Un’analisi sulle novità apportate dall’ultimo direttore artistico al Festival di Sanremo
Alla fine di quello che pare essere ormai l’ultimo Festival di Sanremo di Amadeus (qui la nostra analisi sull’ultima edizione), tiriamo le fila di quelle che sono state le maggiori novità apportate dal direttore artistico, soprattutto in termini di partecipanti ai diversi cast, per capire come la sua direzione ha profondamente lasciato il segno nella kermesse, ma anche nel panorama musicale italiano attuale.
Indice dei contenuti
La rivoluzione indie
Una delle più importanti rivoluzioni di Amadeus è stata innanzitutto quella di aver sdoganato a tutti gli effetti l’indie. Il conduttore ha portato coraggiosamente sul palco artisti meno noti al grande pubblico. In molti casi, pur avendo all’attivo una lunga gavetta e diversi anni di carriera alle spalle, questi cantanti non potevano vantare grandi successi.
Se nel 2020 un primo tentativo di avvicinare il pubblico all’indie era stato fatto con la consacrazione di Levante e dei Pinguini Tattici Nucleari, la vera e propria rivoluzione è arrivata nel 2021, dove in gara abbiamo avuto l’esordio contemporaneamente di Colapesce e Dimartino, Coma_Cose, La Rappresentante di Lista, Fulminacci e Gio Evan. Partecipazioni molto fortunate, che nella maggior parte dei casi hanno visto un ritorno in gara anche negli anni successivi.
Meno fortunate in termini di seguito, ma ugualmente coraggiose da parte del direttore artistico, sono state le promozioni a big di Ditonellapiaga e Giovanni Truppi nel 2022, mentre negli ultimi due Festival, dal mondo indie, si sono distinti Ariete e Gazzelle.
La rivoluzione rap/trap
Per i direttori artistici antecedenti ad Amadeus, la quota rap/trap era stata rappresentata da uno o due partecipanti al massimo per edizione. Fazio, Conti e Baglioni non avevano, infatti, voluto apportare troppi sconvolgimenti ad un Festival dove la melodia faceva da padrona. Amadeus è, invece, riuscito a integrare pienamente questo genere nella gara.
Diversi esponenti del rap e della trap, spesso restii alla contaminazione col mondo della televisione, si sono fatti convincere e in questi cinque anni abbiamo visto in gara nomi come Junior Cally, Fedez, Madame, Random, Willie Peyote, Dargen D’Amico, Rkomi, Lazza, Articolo 31, Rosa Chemical, Geolier e Ghali.
La rivoluzione talent
Anche questa è stata spesso vista come una categoria a parte, che non poteva avere percentuali troppo importanti in gara. Una quota insomma, senza tenere conto delle profonde differenze nel genere delle proposte. Con Amadeus grossi passi in avanti si sono avuti. Per esempio, quest’anno quasi la metà delle donne in gara proveniva dall’esperienza del talent. Le artiste in questione, però, si sono sapute distinguere con proposte differenti, che stanno ottenendo un grande gradimento. Inoltre, quattro dei vincitori (Maneskin, Mahmood, Marco Mengoni e Angelina Mango) di queste cinque edizioni, erano passati precedentemente o tra i banchi di Amici o dal palco di X Factor, segno che questi programmi rappresentano ormai, oltre ad una vetrina, anche una gavetta generalmente riconosciuta.
La rivoluzione over
Anche per quanto riguarda i partecipanti “over” Amadeus ha dimostrato originalità, non chiamando in gara i “soliti” Albano o Patty Pravo. Nei suoi primi due Festival ha avuto infatti, dopo quarantotto anni dall’ultima partecipazione, Rita Pavone e dopo ventinove, Orietta Berti. Dopo più di vent’anni sono tornati anche Donatella Rettore, Gianni Morandi e Massimo Ranieri, partecipanti della fortunata edizione del 2022.
Nel 2023 Amadeus ha regalato al grande pubblico l’esordio in gara dei Cugini di Campagna e il ritorno di Anna Oxa, dopo le lunghe questioni legali con la Rai. A distanza di trentadue anni, poi, è riuscito a riportare al Festival persino i Ricchi e Poveri. Molti di questi artisti hanno trovato, dopo la partecipazione alla kermesse, una rinnovata giovinezza artistica.
La rivoluzione big
Grande è stato il lavoro di Amadeus nel chiamare al Festival nomi che hanno reso il momento dell’annuncio del cast, ogni anno sempre più sensazionale. Innanzitutto ha riportato alcuni mostri sacri al Festival dopo almeno vent’anni. Artisti che proprio a Sanremo hanno avviato le proprie carriere e che nelle ultime edizioni vi avevano partecipato esclusivamente nel ruolo di super ospiti.
Parliamo nello specifico di Elisa, Giorgia e i Negramaro. Grandi ritorni sono stati anche quelli di Emma e Marco Mengoni, entrambi approdati in Riviera a celebrare in gara i decennali dalle rispettive vittorie. D’altro canto Amadeus ha convinto a partecipare anche il re degli stadi, Ultimo. Ha portato all’Ariston anche artisti dalle lunghe carriere costellate di grandi successi, che mai avevano calcato quel palco, come Piero Pelù, i già citati Fedez e Articolo 31 e persino Alessandra Amoroso.
La rivoluzione giovani
Se Amadeus ha saputo fare importanti opere di convincimento coi grandissimi della musica italiana, altrettanto notevole è stato il lavoro fatto con la spesso bistrattata categoria delle Nuove Proposte. Nei primi due anni ha mantenuto la tradizione dei due diversi circuiti, mentre nell’ultimo triennio ha preferito riproporre la formula adottata per la prima volta da Baglioni nel 2019, che prevedeva la partecipazione nell’unica categoria dei Big dei vincitori della gara dei Giovani.
Con artisti come Fasma e Tananai ha incontrato immediatamente il gusto del pubblico. Spesso Amadeus, però, ha fatto qualcosa che nessun suo predecessore aveva osato fare: promuovere direttamente tra i Big artisti che nella gara dei Giovani erano stati precedentemente bocciati, come ad esempio Hu, Maninni e Big Mama.
La rivoluzione radio e streaming
Per anni le ballad sono stati i brani che per antonomasia sono stati accostati alla kermesse sanremese. Con Amadeus è stata sdoganata anche la partecipazione di una percentuale sempre più elevata di brani midtempo o addirittura uptempo, sempre molto radio-friendly. Le radio, inoltre, hanno raggiunto un’importanza crescente anche come giuria per la competizione, subentrando alle storiche giurie dell’orchestra e demoscopica. Ecco che il Festival è diventato con Amadeus sempre più attento a ottenere il favore delle piattaforme di streaming, grazie alla partecipazione di recordman delle certificazioni, come Blanco, Lazza e Geolier.
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