Indice dei contenuti
- 1 Racconto del concerto che giovedì 12 giugno ha segnato il ritorno dei Modà a San Siro dopo nove anni
- 2 L’inizio con la sorpresa “Tutto non è niente” e il rock possente di “Vivo da re“
- 3 L’ingresso di Nicola Nite nella formazione e il perché dell’assenza di ospiti
- 4 “Cash” uno dei picchi emotivi dell’intero live
- 5 Repertorio che mostra tutta la sua salute tra vecchi successi e nuove canzoni
- 6 “Non ti dimentico” chiude la storia dei Modà con Sanremo
- 7 Il gran finale con “In tutto l’universo” e “Viva i romantici“
- 8 I 56 mila spettatori presenti sono un risultato figlio della verità
Racconto del concerto che giovedì 12 giugno ha segnato il ritorno dei Modà a San Siro dopo nove anni
Il concerto finora più bello e intenso della lunga storia dei Modà. “La notte dei romantici” a San Siro ha lasciato a tanti spettatori (56 mila i presenti) la stessa sensazione: un evento ancora più significativo e importante rispetto all’esordio del 2014 e al raddoppio del 2016 perché, se quelli rappresentavano prima la realizzazione del sogno più grande e poi la sua conferma, quello di ieri ha sì conservato la dimensione del sogno, aggiungendo però altri ingredienti che ci portano in territori in cui si parla di rinascite, di ritorni, di rivincite e dell’inaspettato.
“San Siro non lo sognavamo neanche più“, ha raccontato, infatti, ieri il frontman Francesco ‘Kekko’ Silvestre durante l’incontro pomeridiano con la stampa, alludendo sia ai problemi personali che l’hanno colpito (“Se mi avessero proposto qualche anno fa di fare San Siro non avrei neanche accettato perché non avrei proprio trovato le forze mentali per affrontare un evento del genere“) sia alla difficile situazione discografica in cui si è trovata la band negli ultimi anni (“Abbiamo dovuto lottare contro un sistema complicato, gli psicologi e psichiatri mi dicevano che i miei problemi sono stati anche acuìti da una situazione discografica compromessa. Io ho dovuto spendere venti volte le energie mentali spese fino al 2016 per ottenere un terzo di quello che ottenevamo prima”).
L’inizio con la sorpresa “Tutto non è niente” e il rock possente di “Vivo da re“
La dedica iniziale non può che essere, quindi, rivolta al pubblico che non li ha mai abbandonati nonostante l’ostracismo di radio, media e stampa con la sorpresa “Tutto non è niente“, brano mai pubblicato come singolo e assente dalle scalette della band addirittura dal tour di “Viva i romantici” ma tra i più amati dai fan che, inevitabilmente, accolgono con una evidente emozione quel “tutto senza voi vicino è niente” cantato per l’occasione.
Kekko indossa una giacca dorata per la rivendicazione orgogliosa del rock possente di “Vivo da re“, la prima canzone in scaletta dall’ultimo album “8 canzoni” che, in sala stampa, il cantautore definisce “il più bello che io abbia mai scritto anche se al massimo ha preso il disco di legno“, e i bpm si mantengono altissimi con “Sono già solo“, la hit da cui, nel 2010, è partita la seconda vita dei Modà dopo la lunga gavetta iniziale, mentre la dedica alla figlia Gioia di “Non ti mancherà mai il mare” dona un momento di grande dolcezza a un concerto che alterna, con grande intelligenza, i momenti più potenti e quelli, invece, più intimi.
L’ingresso di Nicola Nite nella formazione e il perché dell’assenza di ospiti
L’omaggio alla Sardegna di “Cuore e vento” è la giusta occasione per presentare al pubblico l’ingresso di Nicola Nite, ex frontman dei Tazenda, nella famiglia dei Modà: “Si aggiunge a noi – dice Kekko – un cantante straordinario che farà parte di questa band e mi darà un grande supporto con i cori, con le doppie voci e ci aiuterà anche con le chitarre acustiche e in tante cose che abbiamo deciso di togliere dalle sequenze perché, d’ora in poi, vogliamo suonare proprio tutto dal vivo“.
È anche l’unico duettante presente sul palco in un concerto senza ospiti e la scelta è stata spiegata così da Kekko nel pomeriggio in sala stampa: “Non inviteremo più nessuno ai nostri concerti perchè non abbiamo bisogno di ospitare qualcuno per riempire un posto e, soprattutto, perché abbiamo capito che questo è un mondo in cui la riconoscenza è una parola sconosciuta. Vi racconto un episodio che mi è successo durante la depressione e ci tengo a precisare che non riguarda nè gli ospiti di San Siro 2014 nè quelli del 2016, e neanche Emma: continuavo a chiamare un’artista donna perché non stavo bene e sapevo che anche lei aveva avuto dei problemi, ma non mi rispondeva. Poi mi ha mandato un messaggino in cui, senza chiedermi nulla, mi diceva che se la cercavo per un duetto aveva già accettato altre cose. Immaginate come si può rimanere davanti a un comportamento del genere“.
“Cash” uno dei picchi emotivi dell’intero live
Il concerto prosegue tra delicatezza e potenza prima con “Non è mai abbastanza“, canzone perfetta per quella che Kekko definisce “la notte più romantica dell’estate“, e poi con il medley rock che contiene “Forse non lo sai“, “Sogno nel cassetto“, “Uomo diverso“, “Dimmelo“, “Cuore di cemento” e “Passione maledetta“, attraversando così tanti capitoli importanti del percorso dei Modà, dalle origini fino a “Testa o croce“.
Torce dei telefoni accesi all’unisono per “Cash” e San Siro si illumina in uno dei picchi emotivi del live, con Kekko a dedicare “la canzone più bella che io abbia mai scritto nella mia vita ma che non avrei mai voluto scrivere” all’amico Vito, scomparso quasi due anni fa a causa di un incidente in moto. Gli acuti finali sono letteralmente da pelle d’oca e il pathos è tenuto altissimo anche da “Salvami“, la “preghiera“, dal nuovo singolo “Come hai sempre fatto” rivolto “a tutti quelli che stanno affrontando una battaglia silenziosa e che, in questo momento, hanno la testa bassa ma devono cominciare ad alzarla” e dagli assoli di “Anche stasera” dei chitarristi Enrico Zapparoli e Diego Arrigoni.
Repertorio che mostra tutta la sua salute tra vecchi successi e nuove canzoni
È “Gioia” ad aprire la seconda parte dell’evento esattamente come nell’esordio del 2014, mentre la continuazione è affidata al repertorio più recente del gruppo, con “Quel sorriso in volto” che porta sul palco Clarissa Tami – protagonista del video ufficiale da oltre 30 milioni di visualizzazioni – e anche due fortunati fan, i futuri sposi Dario e Antonietta, che vedono il loro amore coronato da Kekko, “Quelli come me” e “Forse“, tra le proposte più recenti ma che dà già la sensazione di poter diventare una canzone da repertorio.
Un repertorio che, anche nel medley acustico, mostra tutta la sua salute dalla recente “Il foglietto con il tuo nome” fino ai primissimi successi “Scusami” e “Favola“, passando per “Stella cadente“, “Bellissimo” e “Se si potesse non morire“, tutti proposti in un’atmosfera suggestiva creata dalla voce di Kekko accompagnata dalla chitarra di Enrico Zapparoli e dalla sempre calorosa partecipazione del pubblico, fondamentale per portare a termine l’obiettivo principale della band: una grande serata di karaoke.
“Non ti dimentico” chiude la storia dei Modà con Sanremo
Un karaoke in cui trova il suo posto di primo piano anche “Non ti dimentico” in quella che è la grande rivincita per una canzone snobbata dalle giurie durante l’ultimo Sanremo ma cantata all’unisono da un San Siro che l’ha accolta con un entusiasmo al pari dei brani più iconici dei Modà: è il percorso che si aspettavano i fan da un brano individuato da subito come un classico, non pensato per essere solo una moda del momento ma per resistere al tempo. Come tutto il repertorio della band.
È anche la canzone che ha chiuso definitivamente il capitolo Sanremo per i Modà e a raccontarlo è stato Kekko in sala stampa: “Sono rimasto molto male a vedermi ultimo sia per la stampa che per le radio. Io accetto che una canzone possa non piacere, ma non mi si può dire che ho stonato o che ho cantato male e quindi dare 0 significa non avere rispetto. Dietro a quei voti ci sono dei sentimenti, ci sono degli esseri umani, ci sono dei sacrifici perché a me, per farmi tornare a Sanremo, son venuti a prendermi a Tenerife per le orecchie e son dovuto ritornare dallo psichiatra“.
“C’ho messo il massimo dell’impegno – continua – anche per mia figlia che sperava nella vittoria, ho tirato la voce al top, ho avuto la sfiga di rompermi le costole ma anche lì non ho mollato… Cosa significa fare queste cose nei confronti di un artista? Io un undicesimo o un tredicesimo posto dalle giurie l’avrei accettato, ma ultimo no perché ho 25 anni di carriera in cui mi sono fatto il c*lo. Io vengo dalla gavetta vera, i gradini che i ragazzi di oggi saltano io li ho fatti tutti e questa non è un’offesa solo a me, ma anche alla gente che ci segue e che ha speso dei voti per votarci. Non ci tornerò mai più a Sanremo. Che c*zzo ci torno a fare? È sempre così. Arrivo sempre in alto al televoto e poi le giurie mi buttano giù. Vi sto sui c*glioni? Va bene, l’ho capito e non ci torno più“.
Il gran finale con “In tutto l’universo” e “Viva i romantici“
Il rock passionale di “Per una notte insieme” s’inserisce nella parte conclusiva del concerto contraddistinta da alcune delle hit più importanti della band: “Tappeto di fragole“, “La notte“, “Come un pittore” e “Arriverà” anticipano il gran finale con “In tutto l’universo“, canzone che Kekko ha scritto per la moglie Laura, e “Viva i romantici“, la canzone che, dal 2011, chiude tutti i concerti dei Modà.
“In un mondo che è fatto ormai di cose inutili – dice Kekko nel saluto finale al pubblico – perché tutti pensano alle cose materiali, a ostentare bellezza, alle stupidate dei social… cercate di appassionarvi a qualcosa di vero perché poi, alla fine, solo le cose vere verranno fuori. Quindi i vostri sogni proteggeteli, abbiatene cura e continuate a sognare il più possibile perché è l’unico modo oggi per rimanere vivi“.
I 56 mila spettatori presenti sono un risultato figlio della verità
Ed è proprio la verità ad aver tenuto in vita i Modà dopo l’ultimo, complicatissimo, periodo che avrebbe abbattuto qualsiasi altro artista. Loro sono riusciti a parare i colpi e a resistere pur senza scendere a compromessi e senza cercare strade più furbe e San Siro li ha riaccolti esattamente come li aveva lasciati nel 2016: con uno stile sempre ben definito e con un linguaggio tra i più identitari della musica italiana. Ad essere cambiata è solo una rinnovata maturità dettata dai nove anni di carriera, ma anche di vita, in più che è emersa tutta in una cornice di questo tipo, perfetta per glorificare tutte le qualità di una band tecnicamente eccellente e di un frontman dotato di innato talento e personalità.
Quello che si è visto ieri sera è un Kekko letteralmente rinato e in stato di grazia che, affiancato dai suoi compagni sempre leali nell’aspettarlo anche quando non aveva nemmeno più la forza per sognarlo un palco del genere, si è preso la rivincita più grande contro chi considera i Modà “fuori tempo“, “superati” o, addirittura, “finiti“. Tesi tutte ribaltate dalla ampia presenza di giovanissimi attratti sicuramente da un repertorio di hit che in pochi in Italia si possono permettere, ma anche attenti alla proposta più recente di una band che ha, così, dimostrato di essere più viva che mai.
Raccogliere 56 mila spettatori a San Siro, tutti accorsi perché hanno deciso di comprare il biglietto (20 mila quelli venduti solo nel primo giorno di prevendite) e senza, quindi, dover ricorrere ai trucchetti di un’epoca ricca di concerti riempiti a suon di omaggi, sconti e sponsorizzazioni ci dice proprio che sì, i Modà non sono un nome di primo piano nella grande apparenza dello streaming ma continuano ad esserlo nel live, dove per ottenere un simil risultato servono le persone reali. Verità, appunto.
Una delle canzoni citate non si intitola Scusami , bensì Quel che non ti ho detto.