Recensione del nuovo singolo della cantautrice senese Isotta
Un amore paragonato alla Tramontana, il vento freddo proveniente da nord che ha un esordio da subito impetuoso con raffiche capaci di arrivare fino a 100 km/h e contribuisce a un calo repentino della temperatura: Isotta racconta così nel suo nuovo singolo – appunto “Tramontana” – un rapporto all’inizio travolgente e carico di passione, sostituita però ben presto dal gelo in cui si trova la protagonista, che si vede vivere in una condizione di subordinazione.
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Brano spensierato solo all’apparenza
Già pluripremiata nei circuiti dedicati alla musica d’autore con gli importanti riconoscimenti ottenuti al Bianca d’Aponte, a Musicultura e nella cinquina delle Targhe Tenco per il suo album d’esordio, Isotta si conferma cantautrice sempre attenta a parole, contenuti e messaggi anche quando veste la sua proposta di un pop fresco, accattivante e incalzante, come in questo brano scritto da lei stessa insieme a Veronica Rauccio e Luca D’Aversa.
Perchè “Tramontana” è una canzone orecchiabile e, all’apparenza, spensierata, che nasconde però grandi zone d’ombra. Il sentimento alla base è sicuramente forte, viene raccontato con passionalità e emblematici, in questo senso, sono versi come “Strappami più forte, tu sei Tramontana” e “Mordimi le labbra e fammi pa pa para“, eppure il piacere viene in fretta surclassato dal fatto che il rapporto non è alla pari.
Amore visto dall’altro come un possesso
“Ti ho posato in testa una corona per farmi apprezzare, a quanto hai detto che mi vuoi comprare“, canta Isotta nel momento più duro e crudo del brano, che suggerisce un amore visto dall’altro come un possesso, e che porta la protagonista in una condizione di continua incertezza (“Inizio a sentire, sentire qualcosa, che non mi piace, che non mi piace, che non mi piace, o forse mi piace“).
La donna prova così, all’inizio, a nascondere la propria sofferenza (“Piango dove il mascara non cola“), ma poi non può non riconoscere il continuo senso di oppressione in cui si trova a vivere (“C’è così tanta aria che mi manca l’aria“) e, alla fine, si rende conto che il sentimento che credeva così forte le porta in realtà solo una grande solitudine (“Più ti sento addosso e più mi sento sola“).
Conferma di una proposta in cui il contrasto recita un ruolo fondamentale
Un intento chiaro quello di “Tramontana“: raccontare “quell’amore che ci ha strappato l’aria“, dice Isotta, e quindi il messaggio che troviamo oltre la superficie del brano vuole dirci che la parola “amore” non fa rima con la parola “possesso”, e che stare con qualcuno non significa comprarlo, ma supportarlo. Il sentimento di possessione è, infatti, una negazione del concetto di libertà, fondamentale per costruire un legame che non soffochi l’altro.
Isotta continua così a dimostrare un’innata abilità nel cantare stati d’animo cupi e oscuri pur riuscendo a risultare sempre fresca, a conferma di una proposta in cui il contrasto recita un ruolo fondamentale. Ad aiutarla qui è anche la novità del flow preso dall’urban – evidente in particolare nella seconda strofa – che lei porta però in una dimensione più delicata, dando così vita a un ottimo mix tra attualità e cantautorato.
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