Blanco
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Ascesa e crollo del fenomeno Blanco: perchè, nella musica, è dannoso bruciare le tappe

Un anno fa si esibiva negli stadi ed era l’enfant prodige del nuovo pop italiano, oggi è il flop dell’estate: analisi sulla carriera di Blanco

Quella che stiamo vivendo è un’epoca musicale governata dalla legge del “tutto e subito”. Le case discografiche, in particolare le major, non danno più il tempo agli artisti di strutturarsi: bisogna sfondare subito e, una volta esserci riusciti, viene richiesta una continua pubblicazione di singoli su singoli. Perché, con lo streaming, il focus non è più sugli album ma sulle playlist, l’ascolto è diventato frammentario e, così, l’attenzione del pubblico non è più sull’artista in particolare, ma sul successo del momento. È un mercato, quindi, figlio di una fretta morbosa nel costruire hit in grado di poter creare ogni giorno una nuova star che, fino al giorno prima, cantava nella propria cameretta e che, quello dopo, rischia già di tornare nell’anonimato. Ed è quello che sta succedendo a Blanco.

A diciassette anni Blanco era già una star

Un inizio sfolgorante di carriera, il suo: a diciassette anni dà vita a due hit del calibro di “Notti in bianco” e “La canzone nostra” (che ottengono, complessivamente, dodici dischi di platino), a diciotto arrivano “Mi fai impazzire” – uno dei tormentoni dell’estate 2021 – e l’album di debutto “Blu celeste” (che conquista sette dischi di platino), a diciannove vince Sanremo in coppia con Mahmood e la loro “Brividi” stabilisce il primato di brano con il maggior numero di riproduzioni in streaming raccolte in una giornata su Spotify nel suolo italiano, a venti duetta con Mina e si ritrova catapultato negli stadi come artista più giovane di sempre a calcare i palchi di San Siro e dell’Olimpico senza essere passato prima nemmeno dai palazzetti.

Tappe bruciate senza essere ancora pronto

Un percorso che parla, quindi, di tante tappe bruciate a partire dalla più importante, proprio quella degli stadi. Passo che Blanco non era ancora pronto a fare e, infatti, alla vigilia dei due eventi, si è parlato molto di una netta difficoltà nelle prevendite. “Ci si ritrova – si legge in un articolo scritto su Mowmag l’8 giugno 2023 – a meno di un mese dal via con ancora ampissima disponibilità. È il caso di Roberto Fabbriconi, questo il vero nome di Blanchito, che già a un passo dal lancio del nuovo disco, “Innamorato”, se la passava malino […]. Stando ai fatti, di biglietti non venduti per il suo debutto negli stadi ce ne sono tanti. Ma tanti davvero, specie per l’Olimpico, con interi settori ancora vuoti“.

I concerti in questione hanno poi evidenziato come Blanco non fosse ancora all’altezza per due cornici di questa portata. Nella recensione di Rolling Stone sul live di Roma, l’artista viene definito “l’anello debole di una produzione così perfetta” e si evidenza il suo “biascicare per quasi tutto il resto del concerto senza rendere intellegibile una sola sillaba di interi pezzi“. È qui che, insieme ai noti fatti accaduti sul palco di Sanremo nel 2023, con il cantante bresciano intento a distruggere la scenografia sul palco perché innervosito da problemi tecnici, gesto che ha causato una certa avversione del pubblico nei suoi confronti, inizia a sgonfiarsi il fenomeno Blanco.

Nuovo singolo completamente rigettato da radio, piattaforme streaming e pubblico

E sembra, quindi, inevitabile ciò che sta succedendo quest’estate. Sì, perché Blanco, dopo un annetto di silenzio, è tornato con una nuova canzone, “Desnuda“, che l’ha visto per la prima volta cantare in spagnolo in una svolta che lasciava presagire una volontà di conquistare anche il mercato dell’America Latina – come dimostra la pubblicazione con l’etichetta Universal Music Latino – ed è però passata ovunque inosservata.

Desnuda” è stata completamente ignorata dalle radio e non è stata inserita nelle playlist di punta su Spotify, Blanco non ha partecipato a nessun evento estivo e i risultati sulle piattaforme parlano di un certo rigetto da parte del pubblico nei confronti del brano e dell’artista.

Mentre scriviamo, le visualizzazioni su YouTube sono appena 700.000 e su Spotify gli ascolti sono poco più di due milioni. Numeri che, senza essere analizzati, sarebbero comunque buoni ma che, nel caso di Blanco, rappresentano un tonfo senza precedenti nel giro di così poco tempo. Parliamo, infatti, di un artista che, sulla piattaforma svedese, ha superato facilmente i 100 milioni di stream con quasi tutti i singoli pubblicati e questo crollo certificato da “Desnuda“, il flop di quest’estate, si fa così emblema di un’epoca più di tendenze che di artisti: Blanco, forse, è stato solo un trend che oggi è già stato sostituito da altri trend.

Prospettive future

Cosa aspettarsi, quindi, dal suo futuro? Noi scommettiamo che, il prossimo febbraio, lo rivedremo sul palco di Sanremo a cercare un forte riposizionamento sul mercato, e la sensazione è che lì non potrà più sbagliare. Situazione quasi drammatica per chi, solo un anno fa, veniva definito come l'”enfant prodige del nuovo pop italiano“, e che ci parla di un mercato poco sano, che sfrutta i giovani più che cercare di consolidarli. Di un ragazzo di 21 anni, infatti, non dovremmo pensare a come possa riuscire a rilanciare la propria carriera. A quell’età la carriera va semplicemente costruita.

Classe '92, il sogno della scrittura l'ho lasciato per troppo tempo chiuso in un cassetto definitivamente riaperto grazie a Kekko dei Modà, il primo artista ad essersi accorto di me e a convincermi che questa è la strada che devo percorrere. Per descrivere il mio modo di raccontare la musica utilizzo le parole che mi ha detto una giovane cantautrice, Joey Noir: "Grazie per aver acceso la luce su di me quando si sono spenti i riflettori". Non faccio distinzioni tra la musica che è sotto i riflettori e quella che invece non lo è, perchè l'unica vera differenza dovrebbe essere tra musica fatta bene e musica fatta male.