Un’analisi sulle mancate vittorie femminili delle ultime nove edizioni del Festival di Sanremo
Sembra ieri che Marco Mengoni alzava il leoncino e invece stiamo già per immergerci in una nuova edizione del Festival di Sanremo. Ma durante quella finale, Mengoni non ha sollevato solo l’ambito trofeo, bensì anche una questione ben più spinosa: dedicando la sua vittoria alle sue colleghe, ha posto luce su un fattore che sta creando divisioni e riflessioni, cioè la mancata vittoria delle donne al Festival, da ben nove edizioni. Se Annalisa, Angelina Mango, Alessandra Amoroso o Loredana Bertè (citando solo le favorite dai bookmakers e dalle recensioni della stampa) non dovessero riuscire nell’impresa di vincere, si stabilirà il record di dieci vittorie maschili consecutive. Ma come mai questo fenomeno? Cosa è mancato alle proposte femminili per riuscire ad accaparrarsi il tanto agognato leoncino? Vi propongo un’analisi anno per anno, dal 2015 (anno successivo alla vittoria di Arisa con “Controvento”) che in questa prima parte si fermerà alla fine del decennio scorso, per poi proseguire in seguito in una seconda parte che analizzerà i quattro Festival di Amadeus.
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Il 2015: tante valide aspiranti
Ben otto donne soliste in gara su 20 concorrenti per il primo Festival di Carlo Conti. A differenza di quanto sta accadendo nei Festival diretti da Amadeus, i piazzamenti sono stati, per molte donne, lusinghieri, con ben tre donne in top 5. A Malika Ayane, come successo anche nelle precedenti edizioni a cui aveva preso parte, è mancato di certo l’appoggio del televoto. Il raffinato brano “Adesso e qui (nostalgico presente)” venne apprezzato dalle giurie, vincendo anche il Premio della Critica, ma non convinse purtroppo pienamente il pubblico, che anche in termini di vendite gli preferì la hit estiva “Senza fare sul serio”. Sarebbe stata forse una scelta da veri precursori rischiare di portare un brano uptempo su quel palco in tempi ancora non così avvezzi a queste scelte?
Annalisa partiva, invece, avvantaggiata dalla penna del re Mida degli anni ‘10, Kekko Silvestre dei Modà, con “Una finestra tra le stelle”, ma ha probabilmente pagato la scelta di non aver provato a presentarsi, come la sua fanbase avrebbe voluto, nelle vesti di cantautrice, viste le numerose ballad da lei co-scritte presenti nel suo album, “Splende”. Per quanto riguarda l’altra rossa ex talent, Chiara, lei stessa ha ammesso di non essere mai stata pienamente convinta del brano che portò in gara, “Straordinario”, nonostante a oggi risulti uno dei suoi maggiori successi.
Il 2016: due donne sul podio
L’anno dopo, il direttore artistico Conti mantiene l’equilibrio numerico in termini di proposte rosa e arriva molto vicino alla possibilità di vedere la vittoria nelle mani di una donna. Non riescono ad avvicinarsi al podio né Annalisa, con un brano intenso, “Il diluvio universale”, ma poco immediato, né Noemi che porta un inno alle donne scritto da Masini, “La borsa di una donna”, proprio su suggerimento del direttore artistico, dopo che lei stessa aveva rifiutato di presentarsi alla kermesse con la ben più apprezzata “I miei rimedi”. Nemmeno l’ultima donna vincitrice in carica, Arisa, con la ricercata “Guardando il cielo” riesce nell’impresa di un bis.
Patty Pravo vince il Premio della Critica con la bellissima “Cieli immensi”, ma le sue performance vocali non rendono piena giustizia allo splendido brano. Arrivano sul podio la vincitrice di Amici Deborah Iurato, grazie a un intenso duetto con il vincitore in carica della sezione Nuove proposte, Giovanni Caccamo, nel brano intitolato “Via da qui”, scritto da Giuliano Sangiorgi, e una Francesca Michielin al suo esordio sul palco di Sanremo. Se la prima, pur ottenendo la medaglia di bronzo, non vedrà né certificare il brano né lanciare o consacrare la sua carriera, la seconda arriva in Riviera all’apice del suo percorso musicale, dopo il successo della hit “L’amore esiste”. Il brano, “Nessun grado di separazione”, era più che valido e le garantì una bellissima esperienza all’ESC, ma anche in questo caso l’appoggio del televoto non fu costante come meritava.
Il 2017: la sorpresa-Mannoia
Presenza di donne in gara sempre ben proporzionata rispetto al numero dei partecipanti in gara, ma neanche in questo caso alle donne riesce l’impresa della vittoria. È l’anno che segna la rinascita di Paola Turci con la hit “Fatti bella per te” e l’esordio di Elodie con “Tutta colpa mia”, brano scritto e composto tra gli altri anche da Emma, con la quale la cantante si separerà artisticamente poco dopo il Festival, per intraprendere un percorso più vicino alle sue esigenze comunicative.
Fiorella Mannoia, con “Che sia benedetta”, è per tutti la favorita, ma cede il passo alla rivoluzionaria “Occidentali’s karma”, portata alla vittoria solo grazie al netto appoggio della Giuria degli esperti presieduta da Giorgio Moroder (televoto e stampa preferirono invece la cantante). La finalissima però è risultata talmente iconica, che quest’anno costituirà il medley della serata cover per la Mannoia, tornata in gara dopo sette anni (qui per scoprire tutte le cover e i duetti di Sanremo 2024).
Il 2018: poche donne con Baglioni
Claudio Baglioni, al suo esordio da direttore artistico, porta solo quattro donne in gara e scoppia la polemica. La competizione non è mai realmente aperta e vede vincere “Non mi avete fatto niente”, brano che aveva rischiato l’esclusione, ma che prevarrà con percentuali nette grazie a un fortissimo supporto del televoto. Annalisa si afferma definitivamente con “Il mondo prima di te”, ballad ancora oggi tra le più amate del suo repertorio, che le permette di lanciare un’era di grande successo, “Bye bye”, senza riuscire però a mettere mai il bastone tra le ruote ai vincitori annunciati: il duo Meta-Moro.
Il 2019: il rock made in Bertè
Il decennio termina con il secondo Festival targato Baglioni. Arisa torna in gara con un’uptempo spensierata, “Mi sento bene”, che la conferma come grande protagonista della kermesse, senza riuscire però a riportarla ai fasti delle sue prime partecipazioni. Nel corso delle serate si fa strada in modo sempre più forte la convinzione che Loredana Bertè, con il brano pop-rock “Cosa ti aspetti da me”, possa riuscire a vincere, dopo una lunga carriera costellata di successi, ma che mai l’aveva vista ottenere grandi piazzamenti al Festival, e dopo la grande rinascita grazie alla collaborazione estiva coi Boomdabash, “Non ti dico no”. La sala stampa la supporta, ma un appoggio altalenante del televoto e la mancata preferenza della giuria d’onore presieduta da Mauro Pagani, la portano addirittura fuori dal podio, con conseguenti proteste all’Ariston, in seguito all’annuncio della classifica.
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