Le Vibrazioni concerto

Le Vibrazioni in un viaggio lungo oltre vent’anni di successi – RECENSIONE CONCERTO

Recensione del concerto de Le Vibrazioni tenutosi lo scorso 16 luglio a Varallo Sesia (VC)

Un viaggio lungo oltre vent’anni di successi: questo è ciò che Le Vibrazioni stanno portando in giro per l’Italia in un tour che, tra le tante date in calendario, ha toccato, lo scorso 16 luglio, l’Alpàa a Varallo Sesia (VC), in un concerto che ha visto una folla oceanica riempire sia la piazza che le vie circostanti, nonostante si trattasse di una giornata lavorativa. È la dimostrazione che possono cambiare le mode, le radio possono non trasmettere più come prima gli artisti di questo calibro e le piattaforme streaming possono ignorarli, ma il repertorio rimane ancora più forte di qualsiasi tendenza del momento.

Concerto che alterna hit storiche e successi più recenti

È proprio la forza del repertorio che si nota in un concerto de Le Vibrazioni, rimasti orfani – durante la scorsa primavera – dello storico bassista Marco “Garrincha” Castellani, sostituito però ottimamente dall’ex Afterhours Roberto Dell’Era. Francesco Sàrcina (in grandissima forma vocale) e compagni regalano al pubblico un viaggio che unisce passato e presente, alternando le loro hit storiche e quelle, invece, più recenti in una scaletta che si fa emblema di una carriera ricchissima di successi.

Si parte da “Amore zen“, una delle hit radiofoniche dell’estate 2018, e da “Tantissimo“, proposta due anni fa sul palco di Sanremo, per poi arrivare a brani come “Raggio di sole“, “Dimmi“, “Insolita“, “Sono più sereno“, “Se” e tornare al periodo più recente con “Pensami così” e “Cambia“, quest’ultima proposta in una versione inedita, solo chitarra e voce nella prima parte, che apre a un gran finale tutto da cantare dall’inizio alla fine.

Cartucce più forti sparate tutte nel finale

È il momento clou del concerto in cui Le Vibrazioni sparano tutte le cartucce più forti, dalla delicatezza di “Dov’è” che è la più grande hit della loro seconda parte di carriera (quarto posto a Sanremo nel 2020 con il podio sfumato solo per il voto della sala stampa) a quella “Così sbagliato” che, sempre sul palco di Sanremo, ha dato il via alla loro rèunion dopo il percorso solista intrapreso da Sàrcina tra il 2013 e il 2016.

Un finale in cui trova spazio anche un poker che guarda a un passato diventato ormai immortale: “Ovunque andrò” che, nel 2005, ha contraddistinto il loro esordio festivaliero; “Dedicato a te“, il loro primo grande successo, che porta, inevitabilmente, il pensiero alla protagonista Giulia, scomparsa pochi mesi fa; “In una notte d’estate” che fa tanto nostalgia da tormentoni estivi genuini e spontanei; e “Vieni da me“, che l’anno scorso ha festeggiato i vent’anni dalla pubblicazione e, per l’occasione, è stata proposta nella serata cover sanremese con i Modà, in un duetto che ha unito la prima band a esplodere negli anni 2000 e quella, invece, protagonista del secondo decennio, in nome dell’amore verso il pop-rock.

Amore che emerge anche da questo concerto: sono passati tanti anni da quando muovevano i primi passi nel mercato discografico, ma Le Vibrazioni non hanno mai perso il furore degli esordi che li porta a realizzare concerti sempre potenti e coinvolgenti, e che li confermano tra le eccellenze del genere nel nostro panorama musicale.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.