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Recensione del brano che segna il ritorno musicale della rocker senese
Dopo oltre tre anni di distanza, Gianna Nannini ha pubblicato un nuovo singolo inedito che non poteva avere titolo più azzeccato di “Silenzio“. Silenzio come quello che ha caratterizzato questo lungo tempo di lontananza dalle scene e dalla produzione musicale della rocker senese che, proprio in questo 2024, si appresta a festeggiare i propri cinquant’anni di carriera. Antipasto di un nuovo album d’inediti e di un ritorno live nella cornice dei palazzetti dello sport europei, il brano racconta tutto quello che Gianna rappresenta oggi per la musica italiana.
Dopo aver dato prova di un’inedita ricerca di minimalismo per “La differenza”, Gianna Nannini, tre anni dopo, torna con un brano che si colloca sulla stessa scia d’intenzioni. “Silenzio” è una canzone che vuole guardare alla profondità delle cose attraverso la lente dell’essenzialità. Essenzialità che si traduce, musicalmente, nel valore di un suono senza presenze eccessive e di un racconto narrativo privo di fronzoli.
Una storia di amore e di vuoti |
Scritta dalla stessa Gianna Nannini con la collaborazione di Pacifico, Matteo Saggese e Philip John Palmer, “Silenzio” è una canzone dedicata alla fine di un sentimento amoroso. In questa conclusione ciò che rimane è il vuoto del silenzio che lascia spazio ad un dolore costante da vivere interiormente nella solitudine. Un dolore che si riempie di rimpianti, mancanze e, appunto, silenzi. Silenzi che sono determinati proprio dal trovarsi, tutto d’un tratto, in una solitudine che si compone di ricordi, vecchie abitudini condivise e momenti che non ritorneranno se non in una memoria che si vorrebbe cancellare pur senza potere.
“Parlami d’amore” recita il verso d’aperture di una strofa tutta strumentalmente appoggiata sul pianoforte prima dell’apertura ritmica dell’inciso. Nel cambiamento di prospettiva del sentimento che c’è stato si fa strada la volontà di “tornare un po’ indietro nel tempo” con l’evidenza che mostra come ancora “seguo le tue ombre” tra “le lacrime che scendono”.
Oggi che l’amore è finito rimangono le mancanze. E a questo proposito è interessante la sottigliezza narrativa compiuta dalla costruzione testuale che sceglie di raccontare ciò che manca attraverso la forma verbale dell’appartenere: “quello che non ho è amarti un po’, è un bacio nel silenzio”. Proprio l’ispirata dimensione testuale rappresenta il dettaglio che innalza questo ritorno, atteso, di Gianna Nannini dopo un silenzio musicale prolungato e, per la musica contemporanea, insolito. Un ritorno che, con l’intensità riuscita di un brano dai diversi piani di lettura, racconta e rappresenta un “bacio nel silenzio”.
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