come autore nel contesto sanremese dello scorso febbraio avevano ulteriormente rafforzato la certezza. Pianoforte ed archi accompagnano la voce di Riccardo che, con la produzione di Michelangelo e la co-scrittura di Tananai, racconta il buio dei suoi ultimi mesi: “sono Blanco, sono stato pure in vetta”. Tra contraddizioni, rimpianti e la paura di un momento in cui “non sento più il brivido”, il racconto prosegue con una visceralità travolgente. Forse non spendibile sul lungo periodo come hit da canticchiare ma, per una volta, chissenefrega. Bentornato. VOTO: 8
-
SPIRITO LIBERO – Shablo, Guè, Joshua e Tormento
Prosegue la collaborazione tra il quartetto che, già all’ultimo Festival di Sanremo, si è proposto l’intento di riproporre un’attualizzazione del suol-rap delle origini nelle sue venature street. La produzione di Shablo e Luca Faraone utilizza le voci di Guè, Joshua e Tormento con un mix funzionale che nobilita un genere oggi, purtroppo, troppo stigmatizzato dal pubblico e snaturato dagli artisti stessi. Nel pezzo finisce anche la citazione di Stevie Wonder ma è soprattutto il rispetto generale per una radice comune ad emergere. VOTO: 8
Lascia un commento