Gazzelle Maninni Sanremo 2024

Gazzelle, Maninni e l’elogio della melodia ai tempi della cassa dritta

In un Sanremo di tormentoni, i due artisti ci hanno mostrato che la melodia continua ad avere il suo perché in ogni dimensione spazio-temporale

Quello che abbiamo lasciato da circa un mese è stato il Sanremo della cassa dritta, con ben venti canzoni su trenta a usufruirne e molte, troppe, proposte sovrapponibili tra di loro. Questo ha, da una parte, appiattito la diversità ma, dall’altra, ha anche permesso ai brani pensati per distinguersi di farsi maggiormente notare dall’ascoltatore più esigente. Abbiamo già parlato, proprio nella settimana del Festival, di Alessandra Amoroso e della sua canzone, sicuramente la più profonda e ispirata tra quelle in gara, e oggi vogliamo concentrarci su altre due proposte figlie della melodia: quelle di Gazzelle e Maninni.

La melodia segue il percorso di consapevolezza della coppia protagonista in “Tutto qui” di Gazzelle

Gazzelle (già partito con il suo tour) è stato, insieme a Calcutta e a Tommaso Paradiso con i suoi Thegiornalisti, uno dei capostipiti della rivoluzione it-pop iniziata tra il 2016 e il 2017, che ha visto una serie di artisti figli dell’indie italiano contaminare la matrice alternative con un approccio più morbido. Gli appartenenti alla scena it-pop sono cantautori che raccontano il quotidiano con uno sguardo amaro ma anche rilassato, con melodie leggere e al tempo stesso malinconiche. Le loro canzoni sono come polaroid che ritraggono la vita di tutti i giorni ed è ciò che ha scelto di fare Gazzelle per il suo esordio sanremese a nove anni dal suo debutto discografico.

In “Tutto qui” è fondamentale la dolcezza della melodia a vestire il brano di una nostalgia già evidente nel testo. “Vorrei guardare il passato con te, addosso al muro col proiettore“, si canta nel ritornello che è elemento centrale della storia d’amore di due persone che vivono un momento di disorientamento ma riescono a confortarsi stando insieme. Ci si culla nel passato insieme alla propria amata per affrontare un periodo in cui “lo so che sei stanca, lo sono anche io, sembriamo due panda, amore mio“.

Il brano è in pieno stile Gazzelle tra immagini inusuali, ma allo stesso tempo immediate, e suggestioni cinematografiche, e acquista una dimensione “sanremese” grazie alla melodia che segue il percorso di consapevolezza della coppia, dalle tinte cupe della prima strofa alla notevole idea della seconda di riprodurre con l’orchestra il battito del cuore in preda all’ansia, fino all’apertura nello special proprio quando arriva il momento di capire che “domani potremmo anche ridere, o almeno sorridere“.

Il coraggio di Maninni nel portare un pop classico e raramente proposto oggi dagli artisti più giovani

Se Gazzelle ha proposto una ricetta tradizionale ma fortemente identitaria, e che ha già ottenuto una grande fortuna, è ancora più coraggiosa la scelta di Maninni che, pur da esordiente e alla sua prima volta davanti al grande pubblico, ha optato su un brano molto più in linea col passato che con l’attualità, e non certo acchiappa-pubblico se pensiamo al pubblico che, attualmente, muove il mercato musicale attraverso le piattaforme streaming.

Spettacolare” è un brano classico sia nelle sonorità che nel testo, contraddistinto da immagini forse già viste ma che sanno risultare comunque efficaci e, anche qui, una parte fondamentale ce l’ha l’immediatezza della melodia che profuma di Sanremo degli anni 2000 ed è perfetta per i nostalgici di un pop che oggi difficilmente viene proposto, soprattutto da un giovane come il cantautore pugliese. Un pop sincero, onesto, viscerale, autentico, in grado di poter parlare a tutti.

La canzone vuole essere, infatti, un inno alla vita. Racchiude gli ostacoli che ci vengono messi davanti invitandoci a non mollare mai perché è sempre possibile superarli, anche grazie alla vicinanza della persona amata che sembra risolvere tutti i guai. È l’abbraccio con lei che viene definito “spettacolare” proprio come “l’amore il primo giorno d’estate” o i “dischi belli che non scordi più“, in un ritornello dotato dell’apertura melodica che contraddistingue la miglior tradizione italiana.

In conclusione

Tutto qui” e “Spettacolare” sono due canzoni sicuramente diverse tra di loro, ma che possono essere avvicinate non solo per il gusto nei confronti della melodia mostrato dai due autori, ma per l’indole che le contraddistingue: quella di portarsi dietro una sensazione sempre nuova ogni volta che si ascoltano. Sono due proposte che crescono ad ogni ascolto ed è questo il merito più grande di Gazzelle e Maninni nel Festival della cassa dritta: ci hanno portato suggestioni che i tormentoni non possono dare, o che le esauriscono subito essendo pensati unicamente per un facile ascolto. Questi due brani mostrano invece tutta la forza della melodia, che continua ad avere sempre il suo perché in ogni dimensione spazio-temporale.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.