Un’analisi sulle mancate vittorie femminili delle ultime nove edizioni del Festival di Sanremo
A pochissimi giorni dall’inizio della 74^ edizione del Festival di Sanremo, continuiamo la nostra riflessione anno per anno sulle ragioni che hanno portato a un record di vittorie maschili consecutive della kermesse, nonostante le valide proposte femminili in gara (qui la prima parte con l’analisi delle edizioni dal 2015 al 2019). Quest’anno saranno ben nove le donne soliste che prenderanno parte alla competizione (dieci se contiamo anche Angela dell’ormai duo dei Ricchi e Poveri). Interessante sarà capire se l’introduzione della giuria delle radio, che sostituisce la storica giuria demoscopica, sarà un elemento che aiuterà le donne in gara nella titanica impresa di scalare la classifica finale della kermesse. Intanto, vediamo cosa è successo nei primi quattro Festival targati Amadeus.
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2020: proposte audaci e graditi ritorni
L’era amaudesiana si apre in piena continuità con quella di Baglioni appena conclusa. Le donne in gara sono, infatti, meno di un terzo rispetto al totale del cast. Esordisce Elettra Lamborghini, che porta il twerking per la prima volta sul palco dell’Ariston, con un’innovativa proposta reggaeton, “Musica (e il resto scompare)”. La sua proposta sarà premiata da vendite e passaggi radiofonici, ma inevitabilmente molto meno nella classifica finale della kermesse.
Al suo primo Festival anche Levante, che partecipa portando un brano che mette in luce le sue qualità di cantautrice sensibile e sempre attuale. Il pezzo è, infatti, un vero e proprio elogio alla diversità con una produzione decisamente radiofonica. La sua “Tikibombom” si ferma a metà classifica e i media sembreranno prestare attenzione più alle sue reazioni per la vittoria dell’ex fidanzato, Diodato, che al valore del brano.
Torna in gara Irene Grandi, ripresentandosi con un brano firmato Vasco Rossi e Gaetano Curreri, “Finalmente io”, a vent’anni dal suo esordio tra i big con lo stesso team, che le regalò uno dei suoi pezzi più importanti, “La tua ragazza sempre”. Squadra che vince non si cambia, ma l’iconicità dei due brani non risulta essere assolutamente paragonabile. La Grandi chiude quindi, con una più che soddisfacente top ten, un Sanremo dove ha ricevuto l’appoggio incondizionato solo della giuria demoscopica.
Torna a tre anni dal suo esordio anche una Elodie in grande spolvero, reduce da due anni di grandi successi e tormentoni estivi. La sua super pop “Andromeda” però pagherà il pegno di essere un brano troppo poco universale nel suo significato, forse proprio “troppo femminile” per poter essere apprezzato più di altre rassicuranti proposte. Ottiene l’appoggio trasversale delle tre giurie, ma questo basta solo a portarla al settimo posto, il miglior piazzamento ad oggi per la cantante romana.
2021: una vittoria per le donne
Il primo Festival senza pubblico all’Ariston, vede finalmente una soddisfazione per l’universo femminile. Con la sorprendente vittoria dei Måneskin, grazie alla loro “Zitti e buoni”, anche una donna riuscirà ad alzare il leoncino e parliamo di Victoria De Angelis, la talentuosa bassista della rock band.
Favorito della vigilia era però il duo, già ampiamente rodato, formato da Francesca Michielin e Fedez. La loro “Chiamami per nome”, che aveva rischiato l’esclusione ancora prima dell’inizio della competizione a causa di un erroneo spoiler da parte del rapper milanese, è un brano che però si discostava nel mood dal loro primo featuring “Cigno nero” e non aveva neanche la stessa potenza espressiva della loro precedente collaborazione, “Magnifico”. Il duo si ferma perciò al secondo posto, affossato dai voti della stampa e dell’orchestra.
Tra le donne soliste presenti in gara ci sono le solite aficionadas, tra cui Malika Ayane, Arisa, Annalisa e Noemi, tutte ampiamente sostenute dalla giuria demoscopica, ma chi riesce a distinguersi è una giovanissima Madame, la cui “Voce” risulterà essere il terzo brano più certificato della kermesse quell’anno. Il pubblico sembra non pronto a premiare un brano che parla di un amore tra donne e l’artista si deve accontentare di un ottavo posto.
2022: Elisa ed Emma tentano il bis
Nell’anno in cui molti grandi big della musica italiana si rimettono in gioco, ben due ex vincitrici del Festival provano a riconquistare l’ambito leoncino. Emma torna dopo dieci anni esatti dalla sua vittoria con “Non è l’inferno”, portando una power ballad della quale sarà anche co-autrice, “Ogni volta è così”. Il brano viene definito dalla stampa come un degno erede de “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini, ma non vedrà né un’importante promozione, né il lancio successivo di un album, in quanto lei stessa affermerà di aver partecipato più per motivi personali che professionali. Delle performance sempre a fuoco le regalano il consenso unanime delle tre giurie e, in un anno così competitivo, un’ottima sesta posizione nella classifica finale.
Elisa torna, invece, dopo la storica vittoria nel 2001 con “Luce (tramonti a nord-est)”, che le era valsa anche il premio della Critica. Il suo è sicuramente il nome da battere per i favoriti della vigilia, ossia il duo formato da Mahmood e Blanco. Con la romantica “O forse sei tu”, l’artista fa un ottimo Festival e viene sostenuta per tutta la gara dalla stampa e dalla giuria demoscopica, ma nella finalissima a tre le giurie voteranno compatte per incoronare “Brividi” come il brano vincitore assoluto della kermesse.
2023: il podio si allarga, ma non si tinge di rosa
Anche quest’anno Amadues riesce a convincere tantissimi grandi nomi a rimettersi in gioco come concorrenti, concedendo solo agli artisti ultra 70enni la possibilità di essere chiamati come super ospiti.
Tornano in gara Elodie e Madame, ormai due artiste affermate, certificate (qui la classifica delle donne più certificate) e fortemente appoggiate dalle radio. La prima, forte della recente vittoria di un David di Donatello per la migliore canzone originale (con “Proiettili (ti mangio il cuore)”) presenta “Due”, un brano in linea con l’identità delle sue proposte di maggiore successo. Sarà il televoto a non permetterle di andare oltre una posizione ai piedi della top ten. Forse portare una ballad come la sua “Vertigine”, avrebbe spiazzato maggiormente e avrebbe potuto far conoscere al grande pubblico l’artista in una veste inaspettata. Neanche Madame e la sua iconica “Il bene nel male” riescono a raggiungere il podio, che Amadeus aveva deciso per l’occasione di allargare a ben cinque brani. Una performance nella serata cover poco apprezzata e le numerose polemiche riguardanti l’indagine per false vaccinazioni che la vedeva coinvolta, inficiano il suo posizionamento finale.
Appena fuori dal podio si ferma anche Giorgia, tornata in gara dopo ventidue anni con “Parole dette male”. Il suo ritorno viene reso meno memorabile, però, da un brano poco d’impatto rispetto a ciò cui ci aveva sempre abituati l’artista. Verrà rivelato d’altronde in seguito che questa partecipazione è stata decisa all’ultimo da una Giorgia poco convinta. Si distinguerà nella serata cover, dove propone con Elisa i due brani che si giocarono la vittoria nel 2001, “Luce” e “Di sole e d’azzurro”. Tuttavia, neanche quest’operazione nostalgia sarà sufficiente per ambire a un posto sul podio.
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