Recensione di “8 canzoni“, il nuovo album di inediti dei Modà
“I Modà fanno i Modà“: quante volte l’avete letto, o sentito dire, nella settimana sanremese da poco trascorsa? Tante, immaginiamo. La stampa che non li ama, con questa espressione, sottintende una colpa nella loro scelta di essere conservatori parlando, quindi, con accezione negativa di ciò che sarebbe, in realtà, una risorsa. Perchè continuare a fare i Modà significa, semplicemente, avere una precisa identità, uno stile ben definito e proporsi con autenticità, coerenza e sincerità, sia verso se stessi che nei confronti del pubblico. Valori che emergono anche in “8 canzoni“, il loro nuovo disco pubblicato nel giorno di San Valentino e fresco di debutto al terzo posto della classifica FIMI degli album fisici più venduti in Italia.
“8 canzoni” è un lavoro potente, maturo, ispirato, ricco di storie di vita vera, molto riflessivo e personale, figlio di una band che ha una cura minuziosa del suono e di un cantautore che scrive quello che vive e vive quello che scrive, in una connessione sempre puntuale tra l’artista e l’uomo. Un esaustivo riassunto di quella che è l’essenza dei Modà, sia nelle sonorità (comunque aperte ad aggiungere sempre qualcosa di nuovo, in questo caso lo stile country di una delle tracce contenute) che nella grande varietà degli argomenti trattati.
Indice dei contenuti
La depressione in “Lasciami” e “Il foglietto col tuo nome“
Le canzoni sono tutte scritte e prodotte, come di consueto, dal frontman Francesco ‘Kekko’ Silvestre nel suo ruolo di cantautore d’altri tempi che, lontanissimo da social, riflettori e dal voler diventare anche personaggio mediatico, ricorre alla propria proposta musicale per raccontare al pubblico ciò che ha vissuto negli anni che hanno portato allo sviluppo di un nuovo progetto, utilizzandola anche come mezzo per esorcizzare fragilità e inquietudini rendendole però universali, quindi con l’obiettivo che le persone si rispecchino nei testi che scrive.
Non potevano, così, mancare in questo lavoro i due singoli pubblicati nel 2023 e legati da un filo diretto. In “Lasciami“, che ha segnato il ritorno della band a Sanremo dopo dieci anni, Kekko raccontava la sua lotta contro la depressione parlando alla malattia come se fosse una donna con cui si è vissuta una storia d’amore tormentata, mentre ne “Il foglietto col tuo nome“, presentata in anteprima all’Arena di Verona durante l’ultima data della tournée con l’orchestra che ha raccolto oltre 100 mila spettatori, ad essere cantati erano i primi momenti di un malessere che l’ha costretto a stare a letto per diversi giorni, impedendogli di partecipare anche alla comunione della figlia e portandolo, così, a riempire di rimpianti quella soffitta al centro del testo.
Lo sprono a rimettersi in pista di “Come hai sempre fatto“
Superata la depressione sono, però, poi subentrate anche delusioni lavorative e chiusure di rapporti con addetti ai lavori che stavano portando Silvestre alla decisione di abbandonare la musica. “Sì, io mi ero ritirato“, ha confermato sabato scorso a Verissimo ed è inevitabile trovare richiami a quel periodo nella viscerale, sofferta e, allo stesso tempo, incoraggiante “Come hai sempre fatto“, la canzone che apre il progetto.
“Rialza quella testa e guarda con orgoglio il mondo come stai facendo, come hai sempre fatto” è lo sprono che l’ha portato a rimettersi in pista, anche grazie all’amore del pubblico e all’appoggio della band rimasta sempre al suo fianco anche nei momenti di difficoltà (“Se non vuoi farlo per te stesso devi farlo almeno per l’amore di chi ha sempre dato tutto“).
Come ci ha raccontato poche settimane fa in questa intervista, sono stati, infatti, proprio Stefano Forcella, Enrico Zapparoli, Diego Arrigoni e Claudio Dirani a convincerlo ad accettare le offerte di Warner e Vivo Concerti arrivate a settembre, facendolo così uscire da quel silenzio in cui aveva preferito rifugiarsi, pur abbattuto e sconfortato (“E ridon tutti quanti ridono di te, non sanno cosa stai passando dentro al tuo silenzio“).
La perdita di un caro amico in “Cash“
Difficoltà non solo lavorative ma anche personali quelle vissute nell’ultimo anno da Kekko, che ha perso un caro amico e collaboratore di soli 47 anni, Vito Cascella, a causa di un incidente in moto. Un legame decisamente forte il loro, tanto che era lui il “Cash” protagonista del romanzo pubblicato dal cantautore milanese nel 2018 e lo è oggi anche nella traccia di chiusura di questo lavoro, che denota una smisurata sensibilità autorale e si fa manifesto di uno dei picchi più alti raggiunti da una penna che ne ha già toccati parecchi in una carriera di oltre vent’anni.
“Cash” riflette sulla precarietà della nostra esistenza (“Vorrei soltanto esser sicuro che vivremo un’altra vita per non sentire l’impotenza di non credere in qualcosa“) e sulla speranza di avere una seconda possibilità che possa, in qualche modo, scrivere una storia diversa (“E se ci incontreremo ancora amico, stavolta guido io, tu fuma l’ultima Marlboro, parlo io con Dio“), in un brano fortemente introspettivo, sostenuto dalle atmosfere country dell’arrangiamento e dalla voce di Kekko, prima carezzevole e poi robusta nello straziante crescendo finale che dà una forma di eternità all’amico (“Non te ne andrai dalle canzoni che per sbaglio sentirò durante il viaggio […] e non morirai, perché non puoi morire più, tu no“).
Un carico di immagini nitide, toccanti e struggenti che dà forma al dolore raccontando, però, l’anima, i lati del carattere e le passioni del protagonista e non la propria tristezza, cercando quindi di esorcizzare la sofferenza causata dalla perdita di un caro amico con il pensiero di dover lasciare il bel ricordo di lui, sia agli amici e familiari che agli ascoltatori che non lo conoscevano.
Lo sguardo alla società in “Forse” e “Vivo da re“
“8 canzoni” non è, però, solo intimità, ma anche sguardo alla società: in “Forse” si parla di distacco dalla realtà e della genuinità di un passato sconosciuto a “chi sta su Instagram non lo sa, viaggiano sempre su Google Maps“, arrivando alla conclusione che siamo tutti complici di questa attualità più social che sociale. Un brano particolarmente incisivo nel contrasto tra la nostalgia di cui è velato il testo e l’immediatezza della veste più radiofonica dei Modà che lo candida, quindi, altamente ad essere estratto come singolo.
È un’epoca, la nostra, in cui si preferisce guardare più l’altro che se stessi, pensando maggiormente ad invidiare e attaccare chi riesce a raggiungere un obiettivo anziché cercare di arrivare al proprio, e questo tema è evidente in “Vivo da re“, la proposta più rock del progetto sia nei suoni che nel testo audace e spinto (“Parli dei cazzi miei da un po’, guarda che non fa bene“, “Cerchi consensi da chi vuoi te, da chi ti lecca il culo“) dove il nemico, o l’hater di turno, diventa la più grande spinta per andare avanti e dire che “mentre tu mi vuoi morto, io vivo da re“.
L’amore in “Non ti dimentico” e “Sei sempre meraviglia“
Immancabile è, ovviamente, anche l’amore che i Modà hanno voluto portare quest’anno a Sanremo con “Non ti dimentico“, canzone che richiama al mondo dei primi successi della band, rivisto però con una ancor maggiore maturità dettata dagli oltre vent’anni di esperienza. Il Festival non è andato come desideravano perchè condizionato prima dall’infortunio di Kekko alle costole e poi dal penultimo – e poco obiettivo – posto nelle classifiche di sala stampa e radio, ma i risultati post-kermesse (addirittura in salita sulle piattaforme streaming rispetto ai primi giorni e con ottimi apprezzamenti anche su TikTok, non certo il target di riferimento per una proposta di questo genere) ci dicono di un brano che ha tutto per diventare un nuovo classico del loro repertorio.
L’altra canzone d’amore contenuta nel progetto è “Sei sempre meraviglia” che, invece, guarda maggiormente alla parte più recente della carriera della band e a brani come “In tutto l’universo” e “Fottuto inverno“, con un ritornello più delicato e sofisticato che potente e una dolcezza generale interrotta solo dall’esplosione dello special, in cui si riconosce l’importanza di una complicità ritrovata che è responsabile di una consapevolezza tutta nuova: “Parleranno in tanti ma non mi spaventano più, perché la ragione è qui al mio fianco“.
In conclusione
Sì, in “8 canzoni” i Modà fanno, indiscutibilmente, i Modà ed è giusto così, perché se oggi funzionano più l’urban, il rap, i tormentoni e le collaborazioni con gli autori e produttori del momento non significa che devono inserirsi per forza tutti nella stessa strada. E non sarebbe neanche intelligente, per loro, scendere a compromessi e inseguire strade forzatamente attuali: è questo che il pubblico vuole dalla band capitanata da Kekko ed è questa coerenza ad aver portato 50 mila persone a San Siro ancor prima di partecipare al Festival. La riconoscibilità, del resto, dovrebbe essere uno degli obiettivi principali per un artista, specie in un’epoca di musica omologata.
Rifletteteci, quindi, nell’utilizzare con sufficienza e snobismo espressioni come “i Modà fanno i Modà“, “una canzone dei Modà in tutto per tutto” o, addirittura, “non è più tempo per queste canzoni” perchè i Modà, a prescindere dal gusto, sono quanto mai necessari essendo tra i pochi artisti che oggi offrono una contrapposizione al mainstream con il loro modo di fare musica mai schiavo di un’attualità che non li rappresenta. Loro sono questo, sono fieri di esserlo e l’onestà in un artista non potrà mai essere nè un problema nè una colpa, ma un merito. Lunga vita, quindi, ai Modà che fanno i Modà!
Miglior traccia: Cash
Voto complessivo: 9/10
1. Come hai sempre fatto ★★★★★★★★★½
[Francesco Silvestre]
2. Il foglietto col tuo nome ★★★★★★★★★½
[Francesco Silvestre, Enrico Palmosi]
3. Forse ★★★★★★★★★☆
[Francesco Silvestre]
4. Lasciami ★★★★★★★★★½
[Francesco Silvestre, Enrico Palmosi]
5. Non ti dimentico ★★★★★★★★★☆
[Francesco Silvestre]
6. Sei sempre meraviglia ★★★★★★★★☆☆
[Francesco Silvestre]
7. Vivo da re ★★★★★★★½☆☆
[Francesco Silvestre]
8. Cash ★★★★★★★★★★
[Francesco Silvestre]
Bellissimo articolo bravo nick hai centrato in pieno il valore dei Modà e giusto così i modà devono fare i modà non devo abbassare la testa noi li amiamo perché sono i MODÀ con i loro valori la loro umiltà e la loro coerenza. Viva i romantici viva I modà e viva kekko. Il CD 8 canzoni è fantastico ricopre tutta l essenza dei modà la penna di kekko si è superata ancora
ti posso dire che hai fatto una recensione sull’ultimo disco dei Modà che fanno i Modà..stupenda..l’ho letta tutta di un fiato..sei stato splendido..hai parlato col cuore…bravo Nick…🌹🍀🍀❤️
Felicissima che i Modà siano tornati…mi ci ritrovo sempre in Feancy e i Modà nelle loro canzoni ❤️….non mi dicono nulla le altre che si sentono sempre e non hanno un capo e una coda…
FRANCY & COMPANY VI ADOROOOOOO
Felicissima che i Modà siano tornati…mi ci ritrovo sempre in Francy e i Modà nelle loro canzoni ❤️….non mi dicono nulla le altre che si sentono sempre e non hanno un capo e una coda… FRANCY & COMPANY VI ADOROOOOOO