Un’analisi sui punti di forza e di debolezza della ventitreesima edizione di Amici di Maria De Filippi
Si è conclusa ieri, con la vittoria di Sarah, la ventitreesima edizione di Amici di Maria De Filippi. È stata senza dubbio un’annata ricca di grandi talenti, ma anche di altrettante controversie. Andiamo a fare un bilancio, analizzando i top e i flop di questa stagione del talent più longevo d’Italia, all’indomani della finale.
Indice dei contenuti
I TOP:
I ballerini della Celentano
Una garanzia di qualità da più di vent’anni, sono i ballerini portati nella scuola dalla maestra Alessandra Celentano. Anche quest’anno ha selezionato una squadra poco numerosa (solo due elementi, entrati a settembre e arrivati entrambi in finale), ma dotati e capaci di regalare al pubblico un grande spettacolo. È innegabile che il tempo continui a dare ragione alla temibile maestra, in quanto la maggior parte dei ballerini portati nella scuola dalla docente lavorano nei migliori teatri e nelle più grandi compagnie. Anche quest’anno non c’è stata gara: il livello di Marisol e Dustin era superiore a quello degli altri avversari della categoria danza e questo è stato riconosciuto sia dalla giuria, sia dal pubblico a casa, che li ha sempre premiati. I premi e i contratti ricevuti durante la finale sono stati l’ennesima ulteriore conferma.
Il percorso di Sarah
Amici era partito come una scuola che puntava a formare talenti grezzi. Da parecchi anni però l’intento del programma è nettamente cambiato. Sin dalle selezioni vediamo artisti che hanno già un passato lavorativo alle spalle, con la sola necessità di lanciarsi definitivamente sul mercato, sfruttando una vetrina che garantisce una grande promozione. Molti sono infatti i concorrenti che si presentano già con un progetto discografico definito e la maggior parte di questi approda facilmente al serale, nonché in finale. Una mosca bianca tra queste dinamiche consolidate è stata la cantante Sarah Toscano, che ci ha riportato ai vecchi fasti del programma, quando appunto cantanti acerbi e senza una direzione ancora ben precisa, crescevano all’interno del programma e andavano a consolidare un’identità è un percorso sotto gli occhi del pubblico, che facilmente si affezionava a loro. Con Sarah è successo esattamente questo: partita con inediti dal linguaggio teen e con un’immagine e una tenuta del palco molto immature, ha saputo sfruttare questi mesi nella scuola per sbocciare come popstar capace di spaziare all’interno di un repertorio attuale, moderno e di grande presa per il pubblico. Questo l’ha portata inoltre a sbaragliare la concorrenza, sovvertendo i pronostici e guadagnandosi, a sorpresa, la vittoria finale.
Il successo di Rossofuoco
Se il percorso di Mida nel talent è stato talvolta altalenante, lo stesso non si può dire della permanenza nella classifica Fimi del suo primo inedito, Rossofuoco, dove è presente da ben ventisette settimane ininterrotte. Il brano ha raggiunto il disco di platino a gennaio, dopo due mesi e mezzo dalla sua pubblicazione, diventando di diritto il brano “colonna sonora” di questa edizione, grazie alla sua orecchiabilità e al suo testo apprezzabile anche da diverse generazioni. Bisogna tornare indietro alla fortunata ventesima edizione, con gli inediti di Sangiovanni e Aka7even, per trovare un caso simile di successo dei singoli già durante la prima fase del programma.
I FLOP:
I ritiri
Questa è stata senza dubbio l’edizione dove sono avvenuti più ritiri spontanei da parte dei ragazzi. In alcuni casi si è trattato di falsi allarmi: nella fattispecie Ayle e Holden, dopo poche ore o giorni, hanno deciso di tornare sui propri passi, chiedendo di essere riammessi nella scuola. Nel caso di Mew e Matthew però si è assistito all’interruzione di percorsi più che positivi, che potevano portare a un ottimo serale e, nel caso di Mew, persino a costituire una potenziale candidata nell’ottica di una finale competitiva e di una vittoria del programma. La rivalità tra Lil Jolie e Mew, costruitasi a suon di primi posti nelle classifiche degli speciali del sabato, sarebbe infatti stata avvincente e di altissimo livello sul palco del serale e anche Matthew, soprattutto dopo lo spostamento nella squadra della Pettinelli, sembrava essere un concorrente di punta del programma. Emblematico è stato anche il caso di Samuspina, altro concorrente del team di Anna Pettinelli, ritiratosi dal programma dopo solo due settimane di permanenza, poiché non reggeva la pressione al quale si sentiva sottoposto. È evidente quindi che sia necessaria, da parte del programma, un’attenzione maggiore al benessere psicologico degli allievi, che vengono catapultati in una realtà che li vede per troppi mesi, 24 ore su 24, sotto le telecamere e davanti a giudizi continui su più fronti. Con l’uscita ormai definitiva dalla pandemia, si potrebbe ritornare alle modalità precedenti alle ultime quattro edizioni, che prevedevano, almeno durante il pomeridiano, una libertà maggiore per i ragazzi al posto della convivenza forzata in casetta.
L’assenza di Holden dai daytime durante il serale
Questo aspetto, messo in luce dalla prof Pettinelli la scorsa settimana, durante la sua analisi sui percorsi dei sei finalisti, ha sicuramente influito sulla mancata vittoria di Holden della categoria canto. Se i suoi inediti hanno ottenuto buoni riscontri in termini di certificazioni (disco d’oro sia per Dimmi che non è un addio che per Nuvola) e le sue performance hanno appassionato il pubblico e i giurati sin dal pomeridiano, il fatto di essere completamente assente, durante l’ultima fase del programma, dalle dinamiche quotidiane mandate in onda durante il daytime, ha di certo portato buona parte del pubblico ad affezionarsi maggiormente ad altri allievi. Il motivo, come spiegato dallo stesso Holden, era nobile: la preparazione del suo ep dal titolo Joseph, in uscita venerdì 24 maggio, richiedeva più tempo e dedizione, in quanto il cantante cura in prima persona ogni aspetto della realizzazione del disco, dalla scrittura alla produzione dei brani. Ne sarà di certo valsa la pena in termini di qualità del prodotto, tuttavia queste continue assenze non hanno fatto bene a un artista pronto e poliedrico come Holden, in quanto concorrente di una gara televisiva.
L’eccessivo utilizzo di autotune
Era stato introdotto durante la diciassettesima edizione dal cantante Biondo, non senza poche polemiche (memorabile fu la diatriba in merito con la giurata Heather Parisi). Quest’anno però sui social molti telespettatori si sono lamentati del massiccio ricorso a questi effetti vocali, che da un lato hanno celato le numerose imperfezioni di concorrenti non particolarmente dotati vocalmente, dall’altra hanno reso meno genuine le performance di chi invece poteva benissimo permettersi di farne a meno. La polemica è stata poi cavalcata dall’ex vocal coach del programma, Luca Jurman, che ha sollevato la questione, portando a un maggiore consapevolezza da parte del pubblico a casa, delle reali capacità dei cantanti in gara.
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