Recensione del nuovo album di inediti della cantautrice di origini sarde
Un progetto che, pur con sole otto canzoni, riesce ad essere compiuto nel rappresentare tutte le varie sfumature dell’anima di un’artista. Bianca Atzei ha pubblicato venerdì il suo nuovo album di inediti, “1987“, e il titolo è già esaustivo nell’esprimere quello che è il messaggio dell’intera opera: un rimando all’anno di nascita della cantautrice di origini sarde e alla voglia di spensieratezza di quell’epoca, che si incrocia con una vena più dolce e romantica in un ottimo connubio tra presente e passato.
Indice dei contenuti
- 1 Il lato più leggero e sbarazzino che strizza l’occhio agli anni ’80
- 2 “Non ti lascio andare” consolida la collaborazione ultradecennale con l’amico Kekko Silvestre
- 3 “Una cometa blu” è il toccante regalo di Gigi D’Alessio
- 4 Conferma di un ottimo lato anche da autrice e richiamo del mood del primo album “Bianco e nero“
- 5 In conclusione |
- 6 Tracklist e stelline
Il lato più leggero e sbarazzino che strizza l’occhio agli anni ’80
Gli otto brani sono, infatti, equamente divisi tra la Bianca di oggi e la Bianca di sempre. “Discoteca” è il singolo (qui la recensione) che ha dato il via a questo viaggio e spiega subito la direzione verso cui ha voluto andare l’artista con questo album: la ricerca di un lato più leggero e sbarazzino che guarda all’atmosfera dei club, pur proposto con una certa coerenza verso ciò che si è fatto in passato, qui trovata grazie alla sua forte identità vocale capace di renderla riconoscibile anche davanti a una svolta così netta. Il ritornello è infatti costruito proprio su quel graffio che è la caratteristica principale di Bianca, e che dimostra di riuscire ad esaltarsi anche con atmosfere più elettroniche.
La voglia di leggerezza è evidente anche nel nuovo singolo scelto per accompagnare l’uscita del disco: “Le canzoni di Vasco” in duetto con uno dei capostipiti della scena rap italiana, Tormento. Un funk sbarazzino che – se supportato da radio e piattaforme streaming – si candida facilmente a diventare una delle hit della prossima estate pur distinguendosi dalle atmosfere preponderanti in questo momento, grazie a un arrangiamento ricchissimo tra ritmiche, synth, chitarre, trombe, e un testo dai tratti nostalgici sulla fine di una storia d’amore con le canzoni di Vasco Rossi a ricordare ogni momento condiviso (“e passa Vasco e mi manchi“).
Lato più fresco che emerge anche nel pop sinuoso e sensuale di “Indigeno“, con Bianca che s’immagina nell’atmosfera dei videoclip di Jo Squillo e Sabrina Salerno trovandosi a spiare, nei momenti di noia, il vicino di casa alle prese con il giardinaggio (“E questa monotonia che mi porta alla pazzia mi fa venire voglia di scendere nel tuo giardino di rose rosse, sento le tue spalle forti che mi salvano“), e nell’incalzante e ritmata “Acqua, fuoco, terra“, che vede tra gli autori Il Cile in un testo che racconta un amore importante in cui c’è solidità, sensazione di sentirsi alle stelle e fuoco della passione (“Questo cielo sopra noi, ogni stella mi protegge ricordandomi chi sei, perché con te stasera ogni muro cade, sembra cera“).
“Non ti lascio andare” consolida la collaborazione ultradecennale con l’amico Kekko Silvestre
Bianca è cambiamento ma anche coerenza e quindi, anche in questo lavoro, non poteva mancare l’amico Kekko Silvestre dei Modà che scrive per lei “Non ti lascio andare” consolidando così una collaborazione ultradecennale, iniziata nel 2012 con il duetto sulle note de “La gelosia” e l’apertura da parte di Bianca di tutti i concerti del “Gioia Tour” della band milanese, e che ha poi scandito tutte le tappe più importanti del percorso della cantante, da “La paura che ho di perderti“, successo dell’estate 2013 cantato poi insieme a lui sui palchi degli stadi San Siro e Olimpico, alle partecipazioni a Sanremo con “Il solo al mondo” e “Ora esisti solo tu“, hit da oltre 50 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Qui Kekko la porta letteralmente a fare un viaggio negli anni ’60, con un’esplosione di romanticismo nel testo (“Scoprire con la musica quel lato più romantico di cui ho sempre saputo ma che poi cerchi di nascondere, per non farmi capire niente dici che vai e non torni, ma poi come sempre mi abbracci e piangi“) e un meraviglioso arrangiamento che richiama al mondo delle dive di quell’epoca. È la conferma della fortissima intesa artistica tra Bianca e il frontman dei Modà. “La sua scrittura mi appartiene tanto“, dice lei, e questo brano ne è l’ennesima evidenza.
“Una cometa blu” è il toccante regalo di Gigi D’Alessio
Altro amico di lunga data presente nel progetto è Gigi D’Alessio che, insieme a Diego Calvetti (produttore della cantante e dell’intero album), ha regalato a Bianca un capolavoro che ripercorre la sua storia dalla tragica esperienza dell’aborto nel 2021 (“Nella pancia c’era il sole che girava intorno al cuore, si fermava sopra un fiore poi non c’era più“) alla nascita del figlio Noa Alexander due anni dopo (“Ma poi sei arrivato tu, il fiore e il sole mio quaggiù“). “Una cometa blu” – questo il titolo – è una lettera a un bambino mai nato che diventa poi una dedica al figlio, a cui la mamma parla come se ci fosse in lui anche qualcosa del bimbo che ha perso (“Adesso guardo gli occhi tuoi e vedo un po’ di lui, l’essenza della vita mia, di un’altra andata via“).
Una canzone che è un pugno allo stomaco sia a livello testuale sia per l’interpretazione dolce e, allo stesso tempo, struggente, e con cui Bianca – come si legge sulle pagine del settimanale Grazia – avrebbe voluto tornare sul palco di Sanremo. E, diciamolo, Amadeus ha perso una grande occasione a non prenderla perché qui è il caso di fare un’analisi più allargata.
Ci siamo abituati negli ultimi anni a vedere che le artiste donne sotto i 40 anni per arrivare a certi risultati si sono dovute per forza omologare al genere del tormentoni e, in questo caso, avevamo invece un’artista che voleva giocarsi la sua occasione più importante con una canzone sofisticata, elegante, sicuramente poco radiofonica ma la musica può e deve essere anche questo, perché di sola leggerezza il cervello muore. Bianca voleva portare la sua storia vera e sofferta su quel palco, raccontare di un dramma che trova però il lieto fine e presentandosi da interprete di classe e raffinata perché le donne possono essere ancora anche questo. Ridurle a un balletto è triste.
Conferma di un ottimo lato anche da autrice e richiamo del mood del primo album “Bianco e nero“
Quella che ci troviamo di fronte non è però solo una grande interprete, ma anche un’ottima autrice e un brano come “Tutto l’amore che ho dentro” ne è emblema. Canzone, anch’essa, di una dolcezza ed eleganza oggi rare, dalle atmosfere affascinante ed eteree, in cui Bianca immagina di essere tra due montagne collegate da un filo sottile. Lei cammina su quel filo per andare da una parte all’altra, sospesa nel vuoto, eppure non ha alcuna paura perché la montagna che la aspetta è la metafora dell’amore più grande di tutti (“Arrivo vicino lungo questo filo che mi ha portata a te, non guardo più indietro se questo cielo qui davanti è splendido“).
“Bagnoschiuma” la vede, invece, riproporsi da interprete nel raccontare uno dei primi innamoramenti da teenager, quelli in cui non t’importa nulla di tutto quello che c’è attorno perché l’unico desiderio, spesso però inafferrabile, è di stare accanto alla persona che si ama (“Di far la figa io non so che farmene, di tutti gli altri io non so che farmene, stasera ho un po’ di paura, saresti la cura, ho le mani sudate e mi scivoli addosso come il bagnoschiuma“).
Sono questi i brani che, insieme a quello di Kekko Silvestre, richiamano più di tutti al mood dell’album d’esordio di Bianca, “Bianco e nero“, e ci parlano quindi di un’artista che vuole essere libera di cambiare e sperimentare pur non dimenticandosi mai di ciò che è stato, ed è ancora, importante per lei, perché ogni vero artista deve sempre saper mantenere la propria identità.
In conclusione |
“1987” fa esattamente questo: un viaggio nell’anima e nei vari generi che piacciono a Bianca, capace di far convivere in un unico progetto contemporaneità e tradizione e dimostrando così un’ottima versatilità in ogni veste che decide di fare sua. Un ottimo lavoro che ci racconta anche come l’artista coincida esattamente con la persona che c’è dietro, capace di essere allo stesso tempo divertita e malinconica, sensibile e coraggiosa, spensierata e riflessiva.
Miglior traccia: Una cometa blu – Non ti lascio andare
Voto complessivo: 8,5/10
Tracklist e stelline
- Discoteca ★★★★★★★☆☆☆
[Bianca Atzei, Diego Calvetti] - Indigeno ★★★★★★★★☆☆
[Bianca Atzei, Oscar Angiuli, Diego Calvetti – Bianca Atzei, Oscar Angiuli] - Bagnoschiuma ★★★★★★★★☆☆
[Federico Sambugaro Baldini, Daniele Coro, Diego Calvetti] - Le canzoni di Vasco (feat. Tormento) ★★★★★★★★½☆
[Diego Calvetti, Bianca Atzei, Massimiliano Cellamaro, Karin Amadori, Valerio Carboni, Vincenza Casati] - Tutto l’amore che ho dentro ★★★★★★★★★☆
[Bianca Atzei, Oscar Angiuli] - Acqua, fuoco, terra ★★★★★★★½☆☆
[Karin Amadori, Il Cile, Alessandro Gemelli, Diego Calvetti, Emanuele Sciarra – Karin Amadori, Il Cile, Alessandro Gemelli] - Non ti lascio andare ★★★★★★★★★★
[Francesco Silvestre] - Una cometa blu ★★★★★★★★★★
[Diego Calvetti, Gigi D’Alessio]
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