Recensione del nuovo album di inediti degli Articolo 31
Sono passati ben 21 anni da “L’italiano medio“, cioè quello che sembrava il loro ultimo progetto discografico, eppure la sensazione è di averli ritrovati esattamente come li avevamo lasciati. Gli Articolo 31 danno il definitivo compimento alla rèunion sancita l’anno scorso sul palco di Sanremo e lo fanno in un “Protomaranza” che riprende tutte le caratteristiche principali del duo, tra brani intimi e altri invece di critica sociale, senza dimenticare i divertissement, con gli scratch e l’innata abilità nel creare basi di Dj Jad che si uniscono all’anima più rockeggiante di J-Ax.
Indice dei contenuti
- 1 Dal filone più intimo arriva il meglio a livello testuale
- 2 Le collaborazioni con Tedua e Guè tra le più riuscite
- 3 Lo sguardo alla realtà in cui si muovono
- 4 Il lato più ironico, sarcastico e pungente
- 5 Le potenziali hit
- 6 La collaborazione con i La Sad la meno riuscita
- 7 In conclusione
- 8 Tracklist e stelline
Dal filone più intimo arriva il meglio a livello testuale
È con il filone più intimista che, a livello testuale, questo album raggiunge le vette più alte. “Intro-spettivi” apre il progetto con una riflessione su un’epoca in cui la sofferenza diventa virale sui social e da cui gli Articolo 31 scelgono invece di dissociarsi nascondendo i loro demoni interiori perchè “preferisco fare rabbia che fare pietà“. È l’occasione anche per una considerazione su una crudele macchina del successo in cui “è breve il passo da ‘siete dei miti’ a ‘due falliti’” e il modo migliore per affrontarla è, quindi, quello di fare sempre ciò che si vuole senza lasciarsi manovrare da condizionamenti esterni (“Divertiamoci che il tempo va, fanc*lo all’idea che si è fatta di noi la collettività, su come ci dovremmo comportare a questa età e se non lo capiscono, fanc*lo pure ai fan“).
Il mood country di “Contadino” chiude invece il disco con quello che è, senza dubbio, uno dei testi migliori scritti da J-Ax nella sua intera carriera. La penna del nostro viaggia nelle proprie radici in un emozionante e originale affresco che attraversa tre generazioni e diverse fasi storiche tra fascismo, dopoguerra e anni di piombo, fino ad arrivare ai giorni nostri e all’essere diventato padre che gli ha cambiato la vita: “Trasformato dall’amore perchè quello per un figlio travolge un uomo come lo tsunami in Giappone“.
Le collaborazioni con Tedua e Guè tra le più riuscite
Degne di nota sono però anche le altre due ballad del progetto: “Scusi maestra“, in duetto con Tedua, vede due artisti che, pur appartenendo a generazioni diverse, si trovano d’accordo nel denunciare un sistema scolastico che non valorizza abbastanza quelle che sono le proprie passioni (“Stesso esame ma il consiglio non è uguale, i ricchi l’università e noi il lavoro manuale, forse l’ignoranza la si eredita ma io dopo la licenza media mi sono preso quella poetica“).
Mentre la malinconica “Nel drink“, in collaborazione con un Guè che riesce a mostrare il suo lato più profondo, racconta, da una parte, la storia di un ex carcerato che preferisce la galera a un mondo in cui “nessuno sa chi sono, nessuno porta rispetto” e, dall’altra, quella di una ragazza che non vuole “rose” ma “cose“, rappresentando quindi tutta la finzione dei rapporti moderni.
Lo sguardo alla realtà in cui si muovono
Sono diverse le canzoni in cui gli Articolo 31 raccontano la realtà in cui si muovono. “Come godo“, in coppia con Jake La Furia, fotografa la loro ascesa artistica in una Milano che prima “ci sputava in un occhio, poi c’ha steso un pippotto e anche il tappeto rosso“, passando così dall’essere snobbati alla definitiva consacrazione.
Le regole della discografia sono però chiare: da sempre il nuovo si mangia il vecchio e loro, da anni nel “gioco”, dimostrano di saperlo accettare in una “Chi se ne frega di noi” in cui esortano le nuove generazioni a prendersi pure il loro spazio perché tanto è inevitabile (“Se adesso siamo i re, tagliateci la testa e prendetevi di forza quello che vi spetta“).
Il lato più ironico, sarcastico e pungente
Sono però “Libertario surf“, “Elite” e “Vaffanc*lo papà” i brani in cui emerge al meglio la scrittura ironica, sarcastica e pungente di J-Ax nell’affrontare le tematiche più sociali. Il primo è un modo per trasmettere tutto il proprio credo libertario (“Se non lo imponi a me quello che fai non m’interessa“) e lontano da qualsiasi appartenenza politica, prendendo a schiaffi entrambi gli schieramenti di un dualismo da derby: “Io voglio che la destra sia fuori dalla stanza da letto e la sinistra lontana dal conto in banca“.
Il secondo ha, invece, come protagonista un ricco signore che si rivolge con superbia a chi ha uno status economico inferiore al suo, facendosi quindi emblema di una società malata in cui solo il denaro assicura un certo potere (“Te l’ho appena detto quanto ti disprezzo, ma io sono ricco e tu mi amerai lo stesso, da quando il cash ha sostituito Dio, l’unico padre eterno sono io“).
Mentre con “Vaffanc*lo papà” arriva la canzone più provocatoria dell’intera opera e ritrae un mondo in cui i figli mancano di rispetto ai genitori ricattandoli e minacciandoli per uscire dai guai in un messaggio di difesa dalle polemiche sui testi del rap: l’educazione deve infatti partire comunque sempre da casa (“Dì che educarti lo deve fare lui e non di certo un cantante, se cresci male la colpa è solo sua“).
Le potenziali hit
In un disco degli Articolo 31 non può però mancare anche la parte più festaiola e, bonariamente, casinara e, in questo senso, sono diversi i brani candidati a diventare prossime hit. Il primo singolo “Peyote“, in collaborazione con Fabri Fibra e Rocco Hunt, racconta esperienze estreme vissute nel passato con un mood volutamente estivo e danzereccio che lo inserisce già tra i possibili tormentoni della prossima estate, e non a caso è balzato subito in vetta alla classifica radiofonica nel primo giorno di programmazione.
Ottime potenzialità commerciali arrivano anche da “Non finisce mai (la scuola)” che vede il featuring dei Pinguini Tattici Nucleari in un pop-rock che rivendica la voglia di fare solo ciò che si sente e restare sè stessi in un’epoca in cui “la gente è ancora ossessionata da gossip e polemiche, la gente non è mai cambiata, soltanto nomi, facce e trend“. Si passa invece al funk in “Non ho voglia (disco party)“, collaborazione con Nina Zilli che si diverte con un gioco di parole in un inno alla spensieratezza: il sound richiama a quello di uno dei primi successi degli Articolo 31, “Tranqui funky“.
La collaborazione con i La Sad la meno riuscita
Riuscite anche le collaborazioni con Neffa che torna a rappare in una “Contrabbando” dove è fondamentale l’elemento narrativo di una storia che narra un viaggio tra pirati e contrabbandieri, e con Bugo in una “Io mi rompo” che campiona uno dei primi successi del cantautore e si fa voce di una certa insofferenza nei confronti di tante situazioni in cui la sensazione di obbligo nel dover fare qualcosa ha sempre la meglio sulla volontà di farlo.
Decisamente meno compiuta, invece, “La fiera del cringe” con i La Sad, che vorrebbe essere una nuova “Domani smetto” nel cantare di rifiuto delle regole imposte della società senza averne però la stessa forza e ispirazione. È la traccia meno interessante del progetto insieme alla confusa “Rarra“, dove si trova comunque un verso che non può passare inosservato: “Per tutti i dischi stuprati dagli algoritmi a cui se ubbidisci tradisci i tuoi fan e fallisci“. L’algoritmo su cui sono impostate le piattaforme streaming segue la moda che per definizione passa, e l’artista che lo segue rischia quindi di perdere il proprio pubblico che è ciò che lo tiene in piedi a prescindere da tendenze e convenienze.
In conclusione
Gli Articolo 31 in “Protomaranza” non lo tradiscono il loro pubblico e anzi, fanno esattamente tutto ciò che ti aspetti da un loro disco fotografando una rèunion che non ha i crismi dell’autocelebrazione e non è figlia di un’occasione discografica. J-Ax e Dj Jad con queste 16 canzoni – che escludono tutti i singoli usciti nell’ultimo anno compresa quella “Un bel viaggio” da cui è ripartito tutto – mostrano infatti di aver conservato la loro fame nel denunciare tutto ciò che non va in una società superficiale e malata, con lo sguardo ironico e sarcastico di sempre.
Miglior traccia: Contadino
Voto complessivo: 7,5/10
Tracklist e stelline
- Intro (spettivi) ★★★★★★★★★☆
[J-Ax – DJ Jad, Wladimiro Perrini] - Peyote (feat. Fabri Fibra & Rocco Hunt) ★★★★★★★☆☆☆
[J-Ax, Rocco Hunt, Fabri Fibra, Davide Petrella, Paolo Antonacci – Zef] - Come godo (feat. Jake La Furia) ★★★★★★☆☆☆☆
[J-Ax, Jake la Furia – DJ Jad, Wladimiro Perrini] - Scusi maestra (feat. Tedua) ★★★★★★★★☆☆
[J-Ax, Tedua, Daniele Lazzarin – Luca Di Blasi, Giorgio De Lauri, DJ Jad, Fausto Cogliati] - Contrabbando (feat. Neffa) ★★★★★★★☆☆☆
[J-Ax, Neffa – Neffa, DJ Jad, Wladimiro Perrini, Davide Ippolito, Carlo Di Bari, Alessandro Zullo] - Non finisce mai (la scuola) (feat. Pinguini Tattici Nucleari) ★★★★★★★½☆☆
[J-Ax, Riccardo Zanotti, Jake la Furia – Enrico Brun, Riccardo Zanotti, DJ Jad, Wladimiro Perrini, Antonio Colangelo, Giancarlo Urso, Alessio Lazzaroni] - Chi se ne frega di noi ★★★★★★★½☆☆
[J-Ax, Jake la Furia – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Antonio Colangelo, Daniele Silvestri] - Non ho voglia (disco party) (feat. Nina Zilli) ★★★★★★★☆☆☆
[J-Ax, Daniele Lazzarin – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Ivan De Gese] - Nel drink (feat. Guè) ★★★★★★★★☆☆
[J-Ax, Guè, Marcello Iorio – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Marco Salvatori] - Libertario surf ★★★★★★★★☆☆
[J-Ax, Jake la Furia – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Antonio Colangelo, Giancarlo Urso] - Elite ★★★★★★★★½☆
[J-Ax – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Ivan De Gese] - Vaffanc*lo papà ★★★★★★★½☆☆
[J-Ax – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Antonio Colangelo, Giancarlo Urso] - La fiera del cringe (feat. La Sad) ★★★★★☆☆☆☆☆
[J-Ax, Enrico Fonte, Francesco Emanuele Clemente, Matteo Botticini – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Andrea Fusini] - Rarra ★★★★★☆☆☆☆☆
[J-Ax, Ernesto Conocchia – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Benito Moschini] - Io mi rompo (feat. Bugo) ★★★★★★★☆☆☆
[J-Ax, Bugo, Jake la Furia – Bugo, DJ Jad, Wladimiro Perrini, Walter Mangione] - Contadino ★★★★★★★★★½
[J-Ax – DJ Jad, Wladimiro Perrini, Serafino Mingrone]
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