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Sanremo 2024, le pagelle alle esibizioni della seconda serata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della seconda serata del Festival di Sanremo 2024

E’ arrivato il momento per la seconda puntata del Festival di Sanremo 2024! In questa seconda serata riascolteremo le canzoni di 15 dei 30 artisti in gara (qui la scaletta con l’ordine di uscita). Durante la puntata godremo della conduzione di Amadeus, giunto alla sua quinta edizione, e di Giorgia (e della sua musica) che festeggerà il proprio trentennale di carriera. Ci siamo anche noi e le nostre pagelle in diretta!

(pagelle in aggiornamento)

Fred de Palma suona, come la maggioranza di questo Festival, fedele al suono da dancefloor rinunciando anche alle sue radici latine e reggaeton e lasciando ben poca traccia della componente rap da cui proviene. La sua voce si adatta bene alla forma-canzone scelta e non appare affatto fuori contesto riuscendo anche a reggere sufficientemente bene il peso dell’esibizione live. La competizione, però, è serratissima e una canzone così poco segnante non può di certo emergere dal lotto. Voto: 5

  • RengaNek – “Pazzo di te” presentati da La Sad

La canzone sarà datata, come scrivono alcuni, ma se il Festival vuole davvero rivolgersi a tutti è una canzone che giustamente si trova qui. Tradizionale, certo, ma ben scritta e ben interpretata. La criticità, piuttosto, sto nelle difficile coesistenza vocale tra i due interpreti con un Renga che è molto più arzigogolato e barocco (come giustamente la canzone richiede) mentre, invece, Nek fatica a riempire le arie di questa melodia che non lo rappresenta e non lo fa esprimere. Singolarmente avrebbe un senso che insieme non ha. Voto: 6-

  • Alfa – “Vai!” presentato da Mr.Rain

Allegro, fischiettante e positivo tanto nel linguaggio quanto nella resa interpretativa di Alfa che canta bene e si diverte trasmettendolo a chi lo ascolta. La canzone, di per sè, aggiunge poco a quello che già sapevamo di lui e della sua musica e, forse, questo non è un bene per un ragazzo giovane che doveva sfruttare questa occasione per compiere un passo avanti. Senza infamia e senza lode. Voto: 5,5

  • Dargen d’Amico – “Onda alta” presentato da Diodato

Fa discutere sul piano politico per ciò che dice ma, in realtà, anche la sua canzone ha qualche messaggio sociale da non sottovalutare o ignorare. Oltre al messaggio, Dargen ci mette anche il suono e con una cassa in quattro che perdura per gran parte del pezzo l’effetto tormentone può essere garantito. Un tormentone impegnato. Il che non è male per una canzone al Festival di Sanremo. Voto: 7

  • Il Volo – “Capolavoro” presentati da Rose Villain

Gianluca porta i suoi compagni verso un mondo molto più pop di quanto abbiano mai voluto essere. Ignazio ci mette un graffio quasi rock che ben si accosta alla necessità di contemporaneità del trio. La voce di Piero, seppur si tratti della più bella, risulta fuori contesto, però, in tutto questo. La sensazione è quella di una canzone che vuole essere aria nuova ma che viene bloccata da un tappo di aria stagna. Occasione uscita soltanto a metà e che li rende più apprezzabili singolarmente che d’insieme. Peccato perchè la canzone c’è. Voto: 6++

  • Gazzelle – “Tutto qui” presentato dai BNKR44

Gazzelle scrive bene tanto quanto sa vendersi male. Poco empatico sul palco interpreta, poi, la propria canzone entrandoci dentro e dimostrando di crederci per davvero. Non è la sua miglior creazione ma lo rappresenta permettendogli di risultare sincero e coerente. Valori che, per quella che è la sua personalità artistica, valgono nettamente di più di ogni altro fattore. I suoi sostenitori lo ritroveranno tra queste note. Voto: 6

  • Emma – “Apnea” presentata dai Santi Francesi

Emma è una delle poche artiste di questo numerosissimo cast che ha scelto di riservare al Festival una propria trasformazione ed evoluzione. Messe alle spalle le ballad pop o rock che in passato ha interpretato spesso e volentieri (non solo in Riviera), la cantante salentina questa volta punta su un brano dal deciso sapore dance su di un tappeto ritmico da club. Un modo interessante, ed in cui la sua voce sta a meraviglia, per tracciare un nuovo pezzo di strada verso il futuro rispondendo alle richieste dell’attualità ma elaborandole a proprio modo. Voto: 7

  • Mahmood – “Tuta gold” presentato da Alessandra Amoroso

Mahmood presenta una canzone che parla di abbandoni, ripartenze e rinascite. Peccato che ce ne si accorga soltanto dopo averne appreso i contenuti dal suo stesso interprete. Il problema principale di questa proposta sta, infatti, proprio nella narrativa del testo che prova a risultare meno diretto e più contemporaneo utilizzando quel linguaggio urban e trap che Mahmood stesso rappresenta ma che qui viene ulteriormente esasperato. Il cantato, però, è sempre eccellente e la sua voce è magnetica come nessun’altra in questo Festival. Voto: 6+

  • BigMama – “La rabbia non ti basta” presentata da Il Tre

Una delle poche, se non l’unica, quota “nuova proposta” di questa edizione che ha le carte in regola per vincere la sfida del rimanere al di fuori del Festival a giudicare dalla reazione del pubblico in sala al Teatro Ariston. La sua proposta racconta di fragilità superate con “cose da dire” ed un ritmo radiofonico che aiuta la canzone e la sua resa. Lei è una performer di qualità, la canzone è buona. Attenzione, però, al rischio marchetta che è dietro l’angolo se si esagera e si esce dai confini. Voto: 6-

  • The Kolors – “Un ragazzo una ragazza” Angelina Mango

Il tormentone funky dei The Kolors arriva a movimentare una serata che, rispetto ai ritmi di ieri, sta scorrendo fin troppo lentamente. La performance è sempre sempre coinvolgente e convincente. E’ chiaro che Stash e compagni ambiscano soprattutto al mondo radiofonico, alla diffusione streaming e al mondo social in cui il motivetto dell’inciso spopolerà (TikTok e Universal permettendo). L’energia non è mai troppa quando una canzone funziona. E questa funziona. Voto: 7+

  • Geolier – “I p’ me, tu p’ te” presentato da Fiorella Mannoia

Una colonna della storia della musica italiana come Fiorella Mannoia presenta il nuovo che avanza ma che lo fa prendendo a prestito la storia secolare della lingua napoletana riscrivendone i tratti nell’attualità musicale. Geolier, seppur limitato dai confini di un testo completamente in dialetto, riesce ad arrivare a meta sfruttando l’universalità della forza della musica (qui melodica e trascinante contemporaneamente) e la capacità d’interpretare anche fisicamente il proprio brano. Voto: 6.5

  • Loredana Bertè – “Pazza” presentata da Sangiovanni

Non è precisa vocalmente come potrebbe essere Loredana ma quanto perde in efficacia, lo recupera in personalità e potenza interpretativa. Sul palco con lei non sale soltanto la sua canzone ma anche la sua storia che, in questo caso, è un tutt’uno. Prima pazza, poi santa. Ciò che rimane è un’artista senza rivali e una potenza rock non solo sbandierata ma anche reale e vissuta. Loredana prende la sua standing ovation da parte del Teatro Ariston ed è ciò che merita. La canzone, poi, funziona e funzionerà. Voto: 8

  • Annalisa – “Sinceramente” presentata da Maninni

La grande favorita alla vittoria finale, prima e dopo l’esibizione d’esordio, ha dalla sua, di fatto, il tormentone più martellante dell’edizione. Il ritmo battente dell’inciso è capace di incollarsi in testa e rivelarsi invincibile anche da parte dei tanti che, ascoltandolo, penseranno che una voce così cristallina, precisa e soave avrebbe meritato in carriera canzoni più importanti nel proprio repertorio. Annalisa, però, a questi ritmi scanzonati ci è arrivata dopo un lungo percorso di sottrazione e di ricerca che oggi l’ha resa apripista della strada che in tanti stanno seguendo. La canzone c’è e funziona. Lei è la solita lama d’intonazione e ora che ha imparato anche a mostrarsi sicura e padrona della scena non ha competitor. Voto: 7,5

  • Irama – “Tu no” presentato dai Ricchi e Poveri

Irama ha dentro di sè quella forza interpretativa che gli consente di risultare sempre credibile e spendibile. In questo caso lo struggimento del brano è ben rappresentato dal suo interprete seppur la voce arrivi fortemente condizionata dalle distorsioni sintetiche di effetti speciali che aumentano, forse, la resa sonora ma riducono l’impatto emotivo delle parole cantate. A non convincere pienamente è anche la forma-canzone stessa che avrebbe avuto bisogno, in un qualche momento, di un’apertura meno effettata per sollevare il velo di Maya e arrivare in profondità. Voto: 7-

  • Clara – “Diamanti grezzi” presentata dai Negramaro

E’ una buona sintesi quella offerta dal volto di ‘Mare fuori’ tra il canto pop ben strutturato e l’esigenza musicale di guardare alla scrittura e alla composizione dei nostri giorni. Il pezzo ha il ritmo giusto per conquistare il mondo radiofonico ma anche i giovanissimi che seguono Clara in quello che è il suo percorso artistico ancor prima che musicale. Voto: 6+

Direttore editoriale e fondatore di "Libera la Musica" dal 2024 dopo essere stato per 12 anni alla guida di uno dei principali siti d'informazione e critica musicale. Amante del pop, delle belle voci, della nostalgia e del mondo andato fatto di classe, divismo, qualità e canto. Non rinnego il futuro, lo incoraggio ad essere migliore non cancellando il passato.