Alex Britti porta in giro per l’Italia il suo best-of – RECENSIONE CONCERTO

Alex Britti live

Recensione del concerto di Alex Britti tenutosi lo scorso 18 luglio a Varallo Sesia (VC)

La logica del best-of è stata per moltissimi anni una delle fortune per il mercato discografico, soprattutto nel periodo natalizio: un cd contenente il meglio di un artista era uno dei migliori regali da mettere sotto l’albero. Era, appunto. Perché oggi, nell’epoca dello streaming, ha perso il proprio valore: le canzoni sono tutte a portata di mano e abbiamo il repertorio di qualsiasi cantante sempre a disposizione. Motivazione in più per proporre i propri best-of dal vivo ed è quello che ha fatto Alex Britti nel concerto a cui abbiamo assistito lo scorso 18 luglio, in occasione dell’Alpàa di Varallo Sesia (VC).

Concerto che fa emergere tutta la duttilità di un grande artista

Quello proposto dal cantautore romano è un concerto costruito esattamente come la tracklist di un greatest hits, tra successi immortali, inediti e qualche chicca meno conosciuta del proprio repertorio. L’inizio spiega già cosa ci si deve attendere dal concerto: si parte da “Gelido“, uno dei primi successi di Alex, uscito subito dopo il boom di “Solo una volta (o tutta la vita)“, a cui segue “Una parola differente“, uno dei singoli più recenti pubblicati, per poi tornare a “Buona fortuna“, hit radiofonica nel 2010, e proporre due chicche come “Da piccolo” e “Le cose che ci uniscono“.

È l’antipasto di un momento in cui Britti spara alcune delle sue cartucce più forti, come “Piove“, “La vasca“, “Lo zingaro felice“, “Una su un milione” e “Immaturi“, comunque intervallate dalla poco conosciuta “Esci piano” e dalla recente “Nuda“. Una continua alternanza tra successi e brani meno noti in un live in grado di far emergere la duttilità di un musicista che, nella sua lunga e importante carriera, ha saputo attraversare diversi generi mantenendo sempre la stessa efficacia e qualità, dal cantautorato tradizionale a quello più sperimentale, dal pop mainstream dei successi radiofonici alle atmosfere rarefatte degli ultimi lavori come “Supereroi” che qui, insieme alla delicatezza di “Milano“, alle suggestioni gospel di “Tutti come te” e ai virtuosismi di “Jazz“, ha il compito di aprire a un gran finale di sole hit.

Britti si tiene, infatti, per la chiusura del concerto quella “Oggi sono io” con cui ha vinto Sanremo nel 1999 tra i giovani e che è universalmente considerata come una delle canzoni d’amore più belle della storia della musica italiana, “7000 caffè” con cui, quattro anni dopo, sempre a Sanremo, è arrivato secondo mantenendo però anche una longevità che l’ha fatta poi diventare uno dei tormentoni dell’estate successiva, “Solo una volta (o tutta la vita)” che è il singolo della sua esplosione nel 1998 e “Baciami (e portami a ballare)“, arrivata nel 2013 ai primi posti dell’airplay radiofonico. A dimostrazione di un artista che ha saputo realizzare tormentoni in ben tre decenni diversi.

Britti ci riconcilia con la musica suonata in un periodo in cui ce n’è veramente poca

Un concerto di Alex Britti è, quindi, un best-of in virtù di un repertorio invidiabile di successi, ma è anche un’occasione da non farsi scappare per i veri appassionati di musica. Il cantautore romano porta sul palco tutta la sua urgenza di suonare, il suo bisogno di comunicare attraverso la propria proposta musicale, la sua passione per la chitarra. Un amore viscerale nei confronti delle sei corde emblema di un sacro fuoco mai spento.

L’impressione è che stia portando in giro per l’Italia uno spettacolo sempre diverso grazie ai tanti momenti dedicati proprio alla chitarra, tra improvvisazioni e assoli che rendono il live ancora più curioso e coinvolgente, ma anche canzoni completamente stravolte e riarrangiate (“7000 caffè“, ad esempio, arriva a durare quasi dieci minuti). Ogni persona dovrebbe, così, regalarsi un concerto di Alex Britti perché è uno di quei concerti che riconcilia con la musica suonata in un periodo in cui ce n’è veramente poca.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.
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