“È proprio il rischio di romperci che ci permette di amare davvero”
Rapper genovese classe 2001, Federico Olivieri, in arte Olly, fa un salto “Devastante” nel mondo adulto. La ballad pop, uscita lo scorso 8 marzo per Epic Records / Sony Music Italy, prodotta e scritta da JVLI insieme al cantante stesso e a Luca De Blasi, si presta a una lettura incrociata del testo e permette di cogliere il dualismo delle emozioni e delle intenzioni che animano la penna degli autori e del protagonista che la racconta in canto.
Il tempo della goliardia e delle idealizzazioni giovanili, di cui si avverte la mancanza, (“Un po’ mi mancherà sapere come stai, fumare tra le chiacchere Vederti dentro ai film, rubare in Autogrill, pisciare tra le macchine Spiare le finestre accese delle case in centro Soltanto per immaginare di abitarci dentro”) cede il passo al desiderio di costruire una quotidianità condivisa con la persona amata, tra il desiderio di progettare e la noiosa routine delle cose solite (“Pensa che classico (Cosa?) Due bambini ed un cane in un attico (Uh) Svegliarsi tardi e non andare (Dove?) All’assemblea condominiale (Ah)”).
Nell’ambivalenza di questa contraddizione, rimane centrale il desiderio consapevole di averla accanto, nonostante i dubbi e i timori legati al carattere e alla personalità (“Il panico e gli attacchi Il rumore dei tuoi tacchi L’umore dei tuoi sbalzi”). Quelli che possono diventare limiti, si distendono e si trasformano in risorse; tuttavia, il cambiamento di vita genera novità tangibili (“Uh, ma guarda un po’ Finalmente sorridi di nuovo (Di nuovo) Ti bastava cambiare lavoro”) ed origina certezze inaspettate.
Così, il ricordo di ciò che teneva in bilico si lascia superare dalla volontà di “stare con”, senza romanticismi di maniera, e dall’impellente bisogno di sentirsi totalmente calati nel bene provato (“Ma quante cose devo ancora dirti Ma quante Ma quante volte devo ancora dirti che mi spiace Che non sono capace A vivere una vita senza te Non ci sono più canzoni da cantare Farfalle da mangiare Ho un dubbio dopo l’altro ma so che Voglio, voglio te Solo te Soltanto te”).
E se qualcosa dovesse cambiare? Resterebbe, comunque, la devastazione di quell’amore (“Ti dirò, finirà E chissenefrega Tu butta tutto via, non è importante Per me sei devastante Per me sei devastante”) che, nel presente, va rassicurato e fortificato, una volta di più, con la certezza di poter contare sulla presenza dell’altro (“Sai che sparisco e che ci sono So quando hai voglia e quando hai sonno Buonanotte Io resto ancora un po’ sveglio Che ho voglia di stare a spaccarmi le nocche” (…) “Assieme a te non mi annoio Potrei pure fare la coda alle poste Fare la parte di quello più forte Se te la sentirai Tu ricordati di noi”).
Ma se tutto questo dovesse finire, basterà il ricordo di noi, inconsapevoli di essere già il principio di una devastazione? (“Ricordati di noi a bere dentro a un bar Di quelli con l’insegna luminosa che non va Ricordati di noi a combinare guai (…) Ubriachi dentro a un bar A fingere che non ci sia qualcosa che non va Ricordati di noi a combinare guai”).
Leggere il testo di “Devastante” con questa modalità scomposta e circolare, permette di cogliere una struttura speculare, dei versi e delle strofe, che si ripete secondo uno schema concettuale identico, rotto soltanto dal ritornello. Esattamente, come nelle intenzioni creative dichiarate da Olly: “Con Devastante cerco qualcosa in grado di ‘rompermi’ continuamente, di farmi ripartire ogni volta come fosse la prima (…) auguro a tutti e a me stesso qualcosa di devastante, per lasciarsi amare senza far vincere la paura di perdere”.
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