I Tiromancino e l’esigenza di trovare un “Puntofermo” in una realtà mutevole – RECENSIONE

Tiromancino 2024

Recensione del nuovo singolo dei Tiromancino

E lo so, lo sai, è un cielo difficile“: è questo verso, cantato nel bridge, l’elemento centrale del nuovo singolo dei Tiromancino, “Puntofermo“, dallo scorso 22 marzo in radio e su tutte le piattaforme digitali. Viviamo in un’epoca di guerre, di violenza generalizzata, di rapporti spesso sorretti unicamente dalla convenienza, di social carichi di modelli sbagliati, e quindi diventa fondamentale trovare punti fermi per raggiungere un equilibrio. Il brano racconta proprio questo: la trovata stabilità in una realtà mutevole, grazie alla vicinanza di una figura capace di essere un porto sicuro “nei miei temporali“.

Potere salvifico dell’amore e protagonista paragonata alla dea Venere

Puntofermo” emerge così come un elogio dell’amore salvifico e del suo potere. Racconta un sentimento puro, profondo e genuino, non a caso provato per una donna che “non porta maschere” e definita “bella come Venere“, in una metafora che la mette quindi al pari della dea romana associata all’amore e alla bellezza, ideale non solo estetico ma che si allarga più in generale anche alla passione, all’unione e a quel coraggio che l’ha poi resa uno dei simboli delle lotte femministe.

Sono proprio unione e coraggio due tra i punti fondamentali del rapporto raccontato perché, da una parte, è contraddistinto da un legame talmente forte che riesce a far mantenere alla coppia un certo equilibrio nonostante le “stagioni” che “corrono senza voltarsi indietro mai un momento” e, dall’altra, vive nella convinzione che, proprio grazie all’amore, si è in grado di superare ogni ostacolo quotidiano (“Ti ho vista ridere e poi piangere, struccarti con le lacrime ma in fondo tu non rinunci mai neanche un secondo a vivere il tuo tempo che ora dividi con me“).

Nel video il “puntofermo” è il cane, emblema di amore puro e fiducia incondizionata

La canzone si apre però anche ad altri livelli di lettura considerando che il punto fermo non deve essere per forza solo una persona e, infatti, se nel testo la figura centrale è una donna, nel videoclip il ruolo lo assume un cane in quello che, a mani basse, è uno dei video musicali più belli e intensi degli ultimi anni per come riesce a raccontare il legame che è, più di tutti, emblema di amore puro e fiducia incondizionata.

Il cane – ha raccontato Federico Zampaglione in una recente intervista per Mowmagnon tiene conto di quello che succede, di quello che si dice di te, se vai bene, se hai successo, se non lo hai o come la pensi. Quando apri la porta di casa trovi quegli occhi che ti guardano e sai che non cambieranno, qualunque cosa succeda“.

E questo rapporto simbiotico emerge tutto in un video in cui il cane è, a tutti gli effetti, un compagno di vita: dorme con la protagonista, la sveglia al mattino, la accompagna nelle prime faccende domestiche, la aspetta davanti alla porta quando va al lavoro e, al suo ritorno, è ancora lì. E, anche quando nella vita della ragazza entra un uomo, il cane rimane sempre la prima certezza.

In conclusione

Puntofermo” ha, quindi, il potere e la profondità delle canzoni universali nel far emergere emozioni e sensazioni che appartengono a tutti, riuscendo così a parlare ad ogni ascoltatore. A livello di sonorità, il brano segue il filone del precedente singolo “Due rose” in duetto con Enula: una proposta squisitamente pop, fresca, orecchiabile, perfetta per il periodo primaverile pur senza dover cadere nelle sonorità più attuali e conferma così la coerenza di Zampaglione nel non voler mai incastrarsi in una moda, puntando solo a costruire canzoni senza tempo.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.
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