Alessandro Ravera

Alessandro Ravera: “Nel mio nuovo singolo la genuinità di un’amicizia forte” – INTERVISTA

Intervista ad Alessandro Ravera, che ci racconta il suo nuovo singolo “Fantera

Fantera” segna il ritorno discografico del pianista piemontese Alessandro Ravera, un inno all’amicizia rimasto chiuso nel cassetto per 20 anni. Il brano è il primo estratto da “1776.“, un ep che nasce da un desiderio di rinnovamento molto forte dell’artista, un racconto degli ultimi anni attraverso i suoni del pianoforte, alcuni sintetizzatori e percussioni.
Abbiamo raggiunto Alessandro per farci raccontare questo suo nuovo singolo.

Partiamo dal titolo: cosa significa “Fantera“?

«Fantera è semplicemente l’unione dei cognomi di Filippo (il mio migliore amico) e del mio: Fantini e Ravera. Dato che il tema originario di questo pezzo è nato in un periodo di vita in cui giocavamo a fare musica chiamandoci i “Dj Fantera”, questo titolo viene da lì».

Il testo è pieno di immagini forti. A cosa ti sei ispirato? 

«Al periodo in cui si è consolidata tantissimo l’amicizia con Filippo e tutto ciò che mi ricollega a quei tempi: la natura, la spensieratezza, la genuinità ed anche la profondità di un legame molto forte e duraturo. Tutto ciò su cui poggia tuttora il rapporto con Filippo. Direi anche proprio il sentirsi a casa e condividere in maniera estremamente semplice svariati momenti di vita, all’insegna del gioco e della condivisione».

Nel singolo c’è una svolta anche nel sound: meno pop, più elettronico e minimale. Una scelta consapevole?

«Assolutamente! Con Fabio, mio produttore artistico, abbiamo voluto dare esattamente questo taglio: stringere – anche se da lontano – un occhio al pop, rimanendo appunto in un linguaggio minimale ed elettronico, pur ruotando sempre tutto attorno al pianoforte. Questa scelta è legata in maniera molto forte al mio background – in particolare agli anni post conservatorio – e a dove voglio andare oggi. Rivolgermi alle persone in maniera nuova, uscendo dalle influenze della classica, cui sono stato molto legato per diversi anni, e andando in un mix di suoni più sperimentali che però sento molto miei».

Fantera” anticipa l’uscita di un EP?

«Sì, assolutamente! Da qui a dicembre verrà lanciato il mio primo ep. Non nascondo inoltre che abbiamo da poco ultimato la produzione di alcuni brani che seguiranno l’ep. Con “Fantera”, l’idea è fare il primo passo di un lungo e nuovo viaggio nella musica, in qualche modo accompagnato dal mio migliore amico».

Che reazione speri susciti in chi lo ascolta? 

«In realtà non spero susciti nessuna reazione in particolare, la musica è talmente vasta e varia nelle sue possibilità… Però posso dire che a me suscita una sensazione di benessere e di calore, la sensazione di sentirmi a casa e al sicuro. Fosse così anche per chi ascolta, immagino sarebbe magnifico!».

E ora? Dopo questo singolo cosa succederà?

«Come ho detto prima, ci sono diversi altri singoli in pentola. L’auspicio è quello di fare più concerti possibile, condividere la musica con più persone possibile e continuare il viaggio con grande gioia e slancio vitale».

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.