Recensione de “Il mio giorno preferito“, singolo che segna il ritorno di Eros Ramazzotti a tre anni da “Battito infinito“
Guardare avanti facendo un passo indietro: per il suo ritorno a tre anni da “Battito infinito”, Eros Ramazzotti decide di tornare ad affidarsi a quel Michele Canova – già al suo fianco negli album “9”(2003), “Calma apparente” (2005) e “Ali e radici” (2009) – grande protagonista del mercato musicale degli anni ’10 con le produzioni per artisti come Tiziano Ferro, Marco Mengoni, Alessandra Amoroso, Jovanotti, Biagio Antonacci, Francesco Renga, Annalisa, Fabri Fibra, Giorgia e Luca Carboni ma, nell’ultimo periodo, notevolmente defilato dalla scena mainstream. L’occasione per riaffacciarsi al pop arriva con “Il mio giorno preferito”, singolo che apre la strada al nuovo progetto – non ancora annunciato – del cantautore romano e alla tournée mondiale in partenza nell’estate 2026.
Indice dei contenuti
Commistione tra melodia ed elettronica che strizza l’occhio ad alcuni successi degli anni ’10
“Il mio giorno preferito”, con la sua commistione tra melodia ed elettronica, richiama decisamente a quel mondo che per una decina di anni ha occupato i vertici delle classifiche dando vita, da una parte, a un effetto nostalgia verso un modo di fare musica che sapeva combinare l’innovazione elettro-pop con la tradizione melodica italiana delle ballad e, dall’altra, una sorta di curiosità nel vedere se potrà ancora dire la propria in mezzo alle nuove tendenze che, nel frattempo, l’hanno sostituito.
La sensazione è che sì, lo spazio può ancora esserci e a dirlo c’è l’accoglienza che il brano sta raccogliendo nei primi giorni di pubblicazione, sia a livello radiofonico che sulle piattaforme, con il podio raggiunto rapidamente nella classifica delle tendenze di YouTube e i 200 mila stream raccolti in soli due giorni su Spotify, cifra senz’altro ottima per un artista il cui target principale non è di certo quello adolescenziale tipico della piattaforma svedese.
Testo che evidenzia il potere salvifico dell’amore
Scritta insieme a Tommaso Paradiso e a Calcutta, “Il mio giorno preferito” guarda però al pop più classico anziché all’indie di cui i due artisti sono tra i principali padri, con un testo che evidenzia il potere salvifico dell’amore. Costantemente in bilico tra solitudine (“Sentirsi soli e fare cento chilometri”) e voglia di condivisione (“Cercheremo insieme tutto il sole per sentirci stupendi”) e tra inquietudine (“Io che pensavo di cadere giù”) e serenità (“Adesso l’ho capito che oggi è il mio giorno preferito”), la canzone è una dedica a una persona capace di allontanare i “giorni orrendi” solo con la propria presenza.
Quello cantato da Ramazzotti è un rapporto che non è certo privo di insicurezze (“Un angelo che più mi mente e più mi mette in un angolo”) e di problemi di comunicazione (“Messaggi vuoti pieni di cuori piccoli”), ma che riesce comunque a mantenere sempre il desiderio di trovare la propria rinascita affettiva anche quando tutto sembra finito (“Occhi grandi, due autostrade senza uscita davanti a me, senza frenare, senza fermare le dita, ma è successo, è successo ancora”).
“Il mio giorno preferito” è, quindi, un elogio all’amore e alla sua infinita capacità di rinnovarsi, ripartire e rinascere anche in forme diverse e si rivela perfettamente coerente con la poetica di un artista considerato da sempre tra i principali cantori del sentimento in tutti i suoi aspetti.
Lascia un commento