Isotta 2024

Isotta presenta “Coming out”: “Bisogna guardare l’altro non per giudicarlo, ma per comprenderlo” – INTERVISTA

Intervista a Isotta in occasione dell’uscita di “Coming out“, brano con cui sarà in gara al Premio Amnesty

È disponibile da venerdì su tutte le piattaforme digitali “Coming out“, brano con cui Isotta ha raggiunto le semifinali – nella sezione Emergenti – della 27^ edizione del Premio Amnesty International Italia, che si terrà a Rovigo dal prossimo 19 luglio e premierà la canzone che incarnerà nel miglior modo possibile i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Abbiamo raggiunto la cantautrice toscana per analizzare insieme a lei questo suo nuovo brano, e per farci raccontare le sensazioni alla vigilia di un evento così importante.

Ciao Isotta, benvenuta su Libera La Musica. E’ appena uscito un tuo nuovo pezzo, “Coming out“, che mi è piaciuto tantissimo e ha un contenuto davvero importante. Com’è nato questo brano e qual è il messaggio che vuoi trasmettere?

<<Questo brano l’ho scritto insieme a Pio Stefanini, collaboro con lui molto spesso per vari brani e ci tengo molto perché ci troviamo bene a livello di scrittura e io gli devo un po’ anche il mio metodo. Le canzoni di “Romantic dark” le ho scritte principalmente con lui e mi è piaciuto da subito.

“Coming out” nasce dal bisogno di un cambiamento rivoluzionario all’interno di me stessa, ma che poi cerco di portare anche agli altri se qualcuno ci si immedesima. E’ questa voglia di tirar fuori ciò che siamo, cercare di smascherarsi a noi stessi e far cadere le nostre convinzioni, i nostri pregiudizi e anche l’idea che abbiamo di noi. Cercare di sradicare quell’idea che già avevamo per poter intraprendere una strada che magari è più nostra, e per fare questo ho pensato ai bambini. Infatti sono loro che, nel brano, dicono “fuori ora” perché i bambini non hanno ancora quelle sovrastrutture che poi li portano lontano da quello che siamo realmente. A volte, infatti, diciamo “te lo dice anche un bambino” perché, in questo caso, il bambino rappresenta la bocca della verità>>.

Quello che proponi mi piace vederlo come un inno alla libertà. A tal proposito, ho trovato un’intervista a Lucio Dalla in cui diceva che “la libertà è fatica e fa soffrire” e, infatti, anche in “Coming out” ci sono elementi che suggeriscono questo, come le risate altrui, i denti che tagliano come diamanti e gli insulti. Perché il percorso verso la libertà causa anche sofferenza?

<<Bella domanda. Causa sofferenza perché probabilmente c’è stato qualcosa che ci ha allontanati da noi stessi. Poi c’è sempre questa paura del giudizio degli altri che a volte ci fa indossare dei vestiti che non sono i nostri. E’ come se la maglietta che indosso fosse una taglia 38 invece che una taglia 42, io cercherei di stare più stretta possibile per riuscire ad entrarci meglio e magari la maglietta sarebbe più carina e più bella, però per entrarci dovrei soffrire. Quindi, secondo me, è proprio il giudizio degli altri che ci influenza e ci fa avere paura di essere noi stessi, e questa paura nella società è purtroppo ben coltivata perché presuppone un controllo sulle persone. Infatti, nel brano, dico “i loro denti tagliano come diamanti” anche perché ho ripensato a delle esperienze mie personali. Quando ho scritto questa frase pensavo a degli episodi che mi sono successi nelle scuole medie in palestra. Ci sono questi flash che mi hanno particolarmente colpito e che poi si espandono su tutto il resto della mia vita>>.

Invece “non ci succederà niente a noi che restiamo nascosti“. E’ più facile rimanere chiusi nell’armadio piuttosto che scendere in piazza a gridare?

<<Apparentemente sì, è più facile. Poi però, quando si presentano i conti nella vita,  pensi a quanto tempo si poteva usare in maniera diversa, pensando più a sé stessi. A volte penso a quanto tempo ho perso però anche quello serve per capire la nostra strada, poi se l’errore si perpetua funziona il detto “errare è umano, perseverare è diabolico”>>.

Se hai capito chi sei brucia tutti i risparmi“: capire e portare avanti ciò che ci distingue dagli altri è il punto di partenza di tutto?

<<Sì, assolutamente. E’ il discorso del tempo perso che facevo prima, magari è il tempo che ti ci è voluto a capire veramente cosa volevi e, quindi, non è assolutamente perso. Poi, a quel punto, una volta che l’hai capito, “brucia tutti i risparmi”, brucia tutto quello che hai per riuscire ad esprimerti e a dire ciò che sei. Hai sofferto e ti sei preso del tempo per capire ma, a quel punto, poi non hai più scuse e devi farlo. C’è anche la frase “io non so più da che parte rifarmi” perché spesso magari uno ti dice una cosa, uno un’altra, c’è il coro che ti dice “fuori ora” e altri che, invece, ti consigliano di stare nascosto e di non esporti, e quindi a volte non sai da che parte girarti e cosa fare>>.

Per gli artisti oggi sembra però più difficile portare avanti ciò che li differenzia perché abbiamo un mercato musicale che va sempre più verso l’omologazione. Preservare la propria unicità è quindi anche un atto di ribellione?

<<Sì, può essere un atto di ribellione ma a volte anche un suicidio, però chissenefrega. Se una persona ci crede veramente e crede alla musica che fa, alla poesia… Vede il senso della vita nel provare un’emozione sentendo una canzone bisogna avere il coraggio di insistere. Poi, se va male, tu ci hai comunque provato: niente rimpianti, testa bassa e andare>>.

Quando canti “ho provato con la mamma, ho provato anche col babbo, ci credi quando ti dico che non hanno idea?” dai voce a tanti ragazzi che si sentono incompresi anche nelle loro famiglie. Cosa vorresti dirgli?

<<Io penso che un dovere che gli adulti hanno è quello di proteggere chi è più piccolo, poi chi è più piccolo sa già qual è la sua strada però tu gli devi comunque amore e protezione. Un bambino che non ha avuto queste cose è più in difficoltà ad esprimersi perché non ha avuto quelle basi che gli potevano permettere di credere in sé stesso. Sicuramente è un po’ un’utopia questo pensare che le cose possano cambiare perché deve essere l’adulto ad aiutare un bambino a crescere, però ci sono adulti che riescono a capire e a comprendere i bisogni dei bambini?

A me fa paura questo attaccamento alle economie, alle finanze, a tutto quello che viene fatto per un motivo. Ogni cambiamento purtroppo passa sempre da degli interessi economici come vediamo oggi nella discografia. E quindi a me fa un po’ rabbrividire questa cosa. Però io una cosa che posso dire è di insistere nell’ascoltare sé stessi invece che guardarsi intorno, può essere un aiuto questo>>.

Il video del brano è ambientato in una palestra. Lo sport è un’espressione di libertà e quindi ti chiedo se l’idea è nata per questo motivo. Tu hai fatto qualche sport? E in caso, cosa ti ha insegnato?

<<Io ho praticato il karate, ho preso la cintura nera 3-4 anni fa. Sono molto orso bruno nei rapporti, sono introversa e quello mi ha aiutata perché ti insegna la disciplina, non è solo uno sport.

Il fatto di ambientarlo in una palestra è perché, come ti dicevo prima, mentre scrivevo il brano mi è saltata in mente questa immagine degli episodi di bullismo e del giudizio degli altri su di me in un momento in cui ero più fragile, quello della pre-adolescenza. Poi c’erano questi bambini che, nel coro da stadio finale, cantano “fuori ora”, “era l’ora” e poi “dopo scuola, scendi in piazza a gridare, vieni a farti insultare” e quindi mi piaceva l’idea di ricordare la scuola. La classe mi sembrava un po’ troppo ordinata e in palestra invece puoi correre, saltare ed essere più libero>>.

Sarai in gara al Premio Amnesty, selezionata tra gli otto cantautori emergenti che hanno diffuso meglio i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Che effetto fa essere coinvolti in una causa così importante e come stai vivendo la vigilia?

<<Non vedo l’ora. Sto cantando ogni giorno perché è un brano non molto facile da cantare, pieno di cambi di intenzione e molto sentito. Mi aiuta però l’immedesimarmi nel brano. Ci sono dei brani che ti permettono di poter pensare, ad esempio, alla tappezzeria beige e, invece, “Coming out” no. Deve esserci carica anche nei bambini stessi, il loro coro mi dà una carica immensa, anche ripensare a loro nel video.

Con questa canzone eravamo andati a “Una voce per San Marino” e lì eravamo tutti molto impauriti perchè ci misero su un palco dove non vedevamo nessuno, avevamo queste luci sparate addosso, sentivamo poco e anche loro erano rimasti impietriti e intimoriti e, invece, il brano deve essere proprio il contrario.

Mi sto preparando anche a dire qualcosa prima per introdurre il brano e poi devo portare altre due canzoni: ho scelto “Io” e “Porno amatoriale” che sono due brani un pò borderline a livello di tematica però mi piacciono, “Porno amatoriale” per la carica e per l’argomento della decadenza culturale, e “Io” perché è la forza che ti porta a intraprendere una strada diversa da quello che stai percorrendo e quindi ci rivedo “Coming out” che è il brano in gara. Poi “Io” è il mio brano d’esordio e ci sono particolarmente affezionata>>.

A proposito di diritti, c’è ancora tanto da fare e in che modo, secondo te, la musica può aiutare a sensibilizzare su questi argomenti?

<<Magari non è una soluzione, però ognuno può fare il proprio, dire la propria idea, esprimerla nella maniera più diretta possibile e schierarsi. Se hai un’idea devi spiegarla ed essere convinto di ciò che dici, poi si dovrebbe avere più coraggio di smascherarsi e di guardare l’altra persona non per giudicarla, ma per comprenderla. C’è bisogno di una rivoluzione delle coscienze, però da dove viene? Dagli adulti che sono già piante solide e le indirizzi peggio di un bambino? Se sono loro a dover insegnare ai bambini è un po’ un problema, forse.

Faccio anche un’altra riflessione: guardando gli Europei, c’è tutta quella carica che ho anch’io quando li guardo, però se quella carica e quella fede delle persone potessero essere riversate su qualcosa che possa avere un’attenzione e una sensibilizzazione verso la dignità umana e verso le libertà forse vivremmo in un mondo migliore. E’ un mio sogno questo: cercare di indirizzare tutte le energie in maniera positiva.

Per esempio, io in macchina sono una iena, mi arrabbio facilmente come tutti e se usassimo quell’energia per poter aiutare una persona farebbe bene a noi e all’altra persona. Farebbe bene a tutti. C’è sempre questo egoismo dell’io e di pensare sempre all’interesse personale, ma se pensassimo al noi e a un interesse comune cambierebbero tante cose. Invece pensiamo solo a noi stessi anche quando, ad esempio, ci avviciniamo alle altre persone. Io cerco di non farlo, ma a volte si tende a chiedersi questa persona cosa ci può dare perché è un po’ una base di quello che ci hanno insegnato sin da piccoli. Invece bisogna avvicinarsi anche solo per volergli bene e per farsi del bene a vicenda, che poi è la cosa più importante>>.

La tua estate è anche “Limonata“, singolo che ti vede in trio con Ruggero Ricci e Lolloflow. Come ti sei trovata in questa collaborazione e mi vuoi raccontare qualcosa anche di questo brano?

<<Mi sono trovata benissimo, Ruggero è una persona super divertente, ci siamo divertiti tantissimo anche a girare il videoclip. Ho avuto modo anche di conoscere Lolloflow, è stata una bellissima collaborazione e una bella scoperta di due artisti che sono lontani da quella che è la mia musica e, invece, ci siamo trovati molto in sintonia nel portare avanti un progetto comune. Io e Ruggero abbiamo scritto insieme il brano e poi Lollo ha aggiunto le barre e ci sono piaciute da subito perché ha capito l’essenza del brano, ovvero la nostra vita che oggi è molto frenetica, è tutto molto veloce, e a volte bisognerebbe fermarsi a uno sguardo, a un abbraccio, a bere una limonata in tranquillità per riscoprire cose semplici e piene di vita>>.

Chiudiamo col tour. Inizia in questi giorni la tua tournée estiva, cosa rappresenta per te la dimensione live e cosa deve aspettarsi chi ti verrà a vedere?

<<Deve aspettarsi di cantare insieme, la cosa che mi rende più felice nel mio mestiere è proprio lo scrivere e poi portare quello che ho scritto agli altri e vedere che effetto fa, capire cosa una persona ne pensa. Anche i giudizi negativi sono ben accetti, l’importante è che siano sinceri.

Ho tanti appuntamenti, il 17 aprirò il concerto di Colapesce e Dimartino ad Agerola (NA) dove poi tornerò il 20 agosto per aprire quello di Marco Masini, il 4 agosto sarò a Trapani… Sono contentissima>>.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.