Ultimo live

Ultimo per la stampa, primo agli occhi del pubblico

Analisi sul difficile rapporto tra Ultimo e la stampa in coda all’ennesimo trionfale tour negli stadi

Vi sfidiamo. Cercate se sui quotidiani più importanti trovate notizie riguardanti la tournée di Ultimo negli stadi chiusa sabato 6 luglio all’Euganeo di Padova con i soliti numeri da capogiro (otto sold-out su dieci date, per un totale di 412.884 biglietti venduti). Che siano articoli di commento ai concerti o che indichino semplicemente i risultati ottenuti, oppure che riportino dei video diventati virali sui social, come le immagini di Gaza mostrate sul maxischermo durante “Alba“, performance per cui il cantautore romano ha ricevuto la Targa SIAE. Non ne troverete. In compenso, non mancano prima le indiscrezioni, e poi l’annuncio, della gravidanza della compagna, l’inesistente rapporto con la suocera Heather Parisi e il continuo rimando alle polemiche con la stampa. È questo che si trova di lui in gran parte dei quotidiani. Solo gossip e polemiche. È la conferma che alla stampa mainstream non interessa la musica di Ultimo, e che molti non hanno mai superato ciò che successe a Sanremo nel 2019.

Rapporti compromessi dallo sfogo del cantautore a Sanremo 2019 e mai recuperati, nonostante sia stato lui a fare il primo passo

Ripercorriamo i fatti. Ultimo stravincerebbe il Festival grazie al televoto che lo premia con il 48% delle preferenze, la critica ribalta però il risultato come neanche Alessandro Borghese e porta alla vittoria Mahmood, che aveva raccolto solo il 13% nel voto popolare. Il cantautore romano non ci sta e sbotta in sala stampa con quell’ormai famoso: “Avete una settimana per sentirvi importanti e dovete sempre rompere il c***o“. Da lì si interrompono bruscamente i rapporti.

A fare il primo passo nei confronti della stampa è però proprio Ultimo, che torna sul luogo del delitto nel 2023 e lo fa smorzando palesemente i toni anche a livello di comunicazione. Il giorno prima di partire per Sanremo scrive sui social: “Sto tornando per amore della musica e per il grande rispetto che nutro verso quel palco. Non cerco nessuna rivincita, voglio solo chiudere un cerchio rimasto aperto con Sanremo e lasciare un ricordo diverso, un ricordo fatto di musica e non di inutili polemiche“. E infatti tutto quel Festival si svolge in completa serenità.

Ultimo dice di non pentirsi per lo sfogo di quattro anni fa, ma anche di essere cambiato e cresciuto. Non cerca nessuna rivincita e non vuole regolare alcun conto in sospeso. Non la vive come una gara, non è lì per vincere avendo anche una canzone molto cantautorale e troppo poco immediata. Si dedica con grande disponibilità alle interviste non mostrando alcun rancore per quella sconfitta pilotata perché è lì semplicemente per far parlare la musica, e in cambio riceve però una becera esultanza da parte della sala stampa, tra urlacci e gesti dell’ombrello, nel momento in cui si ferma al quarto posto.

L’esultanza della sala stampa a Sanremo 2023 per il suo quarto posto è il punto di non ritorno

All’inizio Ultimo vede come sconfortante questo atteggiamento e dichiara: “Fai quel che cavolo vuoi, me ne sbatto. Vorrei solo sapere perché? Perché sei contento se Ultimo arriva quarto? Cosa c’è nella tua testa? Perché esulti? Perché mi schernisci con questi gesti?“. La risposta definitiva arriva però sui palchi degli stadi nel tour dell’estate successiva: sul maxischermo le immagini degli attacchi della stampa nei suoi confronti, mentre lui canta “canzone stupida, come te, come quello che scrivi” e condisce il tutto con il gesto del dito medio.

Le possibilità di una riconciliazione diventano a questo punto praticamente impossibili: in tutto questo arco di tempo Ultimo non rilascia più interviste (se non per il Corriere della Sera con la prestigiosissima firma di Aldo Cazzullo, che già l’aveva intervistato in passato) e non presenta alla stampa né il suo ultimo album “Altrove“, né il recente tour negli stadi. La linea è chiara: se la stampa mostra costantemente pregiudizi nei suoi confronti, a lui non interessa più parlare con la stampa.

Gli sbagli più grandi provengono dalla stampa

E dire di chi sono le colpe maggiori in questa situazione è facile. Perché lui commette forse un errore a fare di tutta l’erba un fascio, ma lo sbaglio più grande continua a farlo la stampa a rivangare uno sfogo comprensibilissimo da parte di un ragazzo di 22 anni che si vede soffiare da sotto il naso un Sanremo già vinto. Non ci poteva essere altra reazione, soprattutto da chi come lui si è sempre mostrato senza alcun filtro e maschera.

A nulla servono oggi gli appelli di alcuni giornalisti che lo invitano a tornare a confrontarsi con loro se poi il principale argomento che lo riguarda continua ad essere questo, oltre ai fatti di vita privata e alle telefonate al suo team per chiedergli conferma della gravidanza della compagna. Un atteggiamento simile non fa altro che allontanarlo sempre di più dalla stampa.

Sensazione di una generale fatica a riconoscergli ciò che si è conquistato

Ciò che traspare è un generale fastidio nel riconoscergli quello che sta facendo, che è irripetibile. L’anno prossimo il cantautore romano arriverà ad aver realizzato la sua quarta tournée consecutiva negli stadi, per un totale di 39 concerti e oltre due milioni di biglietti venduti. A soli 29 anni. Nessuno, nella storia della musica italiana, è mai riuscito a fare quello che ha fatto Ultimo alla sua età, e la cosa più incredibile è che ci è riuscito “senza il famoso calcio nel sedere“, come ha raccontato lui stesso nell’intervista con Aldo Cazzullo. Intervista in cui ha aggiunto: “Come mi spiego il mio successo? Forse perché sono vero. Onesto. Trasparente al cento per cento. Perché non scrivo canzoni per farne un successo, ma per tirare fuori quello che ho dentro. Quando canto, io ci credo […]. E credo che la gente capisca quando una cosa è vera“.

È questo il segreto di Ultimo, ed è anche ciò che forse dà fastidio alla stampa mainstream. Le sue uniche fondamenta sono rappresentate dalla musica che fa. È arrivato direttamente al cuore della gente saltando qualsiasi aggancio, riuscendoci prima da indipendente e poi autoproducendosi con la propria etichetta discografica Ultimo Records. Si è creato da solo tutto ciò che ha realizzato senza doversi appoggiare a quello che richiede il mercato musicale, e in questo oggi è un’eccezione.

Scelte lontanissime da quelle che dominano oggi il mercato musicale

Perché Ultimo è orgogliosamente conservatore e non si è fatto condizionare da discorsi sulla sperimentazione solo per soddisfare chi oggi lo ritiene quasi un obbligo. I sei album che ha pubblicato finora sono ancora tutti in Top50 FIMI pur senza adottare quella che è, attualmente, la principale strategia della discografia: rimpolpare i progetti di featuring per moltiplicare gli stream. L’unico duetto contenuto nei suoi lavori è con Mezzosangue, rapper lontanissimo dal mainstream.

Ultimo non fa neanche tormentoni e non presenzia mai ai festival estivi: facile pensare che ogni anno l’invito gli arrivi, e facile anche pensare che lui ogni anno rifiuti la partecipazione a quella che oggi non è nient’altro che una gara a chi più ossessionato nel dover fare la hit estiva.

E anche il capitolo social parla di una certa lontananza da quelle che sono le logiche attuali. Sulle sue pagine non trovate sponsorizzazioni, partnership lavorative, strumentalizzazioni della propria vita privata… È l’artista che fa semplicemente l’artista e non vuole essere anche fenomeno mediatico.

Pensate anche a come ha annunciato la notizia che diventerà papà. Non è passato prima nè dalla stampa, nè dai social: l’ha detto sul palco, la propria casa, davanti al proprio pubblico, segno di voler cercare un contatto più umano che digitale, in un momento pensato senza grandi proclami e senza effetti speciali. C’era lui a cantare abbracciato alla compagna la prima canzone che le ha dedicato, “Quel filo che ci unisce“. La forza della semplicità.

Ultimo è tutto questo. Fa quello che vuole e porta avanti quello in cui crede, non quello che gli dicono altri. Viaggia controcorrente rispetto a tutto ciò che oggi viene ritenuto giusto. È la verità che si oppone a un mondo di cose forzate, e la normalità che stravince su qualsiasi falsa e costruita logica di mercato. Ed è forse proprio per questo che è veramente l’Ultimo per la stampa, ma il primo agli occhi del pubblico.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.