Elodie Sfera Ebbasta

L’ipocrisia dell’azienda Elodie: dai discorsi femministi ai duetti con Sfera Ebbasta

Denunciare il patriarcato a parole ma, a fatti, prestare il fianco a chi lo promuove: il caso Elodie

Io non collaborerei mai con certi rapper e trapper misogini perché non abbiamo nulla in comune, ma li porterei a scuola per imparare come vanno le cose nella vita reale. La violenza che viene espressa in certe rime sembra figlia di un modo di fare che sta tutto in quel linguaggio, sbagliato“: questa dichiarazione è tratta da un’intervista di Elodie rilasciata a ottobre 2023 su La Stampa. Posizioni apparentemente chiare e nette ma poi smentite solo un mese dopo dalla pubblicazione di “Anche stasera“, singolo inciso in collaborazione con uno Sfera Ebbasta sempre al centro delle polemiche per i suoi testi scurrili e offensivi nei confronti delle donne e contenuto in “X2VR“, quinto album di inediti di quest’ultimo che oggi ricambia il favore con “Yakuza“, candidata hit estiva rilasciata venerdì e inserita nella versione digitale di “Mi ami mi odi” (di cui qui la recensione), ultima fatica dell’interprete romana.

Battaglie unicamente di facciata, cavalcate solo per far parlare di sè

Ciò che emerge, quindi, da questo modus operandi di Elodie è solo una grande ipocrisia: denuncia il patriarcato a parole ma, a fatti, presta il fianco a chi lo promuove e, così, le sue tante belle parole sul femminismo, sui diritti delle donne e sulla parità di genere sono il frutto di battaglie unicamente di facciata, cavalcate solo per far parlare di sè e per mantenere un sempre costante hype anche quando a non essere al centro è la sua musica.

Sfera Ebbasta rientra, infatti, pienamente nella categoria “trapper misogini” e, per averne conferma, basta anche solo spulciare tra i testi del suo ultimo album. Sì, proprio quello in cui era presente la stessa Elodie che, evidentemente, lo conosce benissimo. Versi come “solo se è stata sc*pata dopo può far parte di un video“, “mi sembra una falsa un po’ cagna“, “è una tr*ia, ti fa le fusa“, “è p*ttana, ha sempre le cosce aperte“, “non ti ci sta in bocca, devo togliere le palle“, “nella camera d’hotel dice che vuole i miei figli, glieli schizzo tutti in face” cosa sono se non “misoginia“, “violenza” e “linguaggio sbagliato“?

Perché, allora, fare discorsi femministi e poi collaborare con chi pubblica canzoni di questo tipo? Semplice: perchè Elodie è prima di tutto un’azienda che un’artista e duettare con Sfera Ebbasta conviene perché mantiene alto l’hype, aumenta l’esposizione, fa crescere i numeri e la sua presenza è in grado, anche da sola, di rilanciare un progetto.

Il soccorso Sfera Ebbasta per rilanciare un progetto dai risultati timidi

Yakuza” è uscita quasi fuori tempo massimo per quello che è il campionato dei tormentoni estivi e dà la sensazione di essere stata costruita in fretta e furia proprio per rilanciare un progetto che sta andando al di sotto delle aspettative. L’ultimo album di Elodie – “Mi ami mi odi” – non ha, infatti, ancora raggiunto il disco d’oro a quasi due mesi dalla pubblicazione e nonostante tutta l’esposizione ricevuta. Stessa sorte anche per l’omonimo singolo che ha accompagnato l’uscita del progetto (decisamente lontano dal traguardo di copie necessario) e, in generale, tutte le canzoni estratte non hanno ripetuto i numeri della precedente era della cantante, a partire da quella attesissima “Feeling” in duetto con Tiziano Ferro e sgonfiatasi dopo pochi giorni.

Sfera Ebbasta arriva, quindi, in soccorso per rilanciare le vendite del progetto e, forse, anche per recuperare una parte degli investimenti fatti per i concerti negli stadi. È, infatti, proprio con Elodie e con i suoi live a San Siro e al Maradona di Napoli che è esploso, in questi giorni, il caos sui concerti riempiti a suon di biglietti scontati e regalati, da una parte utili per coprire i costi di produzione e per dimostrare che la location ha registrato il sold-out o quasi ma, dall’altra, causa di una perdita economica che l’artista deve, prima o poi, recuperare.

Il caos concerti, scoppiato proprio dopo i live di Elodie a Milano e a Napoli

La giornalista Selvaggia Lucarelli, in un suo articolo in cui ha raccolto diverse testimonianze da parte di addetti ai lavori e di cui sono state riportate alcuni estratti da Dagospia, ha chiamato in causa proprio Elodie, presente a titolo gratuito a diverse convention aziendali proprio per recuperare un’importante perdita economica registrata con il concerto al Forum di Assago di due anni fa e, per come si sono svolte le prevendite, è facile pensare che anche i live negli stadi non abbiano rappresentato un investimento in positivo.

Aperte oltre un anno prima, le prevendite hanno, infatti, registrato un’accoglienza decisamente timida e le piantine di Ticketone, a poche settimane dall’evento, mostravano ancora un gran numero di biglietti invenduti, tanto che sul web si possono ancora trovare articoli che titolavano “Elodie e quell’errore di voler conquistare gli stadi“, “Elodie, sold-out lontano a San Siro. Sarà costretta a regalare i biglietti per riempirlo?“, “Elodie rischia il flop e le sedie vuote“.

La situazione è poi cambiata nell’ultimo mese e le vendite sono schizzate proprio in concomitanza con la pubblicazione di un link che rendeva possibile l’acquisto di biglietti sia per la data di Milano che per quella di Napoli scontatissimi a soli dieci euro e i concerti hanno poi avuto, effettivamente, un buon numero di spettatori, dandoci però anche la sensazione che Elodie sia stata rinchiusa dal suo team in un’illusoria gabbia dorata.

Elodie si muove da azienda, non da artista

A Elodie non è consentito il fallimento: le sue canzoni devono essere tutte hit, i suoi album devono arrivare in meno tempo possibile alla certificazione e le location dei suoi concerti devono risultare strapiene. Un suo album non riesce a raggiungere il disco d’oro? Aggiungiamo subito un duetto con Sfera Ebbasta e alla certificazione ci arriverà. Le prevendite dei suoi concerti negli stadi vanno male? Scontiamo i biglietti a dieci euro e lo stadio lo riempiamo comunque.

Un’azienda, appunto. Che non può permettersi passi falsi. Ecco perché ce la ritroviamo prima a fare discorsi femministi e poi a duettare con Sfera Ebbasta. E il problema, in fondo, non è neanche lei perché un’azienda il suo focus non deve averlo sui valori, sugli ideali e sui messaggi da veicolare, ma unicamente sugli incassi, sul fatturato e sulle perdite da evitare il più possibile. Il problema è chi le darà ancora credibilità alla prossima intervista in cui tornerà a vestire i panni della femminista.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.