Le parole del frontman dei Modà sui testi di Tony Effe sono conferma di una grande integrità morale
È notizia della scorsa settimana il discorso, in un’intervista rilasciata per La Repubblica, di Francesco ‘Kekko’ Silvestre sui testi di Tony Effe. Il frontman dei Modà ha, infatti, dapprima sviluppato una riflessione più allargata sul lessico utilizzato dai trapper, prendendo da esempio una canzone di Niky Savage: “Oggi nelle canzoni sento volgarità, cattiveria, la donna è trattata come un oggetto. Devi farla sentire importante, perché lo è. Viene mia figlia Gioia, 13 anni, e mi parla di robe strane: papà, cosa significa ‘Se mi guardo allo specchio mi viene duro, lei ti salta sul ca**o come un canguro’? Non si tratta di essere puritani, ma rispettosi“.
A domanda precisa, il discorso si è, però, poi spostato direttamente sul trapper di “Sesso e samba” e il cantautore milanese non ha nascosto che “non avrei invitato a Sanremo chiunque parla delle donne in modo sconsiderato. Ero in macchina con Gioia e un’amichetta, fan di Tony Effe. Chiedevo: cosa ti piace? Parla delle donne come se fossero cacche di cane sul marciapiede, vorresti essere considerata così? Non si tratta di colpevolizzare Tony Effe, ma della responsabilità di essere cantautore. Non c’entrano le parolacce, anche Ghali ne dice qualcuna, ma ha la capacità di comunicare cose meravigliose. Vasco Rossi ti fa tremare il cuore. Invece troppa roba in giro porta i giovani a pensare che le donne possano essere maltrattate“.
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Netta presa di posizione nonostante l’appartenenza alla stessa agenzia che organizza i concerti di Tony Effe
Una posizione chiara e diretta che anche altri artisti hanno preso nelle ultime settimane. Enrico Ruggeri, sempre in un’intervista rilasciata sulle pagine de La Repubblica, ha dichiarato di sognare “un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno“.
Francesco Sarcina, in un concerto de Le Vibrazioni a Capodanno, si è lasciato andare a un pesante sfogo: “Tony Effe, ma vaff*****o anche a lui! Ma si può uno che insulta le donne così? Ma perchè? Ma che ca**o vuol dire? Siamo circondati da rincoglioniti, ci dobbiamo svegliare!“.
Simona Molinari, invece, sui propri social, si è mostrata d’accordo con la scelta di escluderlo dal concerto di Capodanno al Circo Massimo perchè “la proposta culturale pubblica non può andare contro i valori fondanti della nostra democrazia: valori come la legalità, la non violenza, la parità di diritti e la non prevaricazione“.
Parliamo però di tutti artisti che, in questo momento, non occupano gli stessi spazi di Tony Effe. È, infatti, importante contestualizzare quella che è oggi la posizione di Kekko Silvestre, perché criticare il trapper risulta sicuramente più facile e meno scomodo per chi non parteciperà a Sanremo. I Modà, invece, il Festival lo faranno e le perplessità che esprime il loro frontman, da dentro, sulla presenza di un altro artista in gara, assumono, inevitabilmente, maggior peso e valore.
Da aggiungere, inoltre, che la band milanese, con l’annuncio del concerto a San Siro “La notte dei romantici” programmato per la prossima estate, è da poco entrata nel roster di Vivo Concerti, agenzia che organizza i live anche di Tony Effe e, quindi, una presa di posizione così netta si fa emblema di una spiccata onestà intellettuale che manca all’attuale scena discografica, perfettamente complice dei testi misogini e sessisti del trapper.
Generale paura nel prendere una posizione contro l’artista del momento
La FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha rilasciato un comunicato dopo la querelle scoppiata tra Tony Effe e il comune di Roma, in cui si dichiarava “sempre dalla parte degli artisti e contro queste forme di censura. La libertà di espressione non è negoziabile“. E, così, artisti come Emma, Noemi, Lazza, Giorgia, Mahmood, Mara Sattei e Gaia si sono tutti uniti nell’urlare a una censura che in realtà non lo era, perchè la censura si verifica quando c’è un controllo preventivo delle opere da diffondere e non può, quindi, riguardare un artista che, a breve, parteciperà a Sanremo e che, nel 2024, è stato tra i più trasmessi in radio.
Insomma, il quadro che ne emerge è chiaro: c’è una certa paura nel prendere una posizione contro Tony Effe e i motivi sono da cercare in un mero punto di vista lavorativo. Gli artisti che condividono con lui la stessa casa discografica, o la stessa agenzia, gli mostrano vicinanza semplicemente perché conviene così. Come risulta più conveniente mostrarsi in linea con l’effimera contemporaneità richiesta oggi dall’industria musicale e non rischiare di inimicarsi l’artista del momento giocandosi, quindi, la possibilità del duetto acchiappa-stream. Discorsi che esulano dal pensiero di Kekko Silvestre, autentica mosca bianca dell’attuale mercato discografico nell’esprimere il proprio pensiero con una libertà assoluta.
Spinta a vivere l’attuale mercato musicale senza cedere alle regole che lo governano
L’obiettivo del frontman dei Modà è chiaro ed è molto lontano da quello del semplice attacco a un collega come è stato descritto, negli ultimi giorni, da una certa stampa che cerca, a tutti i costi, il titolo sensazionalistico. Quella che fa Kekko è un’analisi attenta, lucida e articolata su un decadimento artistico e culturale che rischia di portarsi dietro anche un aumento della violenza giovanile, perché un ragazzino può trovare normale uno squallido comportamento se promosso da un proprio idolo.
Ma la nostra convinzione è che Silvestre non sia l’unico a voler richiamare a una responsabilità cantautorale e a trovare una certa pericolosità in alcuni contenuti, soprattutto quando arrivano ai giovani. A tanti manca però il coraggio di prendere una posizione simile e ci riferiamo in particolare alle artiste donne che, con una certa ipocrisia, sono sempre in prima fila in ogni evento che promuove la lotta contro la violenza sulle donne per poi difendere Tony Effe, facendo passare dei testi gravemente lesivi della dignità della figura femminile come semplice libertà di espressione.
Ed ecco che le parole di Kekko dovrebbero diventare, per i colleghi, una spinta a vivere il sistema-musica con una maggior libertà e coerenza. Perché ci parlano di un artista che, dopo averla vissuta negli ultimi anni in posizione più defilata, è riuscito a rientrare nella scena più vicina al mainstream (lo dicono il nuovo contratto discografico con Warner e la ritrovata vicinanza a RTL 102.5) pur rimanendo se stesso, mantenendo le proprie posizioni e non facendosi cambiare da ciò che gli gira attorno in un’epoca musicale in cui, invece, si rinuncia volentieri alla propria integrità morale per inseguire la convenienza. È questo che insegnano le sue dichiarazioni, necessarie, su Tony Effe: si può vivere l’attuale mercato musicale anche senza cedere alle regole che lo governano.
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