suono amore

Gianna Nannini vs Enula: l’amore è allo stesso tempo “Silenzio” e “Battito”

Riflessione sul senso dell’amore partendo da due canzoni che ne raccontano il suono

È un viaggio nel tempo e nelle stagioni del pop d’amore, quello che facciamo, ascoltando gli ultimi singoli di Gianna Nannini e di Enula. Contrapposti per cifra stilistica, interpretazione e perfino nella semantica a partire dal del titolo. Silenzio (di cui qui la nostra recensione) e Battito sono una riflessione sull’amore di coppia, quasi o del tutto finito, con molte affinità e vicinanze testuali.

L’immagine dell’amore

Nonostante la crisi o la rottura, un punto di contatto tra le due artiste si trova nella possibilità di salvare il senso (“Parlami d’amore, cambia la visione Vuoi tornare un po’ indietro nel tempo Seguo le tue ombre, non ascolto, sento Siamo neve e sole nelle lacrime che scendono Quello che non ho è amarti un po’” – Gianna Nannini) o quantomeno il ricordo di un sentimento su cui vale ancora la pena di interrogarsi (“Ci abbiamo messo una virgola Come se fosse grammatica E pensavamo di farcela Formula matematica So che l’amore non calcola So che l’amore non giudica Quindi ti scuso per tutto ma Tu scusami se cambio pagina Ho il cuore che sbatte, bum-bum Ti chiamo al telefono, tu-tu Ma sento che qualcosa c’è Di me e di te, cos’è?” – Enula ).

Quindi, come si sostanzia questo amore? Come definirlo in estrema sintesi? “È un bacio nel silenzio” per Gianna; “ennesimo battito” per Enula, su cui “lascio cadere una lacrima Lascio la scia in fondo all’anima” perché “è la mia giungla di panico”. Rotta ogni regola e ogni geometria e saltato ogni schema razionale, Enula imprime un’immagine fortissima, focalizzata sul moto naturale e incontrollato del battito cardiaco, (“ennesimo battito Battito, battito Battito, battito”) attraverso l’uso della ripetizione che sortisce un potente effetto figurativo del concetto espresso. Diversamente, Gianna resta divisa e consuma i suoi dubbi nella parte più profonda e muta di sé (“quello che non so è mandarti via Sei qui nel mio silenzio (silenzio) (Silenzio)”.

Il mondo che circonda il sentimento

Tutte e due le canzoni, tuttavia, non escludono il contatto con il mondo fuori da noi, con la dimensione sociale in cui siamo calati e obbligati ad interagire nonostante il nostro stato interiore (“tutto quel casino, tutta quella gente Noi ci siamo persi e ritrovati sempre” – Gianna Nannini) ( “fuori è una giungla di panico Le cose più belle ci cambiano” – Enula). Se non c’è conforto in ciò che vediamo attorno, si volgano gli occhi al cielo, sopra le nostre teste; qui si possono proiettare speranze e sogni, trovare nuove ispirazioni e direzioni ancora inesplorate. Forse, anche per questo in entrambi i testi la luna compare come un elemento di connessione e di relazione (“parlami d’amore, senza più parole Oppure questa luna è lì per niente” – Gianna Nannini) (“dove sei? Il cuore che sbatte, bum-bum La luna è la stessa, moon-moon Ma penso che qualcosa c’è Di me e di te, dov’è?” – Enula ) che apre a ulteriori riflessioni e domande.

Rafforzate quest’ultime, dall’uso della congiunzione condizionale ‘se’ con un valore trasformativo della persona e della relazione amorosa al verificarsi di determinate circostanze; a Gianna basta un bacio a sciogliere i nodi (“e se mi baci adesso, non ti lascio andare via Quello che non ho è amarti un po’”), quando per Enula restano le lacrime (“e se ti penso, ti immagino Un battito Lascio cadere una lacrima Lascio la scia in fondo all’anima”).

L’amore che cambia

Nota comune nel finale dei testi è la consapevolezza di sentirsi persone diverse, cambiate e, sicuramente, più forti anche grazie alla storia vissuta, (“forse è soltanto questo che volevo Ora torniamo a vivere davvero Ora non c’è una colpa, ognuno ha il suo dolore Forse che siamo soli non è vero Ora è la volta buona che ci credo” – Gianna Nannini) (“le cose più belle ci cambiano” – Enula) che ora può accompagnare il nostro viaggio tra pezzi di vita reale e pezzi di musica, perfettamente assemblati come le tessere di un complesso mosaico.

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica, il silenzio; dal "vuoto sonoro", un nuovo concerto.