Jvli Olly Emma

Jvli, Olly ed Emma, perché “Ho voglia di te” ci piace tanto? – RECENSIONE

Può trovarsi nel testo il segreto di una canzone che sta scalando le classifiche estive?

La canticchiamo ovunque, perché è tanto leggera da distrarci per qualche minuto dalla calura estiva. A ben guardare, “Ho voglia di te”, il primo singolo di Jvli con l’inseparabile amico Olly e la certezza artistica di Emma, è un ricamo semantico prezioso che sciorina nel dettaglio piccole ritualità quotidiane, come la tazzina del caffè fatto rigorosamente con la moka (“Ma, sai, mi piaci tu che mi fai il caffè meglio del bar (Con la moka che fischia) Ma mi piaci di più quando dici che tra noi non va”), insieme all’uso di termini insoliti nel testo di una canzone pop, come “redarguire” (“Hmmo, Ico, yeah Soltanto te, ah, sulla tua schiena Ho unito i nei, è uscito: “Ne varrà la pena”Che mi redarguisci se non lavo le tazzine Ma mi piaci tu (perché) perché non le mandi a dire”).

Con il vocabolario Treccani alla mano, scopriamo che “redargüire” è un verbo transitivo [dal lat. redarguĕre, comp. di red- e arguĕre «dimostrare, confutare, accusare»] (io redarguisco, tu redarguisci, ecc.) a cui si possono attribuire due significati principali : 1) ant. Argomentare contro: “E sempre la ragion redarguendo, Ch’in contrario Ruggier gli potea dire” (L. Ariosto). 2) Rimproverare, riprendere con serie ragioni e piuttosto aspramente, e in genere a voce.

In “Ho voglia di te“, ci troviamo nella cornice di un conflitto d’amore che si consuma nel “gioco” di un riuscitissimo tiramolla (“Ma se ci riesci, prova a prendermi Dammi un motivo oppure resta qui Stammi vicino, amore, credimi Quando ti dico che nonostante tutto ho voglia di te Ma se scappi lontano, cosa vuoi da me? Sesso o parliamo? L’hai capito, sì? Sembrerà strano Ma nonostante tutto ho voglia di te”).

Gli amanti provano a mettere un punto alla situazione, trovandosi vicini a un divieto di sosta (“Te lo ricordi? In divieto di sosta Ci siamo detti: “Questa è l’ultima volta”); non a caso, nei pressi di un segnale che prescrive di sospendere la marcia per un un periodo di tempo prolungato e che rappresenta un vero e proprio monito per entrambi.

Si tratta di decidere velocemente se rimanere insieme o no, correndo il rischio di una disfatta simile a quella napoleonica di Waterloo (“è una Waterloo, ma poi ci passi sopra E c’ho un sacco di idee, poi tu fai come vuoi Puoi restare da me, può restare tra noi”).

Eppure, i motivi per cui scegliersi ancora sono ben chiari ed esercitano ancora una certa influenza (“Ma, sai, mi piaci tu che mi fai il caffè meglio del bar (Senza zucchero, amaro, eh, amaro) Ma mi piaci di più quando dici che tra noi non va”).

Motivi semplici ed azioni evocative, magari anche banali all’occhio di unə osservatorə esternə, restano elementi determinanti nella dinamica della coppia che costruisce significati comuni da condividere giorno per giorno; così, può succedere che amarsi diventi un esercizio costante di equilibrio tra qualità caratteriali, mancanze e compensazioni da parte della metà per niente dolce, anzi decisamente fuori suqadro (“tra mille cose che non voglio A me rimani solo tu Che ti piaceva stare sotto Per poi fumare a testa in giù (…) tu che Che cambi mood, ti butti giù poi fai una capriola Che sbaglio io”).

Possono essere queste disarmonie bizzarre, le intemperanze e perfino “la coscienza ancora sporca Mentre mi togli le parole di bocca”, i motivi per cui due cuori possono comunque dire “ho voglia di te”? Chissà.

Intanto, per noi che li ascoltiamo un fatto resta vero e sincero: questo trio, informale e scapestrato, ci piace talmente tanto da farci dire “ho voglia di tre”… di quei tre “pazzi” scalmanati in viaggio su una Panda, diretti verso quel bar dove offriranno caffè senza sosta.

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica, il silenzio; dal "vuoto sonoro", il nuovo concerto.