Ivana Spagna

Ivana Spagna: “Vorrei mi invitassero a Sanremo” – INTERVISTA

Intervista ad Ivana Spagna che rivive i suoi anni ’80 e continua a guardare al futuro

Nell’ambito del format La macchina del tempo 80 al Mirano Summer Festival, il nome di Ivana Spagna nella line-up risplende di luce propria e ne consacra, se ancora ce ne fosse bisogno, il ruolo di primo piano rivestito dalla voce di “Easy lady” nello scenario musicale ed artistico della musica italiana anni ’80 (e non solo). A poche ore dalla sua esibizione l’abbiamo incontrata per farci raccontare qualche aneddoto prezioso e per volgere lo sguardo al futuro in attesa di nuove sfide.

Ben ritrovata Ivana, partiamo da questa serata, un’occasione per ritrovare tanti colleghi con cui avete vissuto tanti momenti in comune. Senza pensarci su qual è il primo aneddoto che ricordi dei tuoi anni ’80?

«Quando andai a Londra per la prima volta a fare la promozione di ‘Easy lady’ ci arrivai da perfetta sconosciuta. Avevo già alle spalle diversi numero uno in classifica in tanti Paesi europei ma in Inghilterra ancora non mi conoscevano. Mi chiamarono a fare promozione perchè la gente che andava in vacanza in Italia ed in Spagna tornava in Inghilterra richiedendo continuamente il pezzo che sentivano continuamente in radio in questi Paesi.

La prima volta che arrivai a fare promozione mi mandarono a prendere con una macchina che perdeva i pezzi. Ci siamo fatti scaricare un po’ prima dell’albergo per non farci vedere arrivare con questa macchina. Dopo la promozione il pezzo arrivò al secondo posto in classifica. La Sony ci fa allora ritornare in Inghilterra. La seconda volta, usciti dall’aeroporto, c’erano due limousine: una è per Prince, l’altra era per noi. Non ci credevo».

Sono gli anni quelli dei tuoi primi Festivalbar

«Quando ci andai con ‘Easy lady’, alla seconda tappa a Siena, la gente mi scambiò per un membro dei Sigue Sigue Sputnik per via dei capelli. Era bello però. Una volta in Puglia, per una puntata di Azzurro, ci siamo trovati con Cyndi Lauper a cantare in una cantina alla fine di una serata. Lei iniziò a cantare un brano di Tina Turner di cui non sapevo il testo eppure, senza curarmi di niente, ho iniziato a cantare in un inglese completamente inventato tanto eravamo felici e un po’ ciucche».

L’anno prossimo saranno i 30 di ‘Gente come noi’

«E’ stata la prima canzone che ho scritto in italiano. C’era ancora la mia mamma allora e per me non è stato facile. Ho sempre avuto un senso di pudore verso i miei e mi ricordo che lei mi chiedeva anche in quell’occasione di che cosa raccontavo nella canzone mentre la scrivevo. Io rispondevo sempre ‘la senti quando è pronta’. La prima volta che ho scritto in italiano per me è stato come un muro da abbattere. Ricordo che ero emozionatissima quando gliel’ho fatta sentire prima di andare a Sanremo».

Hai già pensato a qualcosa di particolare per i festeggiamenti di questo trentennale speciale?

«No, al momento non ho in mente niente. Mi piacerebbe, però, che mi invitassero a Sanremo, lo dico apertamente. Non mi va, però, l’idea di presentare il brano indipendentemente perchè, in questi anni, ho capito che se non si è tra i desideri di chi organizza il Festival e gestisce la selezione delle canzoni è tutto inutile. Se mi invitassero, però, sarei felicissima».

Stai già lavorando in questo senso?

«Si, sto lavorando in questo senso anche se sto lavorando di più ad un romanzo che ho iniziato».

Un ritorno, quindi, alla scrittura di un libro dopo i 3 già pubblicati

«Si, il primo fu una sorpresa. Vinsi il primo premio per la letteratura per l’infanzia. Venni premiata da Andreotti con Paolo Mieli in giuria. E’ stata la più grande emozione della mia vita, ha battuto persino Sanremo».

Perché?

«Avevo scritto quel libro per il mio amore verso gli animali. Quando sono in tour ho il terrore di viaggiare di notte per la paura di qualche animale che finisca sotto l’auto. In quell’occasione scrissi una fiaba proprio per questo. Il mio manager la portò a far leggere ad una ditta che non aveva mai stampato un libro, stampavano blocchetti di assegni. La ditta si entusiasmò per il progetto e stamparono il libro. Vendette 100 mila copie e, senza che io sapessi niente, mi chiamarono dalla Ciscra Edizioni per comunicarmi che ero in finale al Premio Internazionale Ostia Mare. Fu un’emozione incredibile vedere la mia nomination in quella serata. Non riuscivo a salire i pochi scalini che portavano al palco».

Sei da sempre un’artista che vive la competizione in maniera molto umile

«Tendo a non voler mai sognare troppo. Do sempre il massimo ma mi sembra di essere presuntuosa se spero di voler vincere. Eppure mi do da fare. L’ho sempre fatto, in tutta la mia vita».

Pochi mesi fa sei tornata sul palco del Teatro Ariston di Sanremo come ospite duettante di Clara

«E’ stato bellissimo! Devo ringraziare Clara, una cantante che canta benissimo. Sentivo le sue prove all’Ariston ed è sempre stata perfetta. E poi è una gran bella persona. Durante le prove ero agitatissima, come sono sempre stata in tutti i miei Sanremo. Prima dell’esibizione, ho visto Clara che era agitatissima e mi sono detta che una delle due avrebbe dovuto essere forte anche per l’altra. Sono uscita sul palco con una tranquillità che non ho mai avuto in vita mia. La voce è andata come una spada dove doveva andare. La gioia che ho provato quella sera non riesco ancora a descriverla».

Da pochissime settimane è disponibile anche Sarà bellissimo‘, il tuo nuovo singolo in collaborazione con i Legno

«Non li conoscevo ma mi hanno mandato questo brano che mi ha convinto da subito. La prima sensazione che ho avuto è che si trattasse di una canzone che mi faceva star bene, che mi trasmetteva positività. Pur trattandosi di un brano lontano dal mio genere ho deciso di provarci: a me piacciono le sfide. E poi loro sono davvero forti, due musicisti molto in gamba».

Direttore editoriale e fondatore di "Libera la Musica" dal 2024 dopo essere stato per 12 anni alla guida di uno dei principali siti d'informazione e critica musicale. Amante del pop, delle belle voci, della nostalgia e del mondo andato fatto di classe, divismo, qualità e canto. Non rinnego il futuro, lo incoraggio ad essere migliore non cancellando il passato.